Quando si parla di programmi per l'ufficio – le cosiddette suite di produttività – i primi nomi a venire in mente sono quelli di Office, Google Docs e LibreOffice. Tra le varie alternative, queste tre suite sono riuscite a guadagnarsi le più ampie fette di utenti, offrendo loro servizi e strumenti per migliorare e ottimizzare esperienza (e tempi) d'utilizzo. Il loro predominio, però, potrebbe essere messo a repentaglio dalla comparsa di Graphite.
Che cos'è e come funziona Graphite
Graphite è una suite di applicativi web (include un editor di testi, un gestore di fogli di lavoro e un'alternativa alla posta elettronica chiamata "conversazioni") gratuita che permette di creare e conservare documenti di testo e fogli di lavoro sul proprio server oppure online, sfruttando una derivazione della blockchain chiamata Blockstack. Rispetto alle "solite" suite di produttività online (la già citata Google Docs, ma anche Office Online e molte altre), i dati creati con Graphite sono spezzettati e archiviati, in maniera crittografata, nei vari nodi connessi alla rete di Blockstack.
Per il resto, il funzionamento di Graphite non differisce di molto da quello delle suite concorrenti più conosciute. I file di testo o i fogli di lavoro possono essere creati (e modificati) da qualunque dispositivo connesso alla Rete, possono essere condivisi con altri utenti e possono essere consultati ovunque. Insomma, sul fronte dell'usabilità ben poco da "dichiarare".
Come iscriversi a Graphite
Nel caso in cui vogliate iscrivervi a Graphite e iniziare a utilizzarlo come word editor online, prendetevi qualche minuto. La procedura per accedere al servizio, infatti, è un po' più complessa di quelle a cui si è solitamente abituati. Prima di tutto sarà necessario scaricare Blockstack, così da poter entrare a far parte del suo network, e creare un account. Con le credenziali appena ottenute su Blockstack si potrà poi effettuare il login anche con Graphite (potrebbe accadere che vi venga chiesto di pagare in Bitcoin per creare uno username da usare nella piattaforma di applicativi d'ufficio, ma non è obbligatorio farlo).
Il "fantastico" mondo delle DApp
Graphite, così come lo abbiamo appena descritto, non è altro che uno dei tanti esempi di DApp nati a cavallo tra la fine del 2017 e l'inizio del 2018. Ma, esattamente, cosa sono le DApp? Crasi delle parole Decentralized App (traducibile con "Applicativi decentralizzati"), sono dei software e servizi web che basano il proprio funzionamento su protocolli e modelli peer-to-peer anziché sul "classico" modello client-server. Le risorse necessarie a far girare le DApp sono distribuite tra una miriade di computer appartenenti a una stessa rete o sotto-rete e collegati tra loro da software come la blockchain (o "derivati").
Nel caso di Graphite, ad esempio, tanto il suo codice sorgente quanto i file creati dagli utenti sono spezzettati e distribuiti tra l'intera rete di nodi connessi tra loro grazie a Blockstack- Ciò permette di utilizzare l'editor di documenti di testo da qualunque computer connesso alla Rete e recuperare i propri file anche se si è soliti utilizzare dispositivi differenti. Il tutto in piena sicurezza e senza il rischio che qualcuno – sia esso un hacker o il gestore del servizio web che si utilizza – riesca a "controllare" ciò che facciamo.
Applicativi di questo genere, negli ultimi mesi, stanno nascendo un po' come funghi. Sulla falsariga di Bitcoin e delle altcoin basate sulla blockchain, le DApp si sono letteralmente moltiplicate: DTube, ad esempio, è l'alternativa distribuita a YouTube; Storj è un servizio di cloud storage fotografico che sfrutta la blockchain per "spezzettare" le immagini e archiviarle nello spazio messo a disposizione da migliaia di utenti in tutto il mondo; OpenBazaar è un concorrente "distribuito" e decentralizzato di ebay.
Reinventando il web
Al di là del loro futuro immediato, le DApp rappresentano (o potrebbero rappresentare) il primo tassello di un puzzle molto più ampio che va sotto il nome di web decentralizzato. Si tratta, almeno nei piani degli sviluppatori e degli investitori che ci stanno lavorando su, di una sorta di "ritorno alle origini": una rete
Lo stesso Tim Berners-Lee, da tutti considerato come l'inventore del World Wide Web, ha espresso più di qualche dubbio e preoccupazione sullo stato attuale del web. La crescita di società come Google, Facebook e Microsoft ha portato a una "concentrazione di potere" inimmaginabile sino a qualche anno fa. Gestendo file di ogni tipo, queste (e moltissime altre) società sono in grado di creare profili commerciali dei loro utenti, così da proporgli pubblicità in linea con i loro interessi e le loro abitudini. E al crescere dei servizi offerti online, cresce anche la "presa" che i giganti del web hanno sull'utenza e sui loro dati.
Con il web decentralizzato tutto ciò potrebbe (e dovrebbe) finire. Servizi e dati vengono "spezzettati", crittografati e distribuiti in una miriade di computer ignari del contenuto dei file che ospitano. Le informazioni non possono essere così catalogate, né sarà possibile creare profili commerciali di chi utilizza una DApp piuttosto che un'altra. Gli utenti potrebbero così "rientrare" in possesso dei loro dati e sarebbero in grado di difendere la loro privacy in maniera molto più efficacie.
6 marzo 2018