In dieci giorni o poco più è stato in grado di attrarre l'attenzione di circa 1.500 investitori sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter raccogliendo poco più di 170mila dollari a fronte dei 50mila necessari a far partire il progetto. Con 20 giorni ancora a disposizione degli investitori dal basso si può scommettere che la cifra finale sarà molto più vicina al milione di dollari di quanto si potesse inizialmente. D'altronde, l'idea è di quelle potenzialmente capaci di mutare il panorama odierno della domotica.
L'attacco intelligente
Da LG a Philips, passando per un'infinità di piccole start-up, il settore dell'illuminotecnica è tra i più “affollati” e movimentati della domotica. In particolare, a destare il maggiore interesse sono le cosiddette smart bulb, le lampadine intelligenti (solitamente al LED) controllabili con lo smartphone e regolabili in intensità e colore. Per molti si tratta della lampadina del futuro, alcuni – come le sopraccitate LG e Philips – stanno provando a “teletrasportarla” nel presente. Lo scoglio più grande, ad oggi, è rappresentato dal prezzo: uno starter kit della Philips Hue (composto da tre lampadine e la centralina di controllo) costa poco meno di 200 euro e, nel caso la lampadina si fulmini, bisogna acquistarne una nuova per circa 60 euro. Ciò vorrebbe dire gettare anche la parte “intelligente” del dispositivo, magari perfettamente funzionante. E se una lampadina diede il là all'obsolescenza programmata, un'altra (o meglio, l'attacco della lampadina) potrebbe metterci un freno.
La connettività prima di tutto
“Credo che la connettività sia la parte più importante in una smart bulb”. Parola di Atif Noori, dottorato di ricerca in semiconduttori alla UCLA (University of California Los Angeles), otto anni di esperienza nel laboratorio di Materiali applicati a sviluppare prodotti e dispositivi a basso consumo energetico. E CEO di Emberlight, piccola start-up con base a San Francisco. “Sono sempre stato interessato ai dispositivi connessi sin dagli anni dell'università e mi sembra logico di separare la lampadina dalla parte 'intelligente' del dispositivo. In questo modo mi è venuta l'idea: i LED sono una gran bella cosa, ma ciò che conta è altro”. Noori coinvolge in questa sua “pazza idea” Gordon Kwan (co-founder e incaricato di sviluppare la parte hardware), SteveArnold, ex googler e responsabile del design, Kevin Wolf (firmware) e Levi Wolf (cloud). “Credo che il nostro vantaggio sia di essere tutti veterani dell'industria – afferma Atif. Tutti possiamo vantare dai dieci a ai venti anni di esperienza”.
Cos'è Emberlight
Nasce così Emberlight, un adattatore plug and play che rende intelligente qualunque tipo di lampadina. Non importa che sia LED, alogena o CFL (Compact fluorescent lamp, le lampadine a “risparmio energetico per intendersi) o addirittura a incandescenza: sarà sufficiente che abbia un attacco Edison 27 (il “normale” attacco a vite) e una normalissima lampadina potrà essere controllata dallo smartphone anche a centinaia o migliaia di chilometri di distanza. Come aveva affermato tempo prima, ha separato la parte “intelligente” dalla lampadina, creando un dispositivo universale e utilizzabile in qualunque situazione. E che, soprattutto, “sopravvive” alla lampadina stessa e può essere riutilizzato senza problemi.
Come funziona Emberlight
Così come l'idea alla sua base, il funzionamento di Emberlight è piuttosto intuitivo. Basta inserirlo tra la lampadina e l'attacco ed effettuare la prima configurazione tramite Wi-Fi. Non saranno richiesti altri dispositivi o centrali di controllo: sarà sufficiente collegarla alla rete senza fili casalinga per poterla controllare tramite l'app per Android o iOS.
Una volta collegato, Emberlight offrirà tutte le funzionalità tipiche di una smart bulb: la possibilità di accendere e spegnere la luce dallo smartphone, di regolarne l'intensità, di utilizzare alcuni settaggi predefiniti (scegliendo l'intensità, ad esempio, in base all'umore o alla situazione) e configurare la luce in modo da simulare l'alba e avere un risveglio il più possibile naturale. La creazione di Atif Noori, però, mette a disposizione alcune funzionalità mai viste prima: sfruttando la connettività Bluetooth, ad esempio, Emberlight sarà in grado di percepire se una persona stia entrando o uscendo dalla stanza. In questo modo la luce si accenderà e spegnerà automaticamente, senza bisogno di premere alcun interruttore fisico o alcun pulsante sullo smartphone.