Fino a poco tempo fa, a regnare sul feed di Instagram era il #nofilter. In un atto di ribellione contro l'abbondanza di foto ritoccate e il velo di perfezione perpetrato dai social media, gli influencer hanno pubblicato tramonti inediti e le celebrità posato per selfie senza trucco.
Oggi, la quantità di immagini generate dall'intelligenza artificiale ha dato un'altra marcia a questo trend. La domanda non è più se qualcuno ha aumentato la luminosità o regolato il contrasto delle proprie foto, ma se ha scattato quella foto, o realizzato quell'opera d'arte.
La rapida ascesa di sistemi di IA generativa come DALL-E o Midjourney, software di machine learning in grado di realizzare autonomamente splendide immagini partendo da semplici descrizioni testuali, ha innescato un altro tipo di protesta nella comunità creativa.
Gli artisti, spaventati dall’assalto di queste immagini che iniziano a penetrare nei social media, trovano conforto nel fatto che ci sarà sempre un pubblico per "l'arte degli umani", come dice l'hashtag #artbyhumans.
Nuovo hashtag, nuova ribellione
Nell’ecosistema di hashtag simili come #notoaigeneratedimages, #humanart e #noAI, #artbyhumans è nato con lo stesso spirito di #nofilter, ma per ora sono lontani a livello di numeri. A dicembre si contavano circa 4.500 post su Instagram con l’hashtag #artbyhumans contro gli oltre 280 milioni di post con #nofilter.
Tutto è partito dal concept artist freelance con sede ad Amsterdam Diepfris, che ha lanciato l'hashtag a settembre 2022 al posto del #noAI perché rispetto al messaggio negativo che trasmetteva, #artbyhumans era "molto più elegante".
L'hashtag è diventato una forma di protesta silenziosa e un grido di battaglia di concept artist e illustratori che si sentono colpiti, e in alcuni casi minacciati, dalla schiacciante popolarità dell'IA.
Diepfris ha trascorso più di 10 anni come designer industriale prima di passare alla creazione di veicoli e macchine fantascientifiche per giochi disegnati a mano. E se un anno fa, poche persone si sarebbero chieste se dietro ci fosse un essere umano, oggi il dubbio sorge perché la velocità con cui aumenta la qualità dell'output dei generatori di immagini AI-based è allarmante.
Così Diepfris teme che un giorno l'IA sarà in grado di rispondere a istruzioni complesse e rendere obsoleto il lavoro di un concept artist come lui.
L’altra faccia della medaglia
Un altro punto di vista è quello di Grant Regan, un concept artist e illustratore australiano, secondo cui l'intelligenza artificiale non è in grado di elaborare un brief complesso come può fare un essere umano, e nessuna quantità di termini di ricerca può compensare l'acuta capacità di una persona di elaborare concetti tecnici. Secondo Regan lavorare con i clienti richiede capacità di mediazione, empatia e molta pazienza, doti che app come Midjourney o Stable Diffusion non possiedono.
In un mondo in cui le macchine possono produrre un lavoro così convincente, gli esseri umani cercano di distinguersi per farsi riconoscere. La più grande preoccupazione di Regan non è la minaccia che l’IA potrebbe rappresentare per la sua carriera, ma la natura di un algoritmo che attinge al lavoro di altri artisti e creare un collage della loro arte senza rispettarne il copyright.
Quindi usa l'hashtag #artbyhumans per celebrare l'abilità nel suo lavoro e per comunicare ai potenziali clienti che se lo assumessero, otterrebbero "qualcuno che ha le capacità artistiche e di design necessarie per fornire una risposta a un brief che soddisfi le sue esigenze".