Tanto tuonò, che piovve. Dopo settimane e mesi di anticipazioni, annunci e relative smentite, Huawei presenta ufficialmente la sua piattaforma operativa, il cui sviluppo ha subito un'improvvisa accelerazione dopo il ban di Trump conseguente alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. A voler essere precisi, però, non è un sistema operativo nel senso classico del termine, quanto un ecosistema funzionante su vari dispositivi – smartphone, ovviamente, ma anche PC, tablet, smartwatch e smart device in genere – il cui obiettivo è regalare un'esperienza d'uso univoca e unica.
Per questo motivo, dire che HarmonyOS (questo il nome della piattaforma, trapelato già diverso tempo fa) sia un'alternativa ad Android è quanto meno riduttivo. Certo, l'obiettivo è quello di utilizzarlo a bordo dei telefonini Huawei, Honor e magari qualche altro produttore cinese come Oppo oppure OnePlus, ma verrà installato anche su altri dispositivi. Il primo a riceverlo, ad esempio, sarà lo Smart TV targato Honor che dovrebbe arrivare sul mercato prima della fine del 2019.
Da quel momento in poi, ogni giorno potrebbe essere quello "giusto" per vedere uno smartphone Huawei con Harmony OS anziché Android.
HarmonyOS, caratteristiche e funzionalità
Olistico, sicuro e fluido. Volendo riassumere le caratteristiche di Harmony OS in tre aggettivi, quelli appena elencati sono i più adatti. Il sistema operativo di Huawei, infatti, nasce per poter essere utilizzato indistintamente su qualunque dispositivo elettronico. L'obiettivo, come dichiarato da Richard Yu, CEO Huawei Consumer Business Group, è quello di creare un'esperienza utente "olistica", che non vari a seconda del device utilizzato. Per riuscirci, gli sviluppatori cinesi hanno creato un'architettura distribuita, che consenta di condividere facilmente dati e informazioni tra i dispositivi di questo innovativo "ecosistema operativo".
Questa scelta faciliterà anche la vita agli sviluppatori. Le app realizzate per HarmonyOS funzioneranno su tutti i dispositivi, senza alcun problema di compatibilità. Basterà svilupparla una sola volta per vederla girare su smartphone, tablet, smart TV, smartwatch e qualunque altro device con Harmony OS a bordo. Inoltre, le app sviluppate per Android potranno essere "trasformate" in app per HarmonyOS in maniera piuttosto semplice: in un massimo di 2 giorni l'app presente sul Play Store sarà disponibile anche su quello del nuovo ecosistema operativo Huawei.
HarmonyOS, inoltre, è stato sviluppato con l'obiettivo di renderlo il più sicuro possibile. La condivisione di dati e informazioni personali tra dispositivi di varia natura, infatti, farà gola ad hacker e cybercriminali, che tenteranno di inserirsi nei "meccanismi" dell'ecosistema per trafugare quanto più possibile. Un'evenienza che Huawei vuole scongiurare utilizzando un nuovo approccio di sviluppo, basato su microkernel che utilizzano metodi di verifica formale per evitare furti di dati personali.
La stessa architettura a microkernel garantisce una maggior fluidità e minor latenza. Secondo i dati snocciolati da Huawei, l'ecosistema operativo riduce del 25% i tempi di risposta delle app, rendendo l'esperienza di utilizzo molto più fluida e dinamica.
HarmonyOS, uscita e disponibilità
Il primo dispositivo con Harmony OS verrà presentato in questi giorni, durante la conferenza per gli sviluppatori in corso di svolgimento in Cina. Come detto, si tratta di uno smart TV a marchio Honor, che verrà commercializzato in Cina a partire dalla fine del 2019 o, tutt'al più, dall'inizio del 2020. Come specificato nella road map mostrata nel corso del congresso, nel 2020 dovrebbero essere presentati PC, smartwatch e smartband con Harmony OS a bordo. Per gli smartphone non è stata dichiarata alcuna data, ma l'attesa potrebbe essere più breve di quanto si pensi.
Da cosa dipende il successo di Harmony OS
Anche se nel settore delle relazioni internazionali è sempre difficile fare previsioni che risultino essere azzeccate, si può dire che lo stop imposto dall'amministrazione Trump alle relazioni commerciali e strategiche tra le aziende statunitensi e Huawei si protrarrà ancora a lungo. E, dal 20 agosto in poi, Huawei dovrà "mettersi in proprio", presentando smartphone con un sistema operativo differente da Android. Al netto degli annunci su caratteristiche e funzionalità (ancora da mettere alla prova su larga scala), il successo di Harmony OS sarà determinato però da altri fattori.
Il principale riguarderà la disponibilità di applicazioni e piattaforme di servizi che permettano agli utenti di non soffrire troppo il passaggio da Android al nuovo ecosistema operativo. Come sanno bene gli sviluppatori di Windows Mobile e del sistema operativo BlackBerry, le sorti di una piattaforma per smartphone (e per PC) dipendono prima di tutto dal numero di programmi che un utente può utilizzare. Quanti sarebbero disponibili, ad esempio, a spendere qualche centinaio di euro per uno smartphone che non ha WhatsApp, Instagram e Facebook? Ben pochi, è facile immaginare.
In questo processo, una mano può arrivare dal mercato interno. Probabile che nei prossimi mesi Huawei si impegni ad aumentare ulteriormente la propria fetta di mercato in Cina, e forse anche in India. L'obiettivo sarà quello di "accumulare" decine e decine di milioni di nuovi utenti, così da spingere le varie software house a realizzare applicazioni anche per il suo sistema operativo.
9 agosto 2019