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Che cos'è frammentazione Android

Il sistema operativo mobile di Google è caratterizzato da una lunga aspettativa di vita. Ciò, però, non sempre è da vedere come un fatto positivo

Smartphone Android

Nell'annosa diatriba se sia migliore Android o iOS molto probabilmente non si riuscirà mai a trovare una risposta definitiva e che vada bene per tutti. C'è un dato, però, che spesso e volentieri viene utilizzato dai detrattori del sistema operativo del robottino verde: quello della diffusione degli aggiornamenti e dell'adozione delle nuove versioni di sistema operativo. Android 8.0 Oreo, ultima major release del sistema operativo Google, è installato sullo 0,5% degli smartphone in circolazione; iOS 11, ultima major release del sistema operativo Apple, è (dati aggiornati a dicembre 2017) presente sul 59% degli iPhone e iPad. Segno, secondo i fan dei dispositivi della mela morsicata, di un sistema operativo più stabile e maturo.

Ovviamente, la deduzione appena descritta è forse troppo elementare e di parte, ma i dati snocciolati evidenziano comunque un problema arcinoto del sistema operativo Google: quello della frammentazione Android e della lentezza con la quale sono adottate le nuove versioni e major release realizzate in quel di Mountain View. Una problematica che Android si porta dietro (più o meno) da quando è stato lanciato e che è insito nella sua stessa natura di sistema operativo open source.

Che cos'è la frammentazione Android

Quando si parla di frammentazione Android ci si riferisce al fenomeno (condiviso in parte anche con Windows) della lunga "aspettativa di vita" delle vecchie versioni del sistema operativo. Tenendo conto che Google rilascia una major release ogni anno e che, "grazie" al suo essere open source, ognuno delle decine di produttori può personalizzare come meglio crede il sistema operativo del robottino verde, si capisce immediatamente che in circolazione possono esistere decine di diverse versioni di Android.

Distribuzione versioni Android, dati dicembre 2017 Distribuzione versioni Android, dati dicembre 2017

 

Fermandosi a quelle stock (per intendersi, la versione di Android montata dai Nexus o dai Pixel), si contano ancora 8 differenti versioni di Android attive. La più diffusa è Android 6 Marshmallow (datato maggio 2015), mentre il già citato Oreo è in penultima posizione appaiato ad Android 4 Ice Cream Sandwich (presentato nell'ottobre 2011). Insomma, una situazione niente affatto idilliaca.

Perché la frammentazione Android è pericolosa

Anche se, per alcuni versi, potrebbe sembrare una situazione innocua (al massimo, viene da pensare, qualche utente perde la possibilità di utilizzare le ultime funzionalità rilasciate), la frammentazione Android mette a rischio la stragrande maggioranza degli utenti del sistema operativo mobile Google. Ogni mese, gli ingegneri di Big G rilasciano aggiornamenti contenenti nuove funzionalità e patch di sicurezza necessarie per "tappare" falle e vulnerabilità scoperte nel codice sorgente del sistema operativo.

 

Pila smartphone Android

L'installazione dell'aggiornamento di sicurezza, però, non è automatico: sono i vari produttori di smartphone a dover implementare il tutto nella loro ROM e renderlo disponibile agli utenti. Può quindi accadere che, in alcuni casi, gli aggiornamenti arrivino per tempo, mentre in altri arrivino a mesi di distanza da quando sono stati rilasciati da Google. Se così dovesse essere, sistema operativo e smartphone saranno alla mercé di qualunque hacker che abbia voglia di girovagare nel vostro dispositivo.

Che cos'è il project Treble e perché potrebbe mettere un freno alla frammentazione Android

Per provare a porre rimedio all'eccessiva frammentazione, Google ha lanciato il project Treble, una misura che dovrebbe permettere agli utenti di utilizzare dispositivi più protetti e sicuri anche se non dovessero essere aggiornati all'ultima versione del sistema operativo del robottino verde. Si tratta, probabilmente, di una dei maggiori cambiamenti che Google ha apportato all'architettura di Android da tre o quattro anni a questa parte.

 

Pixel 2 XL

Ma che cos'è il project Treble esattamente? Fino ad Android Nougat 7.0 il codice sorgente "gestito" da Google e quello realizzato dai vari produttori per personalizzare funzionalità e aspetto sono parte di un unico "pacchetto" da aggiornare tutto insieme. Ciò vuol dire che, anche per il più piccolo degli aggiornamenti da implementare, richiede la scrittura (o riscrittura) di larghe porzioni di codice per evitare che si creino bug o malfunzionamenti. Così facendo, i tempi per il rilascio degli aggiornamenti di sicurezza si dilatano a seconda delle risorse che il produttore può dedicare allo sviluppo della propria ROM.

Il project Treble, invece, separa la parte di codice sorgente "generale" di Google da quello del produttore, ridefinendo così l'architettura e le modalità di Android e le modalità di rilascio degli aggiornamenti del sistema operativo mobile. In particolare, l'implementazione degli aggiornamenti di sicurezza – solitamente curati dagli sviluppatori Google -sarà più veloce, rendendo così semplice proteggere anche i dispositivi più datati (quanto meno in prospettiva). Come "effetto collaterale", il project Treble avrà anche il merito di ridurre la frammentazione Android, almeno per quel che riguarda il capitolo sicurezza. Pur restando differenze sul fronte dell'interfaccia e della versione di rilascio, tutti avranno le stesse specifiche di sicurezza.

 

Smartphone Android

Unica pecca, la compatibilità attuale: Treble, infatti, è parte integrante di Android 8 Oreo e compatibile al momento solo con una manciata di smartphone. Solo a partire dalla seconda metà del 2017 la compatibilità sarà estesa agli smartphone di nuova uscita, ma non con i vecchi. Insomma, gli effetti del project Treble sulla frammentazione Android ci saranno, ma solo a partire dai prossimi anni.

23 dicembre 2017

A cura di Cultur-e
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