Alzi la mano chi frequenta realmente tutti gli amici che ha su Facebook. O chi sarebbe in grado di riconoscere per strada le persone che segue su Instagram. O chi sarebbe in grado di parlare del carattere delle persone che segue su Twitter. Il nostro uso dei social network, oggi, è molto più virtuale che reale e questi strumenti non vengono usati per restare in contatto con le persone ma, molto più spesso, per avere un'idea di cosa accade online e per allargare i propri interessi guardando cosa condividono gli altri.
Questo è dovuto anche al fatto che generazioni diverse tendono a riunirsi in luoghi virtuali differenti: Facebook è il regno dei trentenni, Instagram quello dei Millennials, TikTok sta spopolando tra la Generazione Zeta. Ma le nostre reti sociali vere, in carne ed ossa, non sono segmentate per età. Il tipo di utilizzo che facciamo di questi social è più che legittimo e potenzialmente anche interessante, ma ha ben poco a che fare con le vere reti sociali. Per questo, tra non molti anni, i social network come li conosciamo oggi potrebbero essere soppiantati (o quanto meno affiancati) da altre piattaforme più intime e più autentiche. Le piattaforme che ci permettono di curare le nostre micro reti di contatti. Ecco quali sono.
Life360
Che qualcosa stia già cambiando nel mondo dei social lo si deduce dal successo di Life360, l'app di networking dedicata ai nuclei familiari che permette a tutti i componenti di condividere la loro posizione geografica, di inviarsi messaggi di gruppo e chiamare in caso di necessità. Ha anche la funzione "Circle", per creare cerchie ristrette all'interno dello stesso nucleo familiare e distinguere, così, ciò che si condivide con i fratelli da ciò che possono visualizzare anche i cugini o altri "strati" della famiglia. L'app è stata anche utilizzata in modo improprio da più di un genitore: per controllare la posizione dei figli adolescenti 24 ore su 24. Questo ha generato polemiche intorno al servizio, che non fanno altro che confermare il buon successo di Life360.
Cocoon
Cocoon è un'app lanciata da due ex dipendenti di Facebook, che si presenta in modo molto netto: "Cocoon non è un social network, non è un'app di messaggistica, è uno spazio dedicato che aiuta piccoli gruppi di persone a restare vicini nel tempo. È come casa tua, ma sul tuo cellulare". Tramite Cocoon si possono condividere messaggi, foto, video, link all'interno di conversazioni segmentate in piccoli "cluster". Quando siamo connessi a Cocoon e contemporaneamente si connette qualcun altro, si apre un nuovo livello di interazione dal vivo: è possibile aprire una chat dedicata il cui contenuto sparisce quando tutti i partecipanti se ne vanno. Cocoon, inoltre, tiene automaticamente traccia dei voli in aereo in modo da poter vedere quando una persona cara sta decollando, viaggiando o atterrando a destinazione.
Monaru
Monaru è l'app fondata da tre studenti irlandesi che si sono sentiti spaesati e lontani quando hanno lasciato il college e si sono trasferiti negli Stati Uniti. È una sorta di assistente virtuale che ti aiuta a ricordare i compleanni, ti invia promemoria per acquistare regali o chiamare un parente. Tra le funzionalità a pagamento c'è anche quella che ti avvisa quando non chiami un amico o un parente per troppo tempo. Questa app, quindi, fa ancor di più delle altre per farci ritornare ai rapporti reali, con le persone che per noi contano di più.
Dex
Simile a Monaru, ma utile anche per i rapporti di lavoro, è Dex. Questa app è in pratica un CRM, un Customer Relantionship Manager, "che dà alle tue relazioni i superpoteri". Dex si collega a tutti i tuoi account e ne trae le rispettive liste dei contatti e poi ci permette di settare dei promemoria per restare in contatto con chi preferiamo in modo regolare. tutto questo, secondo gli sviluppatori, ci permette di "trasformare in alleati i nostri conoscenti".
Facebook Threads
L'azienda Facebook, però, ha già capito che sta nascendo l'interesse degli utenti per le microreti e sta già cercando di offrire il proprio prodotto anche per chi ha queste esigenze. Prodotto che si chiama "Threads" e che crea uno spazio privato in cui possiamo scegliere chi fare entrare e chi no. Inoltre, si può inviare a pochi utenti selezionati i contenuti che preferiamo e mostrare uno "stato" (simile a quello di WhatsApp) che include anche alcune informazioni come la posizione e persino lo stato di carica della batteria.
27 febbraio 2020