Anche se pochissimi utenti lo sanno dal 9 agosto 2019 c'è un nuovo sistema operativo, che è open source ma non è basato su Linux, che funziona su mobile ma non è Android né iOS, che funziona su desktop, laptop e server ma non è né Windows né macOS. Si chiama HarmonyOS, nome definitivo scelto da Huawei dopo le ipotesi Hongmeng OS o Ark OS.
HarmonyOS è passato sulla stampa di settore come la risposta di Huawei al ban di Donald Trump, che ha impedito all'azienda di usare pienamente il sistema operativo Android sui propri smartphone, ma in realtà il colosso cinese lavora allo sviluppo di HarmonyOS dal 2012 e, paradossalmente, non ha alcuna fretta di lanciarlo sui suoi smartphone. Ma cosa è realmente HarmonyOS e perché, nel giro di qualche anno, potrebbe diventare molto (ma molto) importante nel mondo tech?
HarmonyOS: un sistema operativo "microkernel"
HarmonyOS, come già detto, non è un sistema operativo derivato da Linux, né "Unix-Like": è qualcosa di completamente diverso per impostazione e non assomiglia né a Unix-Linux né a Windows né a macOS. Ma neanche ad Android o iOS. Tutti questi sistemi operativi, infatti, sono a "kernel monolitico" mentre HarmonyOS ha una architettura a "microkernel".
Partiamo dalle basi: il kernel è il cuore del sistema operativo e, allo stesso tempo, la sua spina dorsale. È il kernel che gestisce l'uso della memoria, del processore e delle altre risorse hardware e che smista le richieste di risorse mettendo in comunicazione un'app con l'hardware di cui ha bisogno per funzionare. Tutti i moderni sistemi operativi a kernel monolitico cercano di tenere le app lontane dalla gestione delle risorse hardware, per questioni di sicurezza, ma concedono ad alcune di loro di "avvicinarsi al kernel" assegnando privilegi più o meno estesi. Le utility di sistema, ad esempio, sono a stretto contatto con il kernel. Alcune componenti degli antivirus pure. In questi sistemi operativi, in pratica, tra l'hardware ed un'app ci sono diversi strati software (i driver, il file system, il file system virtuale etc etc...) e ogni app può "scavare" di più o di meno in base alle autorizzazioni ricevute dal sistema operativo stesso.
Nei sistemi operativi a microkernel, invece, app e kernel non vengono mai a contatto e, al contrario, sono eseguiti in spazi di memoria completamente separati e, per così dire, paralleli. Nessuno strato, quindi: contenitori separati che non comunicano tra loro. I primi esperimenti con i sistemi a microkernel risalgono già alla fine degli anni 1960, ma all'epoca la poca potenza dell'hardware, la poca memoria disponibile e la difficoltà di programmare software per sistemi microkernel portò gli OS con kernel monolitico ad avere la meglio. Oggi, però, tutto è cambiato.
HarmonyOS: i vantaggi dell'architettura
L'architettura microkernel è intrinsecamente più sicura di quella monolitica, perché non c'è la possibilità che un'app riesca a scalare i privilegi e ad accedere al kernel. Inoltre è più modulare: il microkernel centrale può essere affiancato da componenti diverse in base all'hardware su cui deve girare, ma resta uguale. Questo, almeno in teoria, porta all'enorme vantaggio che HarmonyOS è virtualmente universale: la promessa di Huawei ai programmatori, infatti, è quella di poter sviluppare un'app per HarmonyOS e poi poterla portare in pochissimi passaggi su una quantità infinita di dispositivi. Per chi sviluppa software ciò vale come l'oro, perché abbatte i tempi e i costi di sviluppo in modo consistente.
Un altro vantaggio di HarmonyOS è quello che Huawei chiama "Deterministic Latency Engine", cioè un sistema di assegnazione delle risorse e della capacità di calcolo basato su un'analisi in tempo reale delle effettive necessità dell'app. Il sistema funziona come una grande autostrada a quattro corsie: "Passing Lane", "Fast Lane", "Slow Lane" e "Bike Lane". Ognuna di queste corsie riceve via via meno risorse, ma un'applicazione può passare da una corsia all'altra se il Deterministic Latency Engine glielo concede.
Tirando le somme, quindi, secondo Huawei il suo HarmonyOS ha quattro vantaggi principali rispetto agli altri sistemi operativi: un'architettura modulare e distribuita, un'intrinseca leggerezza e velocità, una maggiore sicurezza del kernel e la capacità di creare un ecosistema completo di dispositivi con poco sforzo (anche economico).
HarmonyOS: i dispositivi
Al momento HarmonyOS è il sistema operativo di pochi dispositivi, tutti del gruppo Huawei: le smart Tv Honor Vision, Vision Pro e Huawei Vision e il router Huawei AX3. Huawei, però, afferma che a partire da HarmonyOS 2.0 (al momento è stata presentata solo la versione 1.0) il suo sistema operativo potrà funzionare con migliaia di dispositivi. Principalmente tutti quelli con uno schermo touch, come smartphone e tablet, ma anche PC, laptop e persino piccoli dispositivi IoT e wearable.
Paradossalmente, però, a differenza di quanto quasi tutti credono, gli smartphone potrebbero essere tra gli ultimi dispositivi ad essere venduti da Huawei con il sistema operativo HarmonyOS. O, almeno, quelli per il mercato internazionale. Questo perché l'enorme successo di Huawei non sarebbe stato possibile senza Android: se Huawei è oggi in grado di competere con Samsung per il titolo di primo produttore al mondo di smartphone, infatti, è solo perché è un produttore di smartphone Android. Tanto è vero che già il fatto di dover abbandonare i Google Mobile Services a causa del ban di Trump ha mandato nel panico più di un utente e ha danneggiato l'azienda.
Made in China 2025
Diversa, invece, è la questione sul mercato interno cinese. Qui, infatti, Huawei potrebbe diventare protagonista della rivoluzione "Made in China 2025" lanciata dal Governo di Pechino: entro il 2025 tutti i computer e le apparecchiature elettroniche della Pubblica Amministrazione dovranno essere prodotti in Cina o da produttori cinesi. HarmonyOS, quindi, potrebbe avere nel mercato interno uno zoccolo duro talmente tanto grande da permettere a Huawei di sviluppare ancor più velocemente il suo sistema operativo e di presentarlo al mondo come una valida alternativa non solo per i dispositivi mobile, ma anche per i desktop e i laptop.