In Breve (TL;DR)
- Wearable tecnologici come pendenti e anelli smart aiutano a registrare informazioni importanti e ricordare eventi, offrendo un supporto pratico per chi ha difficoltà di memoria.
- Gadget Bluetooth, come tracker per oggetti, riducono il rischio di perdere beni personali avvisando l’utente in caso di allontanamento.
- Strumenti di intelligenza artificiale possono fungere da assistenti personali, creando promemoria e percorsi di allenamento per migliorare la memoria e l’organizzazione personale.
Imparare come migliorare la memoria, o anche più semplicemente come ricordarsi le cose più importanti, non è per niente semplice: da una parte bisogna conoscere tecniche specifiche, dall’altra non possono mancare costanza e rigore.
Per fortuna la tecnologia oggi è perfettamente in grado di venire in soccorso anche degli utenti più smemorati o pigri. Esistono infatti tantissimi prodotti smart pensati proprio per chi non riesce a tenere a mente informazioni importanti, o magari per chi ha il vizio di perdere oggetti più o meno importanti.
Dai wearable che ricordano al posto di chi li indossa ai dispositivi bluetooth che risuonano ogni volta che c’è il rischio che vengano dimenticati chissà dove. Senza dimenticare l’intelligenza artificiale, che può rivelarsi un’alleata davvero preziosa: tanto per la creazione di un assistente virtuale, quanto per lo sviluppo di un percorso di miglioramento personale.
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1. I migliori wearable per chi non sa come ricordarsi le cose
Tada Images/Shutterstock
La tecnologia può essere d’aiuto a chi non sa come migliorare la memoria in tanti modi diversi: da una parte le soluzioni che, in un modo o nell’altro, permettono di allenare la predisposizione al ricordo. Dall’altra quelle che sovrappongono una memoria virtuale a quella dell’utente.
In questo senso esistono diversi wearable tech pensati proprio per supportare gli smemorati e accompagnarli nella quotidianità: dalle attività professionali ai momenti di divertimento.
L’approccio a questo genere di prodotti è piuttosto intuitivo: l’utente si dota di un device indossabile, che si prende in carico il compito di registrare tutto ciò che succede intorno a lui o a lei.
I singoli dispositivi possono assomigliare a un pendente, una collana intera, o magari possono essere nascosti all’interno di una spilla, un orecchino o un paio di gemelli. Ma si tratta quasi sempre di strumenti che sfruttano l’intelligenza artificiale per registrare grandi quantità di dati e organizzarle in maniera facilmente fruibile.
In base alla potenza di calcolo e la memoria di archiviazione a disposizione, i wearable per smemorati possono registrare anche 10 ore di audio al giorno, che poi vengono catalogate e riproposte sotto forma di appunti scritti.
È il caso ad esempio di Compass e Limitless Pendant, che propongono modalità di abbonamento e prezzi variabili in base alla quantità e la qualità di informazioni di cui si vuole fruire.
Ma esistono anche wearable pensati per gestire più fonti di informazioni, come Humane AI Pin, che annota automaticamente tanto le chiamate quanto i messaggi scritti ricevuti dall’utente. Allo stesso modo esistono soluzioni come Plaud Notepin, pensate per interfacciarsi agilmente con strumenti esterni, andando ad esempio a registrare automaticamente riunioni web o altre conversazioni online di interesse per l’utente.
Infine spazio a Remember Ring, una particolarissima fede hi-tech che si riscalda a intervalli di 10 secondi in occasione di ricorrenze specifiche: la soluzione ideale per non rischiare di dimenticare un anniversario o un compleanno speciale.
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2. I migliori gadget tecnologici per chi non perdere più i propri beni
Trovare una soluzione tecnologica che spieghi all’essere umano come migliorare la sua memoria non è affatto semplice. Ma per fortuna è comunque possibile individuare tanti prodotti perfetti per gli smemorati e magari per coloro che tendono a perdere oggetti personali un po’ troppo spesso.
Anche in questo senso esistono molti oggetti smart concettualmente simili: il loro cuore è infatti quasi sempre composto da un dispositivo bluetooth che si aggancia allo smartphone o il tablet dell’utente e che può venire utilizzato dall’utente per individuare i suoi beni più preziosi.
Un esempio lampante di questa tecnologia sono gli AirTag, che ormai vengono sviluppati tanto per i prodotti Android quanto per quelli con sistema operativo iOS o iPadOS. Ma esistono tante altre specifiche meritevoli di attenzione.
È il caso ad esempio dell’ombrello hi-tech sviluppato dall’azienda inglese Blunt, che allerta automaticamente il proprietario facendo risuonare il suo smartphone nel momento in cui si allontana per oltre 30 metri.
Ma anche degli occhiali da sole sviluppati da Tzukuri, spesso presentati come “indimenticabili”: la loro tecnologia è la stessa descritta nel capoverso precedente, ma il raggio di azione oltre cui scatta l’allarme bluetooth è di appena 10 metri.
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3. Altre soluzioni tecnologiche per chi non sa come migliorare la memoria
Anucha Tiemsom/Shutterstock
Fino a qui sono stati analizzati dei gadget che sfruttano la tecnologia per colmare eventuali lacune legate alla memoria dell’utente: soluzioni che possono risolvere tanti piccoli, grandi imprevisti, ma che, al tempo stesso, non vanno certamente alla radice del problema.
Eppure la tecnologia può essere utilizzata anche per provare a migliorare la memoria: basti pensare ai diversi usi che si possono fare dell’intelligenza artificiale, sia nell’ottica della creazione di un assistente personale, sia attraverso la creazione di un percorso di allenamento.
Strumenti di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT di OpenAI, Gemini di Google o Copilot di Microsoft, possono essere utilizzati dall’utente per registrare tutte le informazioni di cui ha maggiormente bisogno: a partire dagli appunti scritti e le trascrizioni di riunioni, fino ad arrivare ad articoli di giornale o testi complessi.
Tutte queste fonti, una volta date in pasto all’AI, possono venire usate per generare documenti di sintesi da catalogare sul proprio dispositivo, in modo da avere sempre a disposizione una specie di file reminder.
Questi tool possono dunque diventare dei veri e propri assistenti personali, che, tra l’altro, potrebbero presto diventare in grado di conoscerci in maniera approfondita e “definitiva”. Si pensi in tal senso ai recenti esperimenti di OpenAI sulla memoria a lungo termine di ChatGPT, mirata proprio a permettere al chatbot di mantenere informazioni legate alla storia, gli interessi o le preferenze del singolo account.
Infine l’AI può essere pensata come un vero e proprio allenatore della memoria. Per iniziare un percorso di miglioramento personale è sufficiente partire da un prompt mirato, come ad esempio: “quali sono le migliori tecniche per ricordarsi le cose?”.
Il chatbot restituirà una serie di consuetudini o pratiche che possono facilmente venire replicate in autonomia, ma attenzione: non tutte le informazioni trasmesse dall’AI sono necessariamente attendibili. È dunque consigliabile sottoporre quanto ricevuto a un prova di verità, magari facendo una ricerca comparativa sul web.