Un'escalation continua, una lotta senza sosta che porta l'asticella sempre più in alto. A tutto vantaggio degli utenti, quanto meno nel medio e lungo periodo. Così, anche se i televisori compatibili con lo standard HDR10 stentano a farsi largo sul mercato e film e serie TV caratterizzati da un più ampio spettro di colori scarseggiano, i maggiori produttori del settore continuano a sfidarsi sul fronte degli standard TV, presentandone sempre di nuovi e più avanzati.
Se tra fine 2016 e inizio 2017 la statunitense Dolby aveva tolto i veli dalla "sua" versione di HDR10 (conosciuta con il nome di Dolby Vision), ora i produttori del consorzio HDR rispondono con una versione aggiornata dello standard, utilizzabile gratuitamente su qualunque TV di qualunque produttore (a differenza del Dolby Vision, versione proprietaria e a pagamento dello standard). Si chiama HDR10+ e promette – come accade spesso – una qualità video senza precedenti.
Che cos'è lo standard HDR10+
Ideato e realizzato da Samsung (con la collaborazione di Amazon, sempre più protagonista nel campo dei contenuti cinematografici e televisivi), lo HDR10+ è uno standard televisivo riguardante la tecnologia impiegata per riprodurre le immagini di un filmato qualsiasi (film, serie TV o videoclip musicale, tanto per fare tre esempi). Come il suo predecessore, lo HDR10+ migliora la qualità delle immagini riprodotte sullo schermo ampliando la gamma di colori che compongono la scena, utilizzando tecnologie ad hoc per rendere il tutto più vivido e "reale".
Questione di metadati
La maggiore novità rispetto allo standard precedente riguarda i metadati, informazioni "aggiuntive" che consentono al televisore di "interpretare" i dati video in arrivo e di visualizzare le immagini esattamente come pensato dal regista del film o della serie TV che si sta guardando. Se nell'HDR10 i metadati erano statici, nello standard evoluto diventano dinamici. Con l'HDR10 il televisore riceve un solo set di istruzioni/metadati da applicare a tutti i frame del video; nello HDR10+, invece, i metadati cambiano di secondo in secondo (o, addirittura, di frame in frame) per offrire un'esperienza visiva ancora migliore.
Differenze tra HDR10, HDR10+ e Dolby Vision
La più grande differenza tra HDR10 e HDR 10+, dunque, sta nella modalità di creazione dei metadati e delle istruzioni che questi forniscono al televisore. Nel vecchio standard le informazioni contenute nei metadati devono adattarsi al meglio a tutte le scene che l'utente andrà a visualizzare "costringendo" regista e montatore a scegliere una configurazione mediana che vada bene per ogni occasione. Lo HDR10+, invece, consente di fornire informazioni differenti per scene differenti, così che ogni singolo frame possa essere goduto al meglio dall'utente.
E, invece, quali sono le differenze tra HDR10+ e Dolby Vision? Da un punto di vista strettamente tecnologico, quasi nulle. Entrambi, infatti, sono basate su metadati dinamici e permettono di cambiare impostazioni della gamma di colori visualizzata secondo dopo secondo. Da un punto di vista pratico, invece, le differenze tra i due standard sono molteplici. Mentre il Dolby Vision è proprietario e richiede il pagamento di una fee per l'utilizzo; lo HDR10+, invece, è gratuito e può essere utilizzato da qualunque produttore senza dover pagare nulla. A questo si aggiunge la possibilità di modificarlo e adattarlo alle proprie necessità: una libertà che potrebbe convincere moltissimi produttori – anche poco conosciuti – a farlo proprio e utilizzarlo per TV di fascia alta.
13 marzo 2018