Il cambiamento, epocale possiamo dire, è avvenuto a cavallo tra la prima e la seconda metà degli anni '90 dello scorso secolo. I computer sono usciti dal loro "confino dorato" all'interno di aule universitarie e laboratori di ricerca (sia accademici sia privati) per approdare all'interno delle abitazioni di milioni di utenti. Due i fattori che hanno contribuito alla creazione e rafforzamento di questa tendenza: da un lato il crollo dei prezzi dei PC; dall'altro la miniaturizzazione delle componenti interne, che ha permesso di ridurre l'ingombro dei computer a poche decine di centimetri.
Questa "massificazione" dell'informatica ha avuto anche quelli che potremmo definire degli effetti collaterali. Tra questi troviamo la trasformazione dei computer in oggetti "anonimi". Al crescere dei modelli disponibili sul mercato, i vari IBM, Dell, HP, Acer e tutti gli altri produttori "storici" non hanno più avuto la necessità di "battezzare" i loro computer per renderli unici e immediatamente riconoscibili. A nomi storici come Commodore Amiga o ZX Spectrum si sono sostituite sigle alfanumeriche di difficile memorizzazione. L'unica fuori dal coro sembra essere la Apple, che con i suoi iMac, MacBook e MacBook Pro continua nel solco di una lunghissima tradizione.
Timex Sinclair 1000
Lanciato nel 1981 al prezzo incredibile (sia per l'epoca, sia ai nostri giorni) di 99,95 dollari, il Timex Sinclair 1000 è un minicomputer in grado di far girare software realizzati in BASIC. Al suo interno trova spazio un processore da 3,25 megahertz e appena 2 kilobyte di RAM: anche per l'inizio degli anni '80 si tratta di specifiche tecniche molto limitate e giustificate, in parte dal prezzo.
Nonostante tutto, Sinclair ne riesce a vendere 600mila esemplari nei soli Stati Uniti, attraendo quella fetta di utenti interessati ad affacciarsi per la prima volta nel mondo dell'informatica senza esser costretti a spendere migliaia e migliaia di dollari.
Apple II
Nello stesso anno in cui Sinclair propone al mercato il Timex 1000, due giovani di belle speranze – Steve Jobs e Steve Wozniack - provano a inserirsi nel mercato dei PC con il loro secondo "esperimento" , l'Apple II. Caratterizzato da un prezzo più elevato rispetto al Sinclair, l'Apple II è il primo grande successo commerciale della società di Cupertino. Dotato di un processore da 1 megahertz e di 4 kilobyte di RAM, il PC Apple rappresenta un punto di svolta nella storia dell'informatica: grazie agli 8 slot di espansione chiunque può personalizzare il PC come meglio crede, mentre il sistema operativo e i software a corredo rendono l'Apple II estremamente versatile e adatto agli scopi più disparati.
Bestseller del mercato informatico statunitense per cinque anni di seguito, l'Apple II ha venduto milioni di esemplari in tutto il mondo, facendo avvicinare schiere di adolescenti all'universo informatico.
Tandy TRS-80
Corre il 1977 e Radio Shack, celebre marchio statunitense di elettronica, mette sul mercato uno dei primi modelli di personal computer della storia. Grazie ai modelli della famiglia TRS-80 il marchio Tandy conquista la ribalta mondiale ed è al pari di grandi nomi come IBM, Apple o Commodore Amiga. Il primo esemplare che arriva sul mercato è dotato di un processore da 1,7 megahertz, 4 kilobyte di RAM e monta un sistema operativo, il TRS-DOS, intuitivo e semplice da utilizzare che permette a molti utenti di avvicinarsi all'informatica per la prima volta.
Venduto al prezzo di 600 dollari (monitor incluso) riesce a conquistare le attenzioni di una folta utenza. Nel corso della "vita", Radio Shack riesce a vendere ben 200 mila esemplari della famiglia Tandy, rosicchiando fette di mercato a marchi molto più prestigiosi.
MSX
Se in Europa e Stati Uniti il mercato informatico dei primi anni '80 è dominato da IBM, Commodore Amiga, Sinclair e Apple, in Giappone sono i produttori locali – Sony e Toshiba in primis – a dominare la scena. In particolare, le case giapponesi immettono sul mercato dei sistemi informatici dotati di processore centrale (e altre componenti hardware), tastiera e monitor denominato MSX (acronimo di Microsoft Extended Basic o Machines with Software Exchangeability)
In grado di far girare programmi scritti in BASIC, è un personal computer (o, per essere più precisi, una linea di PC) voluto fortemente dalla dirigenza Microsoft giapponese: a guidarne lo sviluppo è Kazuhiko Nishi, vicepresidente esecutivo della sede giapponese dell'azienda di Bill Gates. Pur non essendo molto conosciuto in occidente, ha totalizzato vendite per 5 milioni di esemplari nel solo Giappone.
