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Digital Divide abbattuto da smartphone e altri device mobile

Il digital divide nasce a metà anni '90 con la diffusione di massa di personal computer e Internet. Grazie agli smartphone, però, potrebbe presto scomparire

Sempre più persone navigano in Rete utilizzando smartphone e tablet

Quando si parla di Digital Divide ci si riferisce al divario esistente tra chi ha la possibilità di accedere, grazie a computer e connessione alla Rete, ai servizi della tecnologia dell'informazione e chi invece ne resta escluso. Tra i principali motivi di esclusione troviamo differenze socio-demografiche come condizione economica, livello d'istruzione, differenza di età o sesso, qualità delle infrastrutture e appartenenza a diversi gruppi etnici. In questa definizione, inoltre, è necessario includere anche disparità nelle capacità e nelle conoscenze necessarie per l'accesso e la partecipazione alla società dell'informazione. In questo ultimo caso si può anche parlare di analfabetismo digitale.

Un fenomeno nato a metà degli anni '90 dello scorso secolo, in concomitanza con la diffusione di massa dei personal computer e gli albori delle prime linne Internet commerciali. Da allora di strada ne è stata fatta e, grazie all'ampia diffusione degli smartphone, tablet e altri device mobile sta diventando sempre più un fenomeno di nicchia.

Sempre più mobile

Come dimostrano i dati analizzati dal gigante delle statistiche web Statista, circa un quinto del traffico web – il 17,4% a voler essere precisi – è oggi generato da smartphone e altri dispositivi mobili (esclusi i tablet).

 

L'indagine statistica condotta da Statista

 

Un dato significativo sotto molti punti di vista, che mette in luce una tendenza in atto ormai da anni: sono sempre di più gli utenti che preferiscono connettersi in mobilità, preferendo uno smartphone o un phablet al posto di un personal computer o laptop. Una tendenza ancora più evidente nei Paesi in via di sviluppo, dove il traffico dati generato da device mobile è anche del 23%.

I motivi dello spostamento

Alla base di questa crescita esponenziale troviamo sicuramente motivazioni di natura economica. Con smartphone arrivati a costare anche meno di 100 euro (contro i 500-600 euro richiesti per i modelli più economici di laptop) e con piani tariffari sempre più convenienti e concorrenziali, molte persone preferiscono optare per l'opzione mobile piuttosto che affidarsi ai “vecchi” e pesanti computer.

Dall'altro lato troviamo anche motivazioni di natura tecnologica. Mentre la tradizionale linea Internet richiede un'infrastruttura molto più articolata e, per alcuni versi, complicata, la connessione mobile fa affidamento all'infrastruttura già utilizzata dalla rete mobile per cellulari. La rete mobile offre una copertura e una diffusione maggiore rispetto alla rete cablata e per molti rappresenta l'unica alternativa possibile se si vuole avere accesso a Internet.

I progetti strutturali per la riduzione del digital divide

Negli ultimi anni, le grandi compagni dell'hi-tech mondiale stanno investendo ingenti capitali per l'abbattimento delle barriere strutturali e tecnologiche che impediscono a gran parte della popolazione mondiale l'accesso alla Rete. Gli ultimi due in ordine cronologico sono il Project Loon di Google e Internet.org di Mark Zuckerberg e Samsung (tra gli altri).

 

 

Entrambi i progetti puntano ad una più ampia diffusione dell'accesso alla Rete, anche se attraverso mezzi diversi. Il più intrigante e ambizioso resta senza dubbio quello che lega Marzk Zuckerberg e Facebook ad altri 6 giganti dell'alta tecnologia mondiale attorno al portale web Internet.org: l'obiettivo non è solo quello di creare infrastrutture tecnologiche in modo che i 5 miliardi di persone oggi senza Internet possano accedervi, ma anche di realizzare strumenti e dispositivi – come smartphone e altri device mobile molto economici – che garantiscano a tutti il diritto a Internet e ai servizi della società dell'informazione.

 

26 agosto 2013

A cura di Cultur-e
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