La realtà virtuale, così come la conosciamo oggi e come per il momento abbiamo imparato ad utilizzarla, verrà presto stravolta. Non dall'arrivo di una nuova tecnologia per vivere esperienze immersive a 360 gradi, ma dai progressi che essa stessa sta facendo negli ultimi tempi. Avatar molto personalizzati e realistici, l'implementazione di controller tattili gestibili tramite un semplice guanto e il miglioramento della qualità delle immagini e del loro scorrimento nel visore: queste sono solo alcune delle principali novità che rivoluzioneranno nel prossimo futuro la VR.
In realtà, se facciamo un piccolo passo indietro, già negli ultimi anni la realtà virtuale ha fatto dei notevoli passi in avanti. Se pensiamo per esempio ai primi visori VR economici come i Google Cardboard, oppure ai difetti dei primi visori, anche se di qualità e stand-alone, ci accorgiamo di quanto la realtà virtuale sia già progredita. Questi dispositivi, ad esempio, provocavano un forte senso di straniamento e di nausea (detto motion sickness) negli utenti dopo appena pochi minuti di utilizzo: qualità delle immagini e dei video non eccezionale e non adatta a un'esperienza immersiva impedivano a molti di utilizzare i visori VR per più di qualche manciata di secondi.
Difetti che, nel tempo, sono stati eliminati o sono in via di eliminazione, tanto che già ora possiamo utilizzare la VR per giocare o guardare video e spettacoli a 360 gradi in maniera realmente immersiva e abbastanza credibile. Nei prossimi anni, però, dobbiamo aspettarci un ulteriore passo in avanti che permetterà alla realtà virtuale di essere usata per tantissime operazioni e in tantissimi ambiti e non solo per lo svago. Utilizzeremo la VR, ad esempio, per imparare un mestiere, per prepararci a un'operazione chirurgica o per esplorare un'abitazione in vendita senza muoverci da casa o dall'ufficio dell'agenzia immobiliare. Ecco, dunque, cosa dobbiamo aspettarci dalla VR nel prossimo futuro.
Controller tattili
Il passo naturale che la realtà virtuale deve e sta cercando di compiere è quello di implementare un controller che permetta agli utenti anche di "toccare" quello che vedono nei vari filmati immersivi. In parte già diversi produttori hanno realizzato speciali controller che si indossano sull'avambraccio, come visto anche su Oculus Quest, che ci consentono tramite pressioni, vibrazioni e una serie di movimenti di gestire quello che vediamo nel visore, ma soprattutto di avere una prima impressione tattile degli oggetti incontrati in VR. Si tratta comunque ancora di dispositivi alle primissime fasi di sviluppo e che difficilmente riescono a ingannare la mente umana in una sensazione così forte e diretta come il tatto. Ingannare il cervello con la vista è infatti molto più semplice.
In futuro, però, diremo addio a pesanti controller da indossare o a piccoli dispositivi da stringere nella mano per avere delle risposte come vibrazioni o sentire caldo e freddo in base a cosa tocchiamo. Al momento diverse aziende stanno investendo nella sperimentazione di sensori di prossimità che percepiscano i movimenti della nostra mano e che quindi ci consentano di muovere oggetti e di spostarci in realtà virtuale senza l'uso di controller fisici. All'inizio è probabile che vedremo una serie di telecamere aggiuntive che dovremo posizionare davanti a noi quando usiamo siamo immersi nella realtà virtuale, ma tra qualche anno questi sensori saranno inseriti direttamente sul visore che potrà così intuire le nostre intenzioni dal semplice movimento delle nostre mani. Per quanto riguarda la sensazione tattile invece già diversi produttori stanno testando dei semplici guanti che offrono una serie di feedback in base a quello che stiamo facendo nella realtà virtuale.
Il rendering foveated
Il termine rendering foveated negli ultimi anni rappresenta l'innovazione più ricercata dai vari produttori di visori per la VR. Di cosa stiamo parlando? Semplice del tracciamento degli occhi per rendere "umane" le immagini visualizzate in realtà virtuale. Per natura, l'occhio umano mette a fuoco ciò che sta guardando centralmente mentre i vari oggetti o soggetti ai lati restano meno nitidi. Al contrario, nell'attuale tecnologia VR le immagini usate sono state inserite come nitide in ogni angolazione, causando un forte straniamento per il cervello umano. Per rendere il più naturale possibile l'esperienza, dunque, i visori del futuro avranno un sensore interno per il tracciamento dell'occhio in modo da capire cosa stiamo guardando in maniera fissa e centrata e adeguare la nitidezza dell'immagine di conseguenza. Al momento solo Oculus Quest ha il rendering foveated ma si tratta di un tracciamento fisso, ossia solo l'immagine centrale è a fuoco in maniera naturale, questo significa che se ci voltassimo non avremo la stessa sensazione.
Avatar realistici
Fin qui con la VR ci siamo divertiti ad esplorare mondi sconosciuti, a giocare ai videogame o a visitare monumenti lontani ma in futuro la realtà virtuale sarà una sorta di seconda realtà nella quale potremo interagire con la nostra persona. Come? Semplice, grazie a degli avatar ultra- realistici. Per ora gli avatar della realtà virtuale sono molto fumettistici e ricordano i videogame ma in futuro vedremo grazie alla computer grafica un uomo identico a noi. In questo modo si creeranno degli spazi virtuali dove socializzare, discutere o semplicemente seguire un evento tutti insieme anche se divisi da chilometri di distanza. E immaginatevi la possibilità di toccare, con i guanti descritti prima, un altro essere umano attraverso il suo avatar, sarebbe una rivoluzione totale nel campo dei rapporti umani.
19 novembre 2018