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Furto di droni: basta un centesimo di secondo per dirottarli

Un ricercatore di sicurezza ha dimostrato che è possibile impossessarsi di un drone in volo in poco più di un centesimo di secondo. Ecco come

Ladro di droni

Un centesimo di secondo è più o meno il tempo che una farfalla impiega a battere le ali, o una persona a sbattere le palpebre. In questo stesso lasso di tempo, un esperto di sicurezza informatica è riuscito ad appropriarsi di un drone in volo.

Icarus, ladro di droni

Merito di Icarus, un dispositivo informatico realizzato dall'esperto di sicurezza informatica Jonathan Andersson e capace di "intercettare" i droni e dirottarli senza che il legittimo proprietario possa fare nulla. Indipendentemente dall'altitudine, Icarus si sostituirà al telecomando o allo smartphone utilizzato per controllare il velivolo e inizierà a pilotarlo seguendo le istruzioni che arrivano dall'hacker di turno.

Icarus, in particolare, è formato da un'unità di controllo SDR (Software Defined Radio, che consente di variare la frequenza del segnale radio a seconda delle necessità dell'utente), da un microcomputer e altri strumenti elettronici che consentono al pirata (informatico) dell'aria di inserirsi nel canale comunicativo tra il device e d il suo controller riuscendo così a dirottare il drone. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, i telecomandi dei droni sfruttano la banda radio da 2,4 gigahertz e protocolli comunicativi dello standard Wi-Fi (sì, lo stesso dei modem router che avete a casa), mettendo però da parte la sicurezza garantita dalla crittografia. In questo modo, una volta scoperto l'esatto canale radio utilizzato per la comunicazione, il furto del drone è facilmente realizzabile.

Questione di tempismo

 

 

Ciò accade perché la banda dello spettro radio sfruttato dal Wi-Fi è divisa in tante piccole porzioni equivalenti – i canali comunicativi – che consentono di sfruttare in maniera più efficace ed efficiente la banda. Per evitare interferenze e rumore, però, i telecomandi dei droni cambiano canale di comunicazione ogni 11 millesimi di secondo (arrotondando, si tratta di una volta ogni centesimo di secondo). Se l'hacker riesce a individuare il canale e inserirsi in questo lasso di tempo – minimo, come detto all'inizio – sarà in grado di prendere il controllo del velivolo e dirottarlo a proprio piacimento.

Furto di droni, un problema che riguarda tutti

A differenza di quanto si potrebbe immaginare, il furto di droni è un problema che riguarda l'intero settore dei velivoli radiocomandati. Sia i droni giocattolo sia i velivoli professionali utilizzati da registi e fotografi, infatti, condividono lo stesso sistema di comunicazione. Il metodo mostrato da Jonathan Andersson nel corso del Security Analysis Summit, evento dedicato al mondo della sicurezza informatica, potrebbe essere utilizzato per dirottare un piccolo drone da poche decine di euro o mezzi dal costo di svariate migliaia di euro.

 

Ladro di droni all'opera

 

Nonostante il problema sia ora conosciuto, trovare una soluzione a questa falla di sicurezza è un affare tutt'altro che semplice. Implementare in questo campo gli stessi protocolli di sicurezza utilizzati dai router Wi-Fi di casa, ad esempio, sarebbe piuttosto complesso, dal momento che richiederebbe un dispendio energetico aggiuntivo non trascurabile ed in genere troppo elevato per poter essere adeguatamente supportato da batterie dalla durata limitata come quelle tipiche dei droni e dei loro telecomandi.

A cura di Cultur-e
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