NEC PC-98
Nello stesso periodo in cui Sony, Toshiba e altri produttori giapponesi sono impegnati nello sviluppo dello MSX, NEC si butta a capofitto nella realizzazione di un sistema informatico tutto suo. Nasce così il PC-98, probabilmente il PC giapponese di maggior successo di tutti i tempi. Basato su un'architettura proprietaria in grado di fare concorrenza ai computer IBM o IBM compatibili del tempo, il PC-98 monta un processore Intel 8086 da 5 megahertz, 128 kilobyte di RAM e un doppio controller per monitor.
Tra i sistemi più potenti del suo tempo, il computer NEC attira l'attenzione di milioni di utenti giapponesi, riuscendo a vendere per 15 milioni di esemplari nel corso della sua vita decennale e conquistando, negli anni migliori, fette del 50% del mercato nipponico.
ZX Spectrum
Se il Timex 1000 ha rappresentato il primo approccio "economico" al mercato informatico, lo ZX Spectrum è invece il più grande contributo che Sinclair ha dato al mondo dell'informatica a tutto tondo. Lanciato nel 1982, è caratterizzato da un designa molto simile al suo predecessore: linee essenziali e dimensioni estremamente ridotte per i PC dell'epoca. Dotato di 16 kilobyte di RAM e una tastiera fisica incorporata, lo ZX Spectrum è tra i computer più venduti di sempre in Gran Bretagna – 5 milioni di esemplari in tutto il mondo – e primo "amore" dei gamer britannici.
IBM PC
Il progenitore di tutti i computer – non Mac – utilizzati oggi, l'IBM PC viene lanciato sul mercato nel 1981 ed è ancora oggi uno dei modelli di maggior successo della storia dell'informatica. Dotato di processore Intel 8088 da 4,77megahertz a 16 bit (con bus di comunicazione a 8 bit, dunque retrocompatibile con, software espansioni hardware e periferiche degli anni precedenti) e 16 kilobyte di RAM, l'IBM PC è tra i computer più potenti – e allo stesso tempo più economici – del suo tempo.
Commodore 64
In assoluto, il modello di computer più famoso mai messo in vendita. Il Commodore 64 arriva sul mercato nel 1982 con un processore da 1 megahertz, 64 kilobyte di RAM (da qui il nome) e una scheda audio e una scheda video estremamente potenti per i primi anni '80. Caratteristiche che lo rendono particolarmente ambito per i gamers di tutto il mondo e dai grafici che iniziano a muovere i primi passi nel mondo del design digitale.
Venduto al prezzo di 600 dollari circa, diventa in breve tempo un fenomeno globale. Si stima che ne siano stati venduti tra i 12 e i 30 milioni di esemplari, anche se le valutazioni più precise parlano di 17 milioni di Commodore 64 venduti in tutto il mondo. Merito, in parte, anche dei primi modem immessi sul mercato, che lo hanno reso un PC perfetto per la navigazione Internet.
Commodore Amiga
Rilasciato per la prima volta nel 1987, rappresenta uno dei primi casi di PC capaci di raccogliere apprezzamenti in tutto il mondo. Il Commodore Amiga monta una CPU da 7 megahertz a 32 bit, 512 kilobyte di RAM, monitor con supporto a 4.096 colori e un lettore floppy disk interno da 3,5 pollici. Il tutto per una cifra inferiore ai 700 dollari.
Grazie ai coprocessori dedicati alla grafica e al sonoro, il Commodore Amiga è un computer apprezzato particolarmente dai gamers e dai primi pionieri della computer grafica. Queste caratteristiche, unite al prezzo particolarmente "popolare" hanno fatto sì che Commodore sia riuscita a vendere oltre 5 milioni di esemplari dei computer della famiglia Amiga.
iMac
Ideato da Steve Jobs per rilanciare la sua Apple nella seconda metà degli anni '90, l'iMac è tra i computer di maggior successo degli ultimi due decenni. Rivisto e riprogettato più volte nel corso della sua ventennale storia, il computer all in one della casa di Cupertino rappresenta una ventata di innovazione per il mondo informatico in generale. Nel 1998 la sua scocca colorata crea "scandalo" nel mercato informatico dominato da PC monocolore grigi o beige, mentre negli anni successivi detta le linee guida del design applicato all'informatica grazie alle sue linee essenziali.
Pur non avendo fatto segnare numeri di vendita eccezionali, l'iMac ha rappresentato e rappresenta la più grande "minaccia" portata negli ultimi anni al monopolio di fatto che Micosoft ha sul settore.