Secondo l'Organizzazione Mondiale per la Sanità si tratta di una “emergenza di sanità pubblica di rilievo internazionale” contro cui “è necessaria una risposta coordinata a livello internazionale”. L'epidemia di Ebola che sta affliggendo l'Africa occidentale da diverse settimane sembra non conoscere ostacoli: negli ultimi giorni sono morti 120 medici da giorni sul campo nel tentativo di assistere le migliaia di malati e contagiati. Una flebile speranza arriva dagli Stati Uniti, dove un siero sperimentale ha permesso di guarire, nel giro di pochi giorni, due sanitari statunitensi che avevano contratto il virus in Africa.
Anche la tecnologia corre in soccorso degli scienziati, provando a tracciare l'insorgenza dei focolai della malattia e restituire una mappa più possibile precisa dell'evoluzione dell'Ebola. In questo modo i medici sperano di poter intervenire nell'immediato, tentando di arginare la diffusione del virus sul nascere. Due le modalità di “azione” in casi come questi: affidarsi al contributo degli internauti e alla citizen science oppure fare leva sui big data e studiare i flussi migratori su base statistica.
Health map
Tra i progetti di citizen science più conosciuti e partecipati, HealthMap serve a tracciare l'evoluzione temporale e geografica di epidemie e malattie virali come l'influenza H1N1, l'Ebola, la febbre dengue e molto altro ancora. Il portalne nasce nel 2006 su iniziativa di un pool di medici del Boston Children's Hospital in collaborazione con un team di ricercatori sanitari, epidemiologi e ingegneri informatici specializzati nello sviluppo di piattaforme web partecipative. Attraverso un processo automatizzato e aggiornato 24 ore su 24, 7 giorni su 7, Health Map è in grado di monitorare, organizzare, filtrare, integrare e visualizzare informazioni su malattie ed epidemie di ogni tipo.
Tra le sue fonti troviamo l'OMS, l'Organizzazione mondiale per la salute degli animali, il network GeoSentinel, Google News, Baidu News e segnalazioni dirette degli utenti. Il portale facilita, dunque, il lavoro delle organizzazioni sanitarie internazionali nell'individuare per tempo focolai di malattie virali ed epidemie. Come ci insegna l'epidemia di virus Ebola di queste ultime settimane, individuare i primi segnali del contagio e intervenire prontamente è di fondamentale importanza per evitare la diffusione pandemica della malattia.
Come funziona HealthMap
Gli algoritmi sviluppati e perfezionati con gli anni dal team di HealtMap funzionano più o meno come un web crawler: scandagliano il web e le loro fonti alla ricerca di possibili avvisaglie su focolai di epidemie. Le informazioni così ricavate sono analizzate e valutate da un team di esperti sanitari, il cui compito è valutare l'attendibilità o meno delle notizie trovate.
Le notizie verificate vengono poi tradotte in dati geografici e statistici e importati all'interno di una mappa digitale liberamente consultabile da tutti gli internauti. I focolai vengono suddivisi per tipologia di malattia e raggruppati: nel caso in cui le segnalazioni diventano corpose, sulla mappa comparirà un pallino che cambierà di colore (dall'amaranto al giallo) al crescere di numero di articoli, segnalazioni e valutazioni delle organizzazioni sanitarie nazionali e internazionali.
HealthMap e l'Ebola
Nelle ultime settimane, il portale informativo sullo stato sanitario mondiale ha registrato un improvviso aumento del numero di visitatori. “Merito” del virus Ebola, sostengono i curatori del portale. HealthMap, in effetti, è stata la prima a segnalare l'insorgenza di un focolaio del virus in Guinea: il 14 marzo di quest'anno otto persone morivano per una febbre misteriosa e tutti i sintomi riconducevano all'Ebola. La conferma arriva cinque giorni più tardi con la notizia della morte di altre 22 persone nel Paese dell'Africa occidentale. Il primo focolaio dell'epidemia è ormai conclamato e il primo pallino fa la sua comparsa sulla mappa interattiva del portale.
Da qui in poi tutto gli aggiornamenti sulla diffusione dell'ebola in Africa hanno assunto le sembianze di un bollettino di guerra. Data la virulenza della malattia, i curatori del portale hanno preferito creare una sezione ad hoc per l'epidemia: oltre la mappa interattiva e il triste conteggio dei casi registrati e dei morti accertati, si trova una cronologia interattiva che permette di rivivere il diffondersi della malattia giorno dopo giorno.
Big data, sanità ed Ebola
L'utilizzo dei big data in ambito sanitario non è affatto una novità. Quello che una ONG svedese sta facendo in Africa occidentale, però, ha del rivoluzionario: sfruttare i dati delle connessioni della telefonia mobile (messe a disposizione dagli operatori telefonici locali) per tracciare gli spostamenti dei cittadini africani e prevedere le evoluzioni geografiche dell'epidemia.
Il progetto è portato avanti dall'organizzazione non governativa svedese Flowminder, che ha avuto la possibilità di accedere ai dati del gestore telefonico senegalese Orange Telecome. Ciò ha permesso di sviluppare un modello di evoluzione della malattia che tiene conto degli effettivi spostamenti dei cittadini tra gli stati dell'Africa occidentale. I dati dell'operatore telefonico, infatti, sono stati utilizzati per ricostruire i movimenti dei cittadini e potranno ora essere messi a disposizione dell'autorità per prevenire la diffusione del virus.