Aumentano gli studi scientifici incentrati sul benessere digitale che analizzano il rapporto tra adolescenti e tecnologia, avanzando ipotesi che mirano a sottolineare gli effetti negativi degli schermi elettronici sulle capacità cognitive dei più giovani. Esistono però anche delle ricerche che invitano a trovare un punto di vista alternativo, sgombro da pregiudizi nei confronti di smartphone, tablet e altri dispositivi.
Uno di questi è lo studio condotto dall'Università di Oxford guidato dal Dott. Andrew Przybylski che si basa sullo Specification Curve Analysis (SCA). Questo metodo analizza tutte le possibili correlazioni tra i dati e prende in considerazione differenti punti di vista per analizzarli e arrivare a una conclusione. L'obiettivo della ricerca inglese non è quindi dimostrare quanto la tecnologia abbia un impatto negativo sul cervello dei giovani, ma piuttosto concentrarsi su un vasto campione di dati e leggerli senza preconcetti di fondo. Lo studio inglese ridimensiona l'allarme e invita genitori, esperti e utenti a utilizzare in modo intelligente i dispositivi elettronici, senza respingerli a priori.
Cosa dice la ricerca dell'Università di Oxford
Lo studio affronta in modo alternativo uno dei temi più dibattuti degli ultimi anni: il rapporto tra giovani e nuove tecnologie, e in particolare quanto il tempo trascorso davanti allo schermo possa influenzare la qualità di vita di bambini e ragazzi.
L'analisi, condotta su migliaia di ragazzi, ha rilevato che lo schermo elettronico influenza la salute mentale solo in piccolissima parte, ovvero meno di un mezzo punto percentuale. Secondo la ricerca, sono altri i fattori che incidono sulla salute dei ragazzi: i disturbi del sonno e il mancato uso di occhiali da vista quando necessario.
Lo studio vuole sottolineare la mancanza di dati certi sul rapporto tra giovani e tecnologie, anche se non tiene conto degli effetti sui bambini più piccoli.
La ricerca condotta dall'Università di Oxford ha esaminato oltre 350.000 ragazzi tra i 12 e i 18 anni tra Regno Unito e Stati Uniti e ha seguito delle regole ben precise. La prima è analizzare la situazione senza pregiudizi nei confronti dei dispositivi elettronici per fornire informazioni obiettive e chiare. Secondo Amy Orban, membro del gruppo di studio, esistono oltre 600 milioni di modi per trattare i dati raccolti in una ricerca scientifica, tutto dipende dal metodo usato. Di conseguenza, è possibile trovare delle correlazioni positive o negative per definire il rapporto tra benessere e tecnologia, allo stesso tempo occorre accettare l'assenza di risultati e prove certe.
Un altro punto di forza dell'analisi è il metodo su cui è basata: lo Specification Curve Analysis (SCA). Questo strumento permette di comprendere e accettare il fatto che oggi non è possibile giungere a conclusioni certe quando si parla di benessere digitale, o del rapporto tra adolescenti e nuove tecnologie: le chiavi di lettura sono tante, le tecnologie sono in continua evoluzione, la mente dei ragazzi è in piena fase di sviluppo. Perciò è meglio non giungere a conclusioni affrettate. Partendo da questi presupposti, la ricerca ha tracciato alcune chiavi di lettura da non trascurare, fondamentali per capire come i dispositivi elettronici possano influenzare il cervello umano.
Risultati della ricerca che studia il benessere digitale nei ragazzi
Secondo i risultati dello studio, le nuove tecnologie influiscono sulla qualità di vita dei più giovani solo per lo 0,4 %. Questa percentuale deve essere naturalmente contestualizzata, ed in particolar modo occorre considerare anche il contesto in cui il ragazzo vive: lo stato della famiglia, la situazione scolastica e tutti gli attori sociali che lo circondano e che influenzano il suo modo di vivere.
Lo studio ha paragonato l'uso dei dispositivi elettronici con altre abitudini, e ha scoperto che l'abuso di alcool, l'uso di marijuana o addirittura una colazione scorretta hanno effetti significativamente maggiori sul benessere dei giovani. Così come il bullismo, che è quattro volte più negativo rispetto all'utilizzo di smartphone e tablet.
I limiti della ricerca
La ricerca, nonostante sia molto autorevole e affidabile, presenta alcuni limiti. Uno di questi è sottolineato dal dott. Ben Carter, ricercatore presso il King's College di Londra, che ha affermato:
"Questo studio ha esaminato solo la durata e non il modo in cui è stata usata la tecnologia. Specificare quali dispositivi vengono usati e come potrebbe fornire un miglior indicatore del livello di benessere."
Per esempio, le ore davanti al computer trascorse da un dodicenne che fa una ricerca scolastica non possono essere paragonate a quelle usate per scorrere i social in modo poco produttivo. Sicuramente l'impatto dei social network è un tema approfondire in futuro.
Le affermazioni del dott. Carter sono state riprese da Andrew Przybylski, team leader del gruppo di ricerca, che si è detto d'accordo con le osservazioni del collega ma che ha presentato un ulteriore progetto svolto con metodo SCA. L'anno scorso Przybylski ha infatti pubblicato uno studio che analizza gli effetti dell'uso di tablet e smartphone da parte dei bambini prima di andare a dormire. Le nuove tecnologie, se usate nelle ore notturne, possono rovinare il sonno dei più piccoli, causando incubi, bruschi risvegli o stanchezza al risveglio?
Lo studio del dott. Przybylski ha dimostrato che sono altri i fattori che causano effetti negativi nei bambini: avere disturbi del sonno o addormentarsi e svegliarsi ad orari differenti. Modificare queste cattive abitudini potrebbe avere effetti positivi sui bambini, la stessa certezza non c'è se si eliminano gli schermi elettronici nelle ore notturne.
Tempo trascorso davanti ai dispositivi elettronici e benessere digitale
Insomma, i dispositivi mobili sono ufficialmente riabilitati? Per il momento sì, ma solo perché non vi è una certezza assoluta circa gli effetti negativi.
Per accreditare questa tesi, occorre citare lo studio condotto dal dott. Max Davie, del Royal College of Pediatrics and Child Health (RCPCH). Il professore ha pubblicato una serie di linee guida che suggeriscono ai genitori quanto tempo far trascorrere ai bambini con i dispositivi elettronici.
Nel documento emerge che non sono importanti le ore trascorse, né il tipo di dispositivo usato. Il vero pericolo si manifesta se il tempo impiegato davanti ad uno schermo viene rubato ad attività all'aria aperta, alla socializzazione, allo sport ed in generale all'attività fisica. Eliminare l'esplorazione del mondo e l'integrazione nei gruppi sociali dalla routine del bambino potrebbe davvero danneggiare la sua qualità di vita. Quindi, la ricerca non getta ombra sui dispositivi elettronici, basta che questi siano accompagnati ad altre varie attività quotidiane.
11 marzo 2019