Smartphone, computer, console di gioco: sono solo alcuni dei punti di forza dell’informatica che, negli anni, hanno subito grandi cambiamenti grazie allo sviluppo tecnologico. Anche i device dedicati all’accessibilità, meno famosi dei propri cugini dedicati al grande pubblico, si sono evoluti negli ultimi anni sfruttando molte delle innovazioni più recenti, come quelle introdotte nel settore dei telefonini o degli auricolari. Con il 15% della popolazione mondiale affetta da disabilità di differenti tipologie e a livelli altrettanto diversi, questo settore è in continua crescita anche grazie all’impegno di un numero crescente di aziende sempre più attente al tema dell'inclusività. Ecco, dunque, alcune delle novità più interessanti riguardanti i dispositivi per l’accessibilità che ci accompagneranno nel futuro.
Device e accessibilità: tastiere per persone cieche o ipovedenti
È prodotta da APH la tastiera bluetooth QWERTY dal nome Mantis Q40, con display braille, per persone cieche o ipovedenti. Dotata di doppia combinazione, l’utente non deve più scegliere a priori una specifica tipologia di tastiera tra braille o tradizionale. Inoltre, lo schermo braille integrato è in grado di leggere le descrizioni durante l’utilizzo. Con il protocollo bluetooth, la tastiera Mantis Q40 si può connettere contemporaneamente a cinque diversi device, oltre a sfruttare la connessione via USB. Funziona con Pc, Mac e dispositivi iOS e, in futuro, anche Android e Chromebook. Il prezzo è di circa 2500 dollari. La stessa casa produttrice che si pone come obiettha lanciato anche un altro modello, a un prezzo più basso (circa 1600 dollari), chiamato Chameleon 20. Si tratta di una tastiera braille; stessa connettività della Mantis Q40 ma senza l’integrazione della parte QWERTY.
Device e accessibilità: tecnologia in aiuto a persone sorde o con deficit uditivo
I dispositivi acustici per persone sorde o con deficit uditivo stanno compiendo passi da gigante con l’intelligenza artificiale. Oticon, casa produttrice specializzata, ha sviluppato un sistema basato su una rete neurale integrata nel chip dell’apparecchio, replicando la processazione dei dati del cervello umano. Oticon More, infatti, può comparare i suoni percepiti con gli oltre 12 milioni di suoni reali appresi in fase di progettazione. Così, lo strumento è in grado di processare i suoni del linguaggio umano anche in un ambiente rumoroso, con risultati naturali paragonabili a quelli del cervello.
Utile è l’integrazione con iPhone e alcuni device Android, dai quali riesce a carpire lo streaming di riproduzione dei suoni. Le nuove tecnologie sono protagoniste anche con Kite, amplificatore personale di suoni che sfrutta la riduzione del rumore e la forma dei più comuni auricolari. Con tre modalità di ascolto, focus (per le conversazioni uno a uno), environment (per percepire ciò che accade intorno all’ascoltatore) e overall awareness (per carpire tutti i tipi di suoni, limitando il rumore), più una dedicata all’amplificazione del parlato nel campo frontale dell’ascoltatore (180° totali) con riduzione dei rumori di fondo, si dimostra un valido supporto per stare in contatto con l’ambiente e le persone vicine.
Anche Signia ha concentrato gli sforzi per la produzione di mini apparecchi per l’ascolto. Dotati di app per iOS e Android dedicata alla gestione della percezione dei suoni, questi possono contare su una modalità specifica per la maschera protettiva - attivabile via tap nell’applicazione - in modo da migliorare la comprensione del parlato anche quando l’interlocutore indossa il dispositivo di sicurezza.
Device e accessibilità: le app inclusive per smartphone
Una app non può di certo sostituire un apparecchio acustico ma può, invece, integrarsi ad esso per migliorare l’esperienza di ascolto delle persone con deficit uditivo. Lo ha confermato Bruce Sharp, CEO di SIngular Hearing, la casa produttrice dell’applicazione HeardThat. Collegando il device o le cuffie allo smartphone e puntandolo verso la persona con la quale si sta parlando, HeardThat riesce a percepire la voce separandola dai rumori di fondo. Con uno slider, è poi possibile scegliere il livello del disturbo da filtrare, per un risultato più pulito. Il tutto avviene tramite un’app, per iOS e Android, che utilizza il machine learning. Un altro punto a segno per il progresso tecnologico è di Sensible Innovation, l’app navigatore, capace di dare indicazioni precise e consentendo di viaggiare a mani libere con lo smartphone in tasca mentre e indicazioni sono annunciate in cuffia. Aware app fornisce anche audiodescrizioni dei luoghi, per un quadro completo di quanto circonda il suo utilizzatore.
Disponibile per iOS (in inglese), è in lavorazione anche per Android. L’ha creata Liopa questa app basata sull’intelligenza artificiale e Sravi ci riesce molto bene. Grazie a una tecnologia che consente la lettura dei movimenti delle labbra, l’applicazione è stata testata dal Servizio Sanitario Inglese (NHS) sui pazienti con difficoltà nel linguaggio o in terapia intensiva, non in grado di parlare a causa dei supporti alla respirazione o interventi estremamente invasivi come tracheotomie. Per utilizzarla, completata la fase di test, sarà sufficiente scaricarla sul proprio smartphone o tablet e tenere puntato il device con l’app aperta verso la persona con difficoltà. L’applicazione, attraverso una rete neurale profonda, mapperà il movimento delle labbra per comprendere ciò che la persona sta dicendo, inviando il contenuto del messaggio al telefono dei sanitari o ripetendola con una voce sintetica attraverso l’amplificatore del dispositivo.