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I flop tech che hanno fatto più rumore nel 2020

Un anno da dimenticare quasi per tutti, anche per chi ha perso 1,75 miliardi di dollari per una piattaforma di streaming chiusa a soli sette mesi dal lancio

flop

Il 2020 è stato un anno stranissimo per tutti, anche per il mondo della tecnologia. Pesantemente influenzato dalla pandemia di Covid 19, che ha costretto centinaia di milioni di persone-utenti del Web a stare a casa per settimane portandoli a consumare tonnellate di bit di informazione e intrattenimento, l'anno che sta per chiudersi ha visto grandi vincitori ma anche grandi flop.

Tra i vincitori va citata sicuramente Zoom, la piattaforma di videoconferenze che grazie al boom dello smartworking è passata da semi sconosciuta a gigante da 300 milioni di utenti al giorno. Nonostante abbia avuto enormi problemi di sicurezza, risolti neanche in tempi brevissimi. Sempre tra i vincitori può essere citata Apple, che con i suoi nuovi MacBook con chip M1 Silicon ha iniziato una nuova era del mobile computing non più basata su CPU X86 prodotte da Intel o AMD ma su SoC ARM prodotti in casa.

Non mancano, però, i flop tecnologici del 2020 e alcuni sono stati anche grossi. E per grossi si intende che sono costati decine, se non centinaia, di milioni di dollari a fronte di un ritorno economico a volte pari a zero. Ecco una carrellata degli "epic fail" di questo stranissimo 2020.

Quibi

quibi

Se non sapete cosa sia (stato) Quibi non dovete sentirvi in colpa: è una piattaforma di streaming di video corti, in abbonamento e solo per smarphone, mai realmente nata. Dietro questa iniziativa c'erano due colossi dell'intrattenimento e della tecnologia: Meg Whitman e Jeffrey Katzenberg.

La prima è stata CEO di eBay e di Hewlett Packard, il secondo è un ex produttore cinematografico Disney, l'uomo dietro a capolavori come La Sirenetta, La Bella e la Bestia, Aladdin e Il Re Leone, nonché il fondatore della DreamWorks Animation che ha prodotto Shrek, Madagascar, Kung Fu Panda.

Da due fondatori del genere ci si aspettavano risultati entusiasmanti, tanto che Quibi ha raccolto fondi per 1,75 miliardi di dollari ancor prima di aprire i battenti. Non è andata affatto bene come tutti credevano: Quibi ha chiuso dopo appena sette mesi dal lancio.

TikTok

tiktok

Parlare di TikTok definendola un flop ha senso? Un po' sì, perché la piattaforma di video brevi cinese che ha catturato l'attenzione di centinaia di milioni di teenager in tutto il mondo ha avuto un 2020 veramente difficile. Tanto che, a fine anno, possiamo dire che sia una azienda molti diversa da come era all'inizio.

Il motivo è noto a tutti: TikTok è diventata uno dei bersagli preferiti dell'Amministrazione Trump, che l'ha presa ad esempio del pericolo cinese che incombe sull'America e sul mondo intero. Trump ha dato un ultimatum a TikTok: trasferire server e proprietà negli Stati Uniti, o dire addio al mercato americano. Cioè a decine di milioni di giovanissimi utenti e agli investitori pubblicitari più ricchi e propensi a spendere.

L'ultimatum scadeva il 4 dicembre e l'accordo tra ByteDance, società cinese che controlla TikTok, e Donald Trump non è stato trovato. Nel frattempo, però, Trump ha perso le elezioni di novembre e mercoledì 20 gennaio lascerà il posto a Joe Biden. Sarà il nuovo Presidente, quindi, a negoziare l'accordo con i cinesi che, nel frattempo, restano in bilico.

Twitter

twitter

Il 2020 è stato un anno difficile anche per Twitter, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza degli account. Da questo specifico punto di vista c'è stato un flop gigantesco: l'hackeraggio di numerosi profili top come quelli di Elon Musk, Bill Gates, Kanye West e Barack Obama a metà luglio.

Tutti profili verificati, che sono finiti in mano ad hacker che promettevano di raddoppiare le donazioni in Bitcoin se gli utenti facevano un versamento sul loro conto. Pessima figura per Twitter, da sempre considerata una piattaforma "seria" e sicura.

Ancor peggiore è la figura che ha fatto invece, sempre su Twitter, Donald Trump (che ha usato durante tutto il suo mandato Twitter come strumento politico): un esperto di sicurezza informatica ha indovinato la password del suo account al quinto tentativo, senza nemmeno usare strumenti informatici ma usando la sola fantasia. Perché di fantasia Trump ne aveva usata troppo poca: la password era "maga2020", Make America Great Again (il suo slogan elettorale) 2020.

Console next-gen

console next gen

Guardando alle console next-gen 2020, cioè a Sony PlayStation 5 e a Microsoft Xbox Series X|S, il flop è stato tutto nel modello di vendita: un disastro. Sia Sony che Microsoft hanno generato una enorme attesa nei gamer di tutto il mondo, senza poi essere in grado di soddisfare la domanda di mercato neanche lontanamente.

Le PS5 e le Xbox di nuova generazione realmente disponibili sul mercato sono ancora pochissime, a oltre un mese dal lancio ufficiale e, nel frattempo, online sono spuntate truffe di ogni tipo che ruotano intorno a queste console.

Negli Stati Uniti sono stati registrati addirittura atti di violenza e sparatorie durante le vendite tra privati, mentre una vera e propria organizzazione inglese è riuscita ad accaparrarsi oltre 3.000 PlayStation 5 nonostante tutto il processo di pre-registrazione (al massimo una a testa) messo in piedi da Sony. PS5 che, neanche a dirlo, sono finite poi su eBay a prezzi folli.

Per chiudere in bellezza il capitolo relativo ai flop delle console next-gen, poi, come non citare Cyberpunk 2077: il videogioco di CD Projekt Red, tra i più attesi del 2020, è uscito il 10 dicembre con enormi problemi tecnici ancora da risolvere.

Una settimana dopo, il 17 dicembre, il gioco è stato tolto dal mercato e a chi lo aveva già acquistato è stato promesso un rimborso.

A cura di Cultur-e
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