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Come recuperare gli account di una persona morta

Password, post su blog e social network, immagini e frammenti di vita privata: cosa ne è di tutti i dati personali sparsi nella Rete dopo la morte di una persona?

Recupero dati

La morte può assumere tante facce. E soprattutto, la fine della nostra vita può essere improvvisa. È una delle poche cose che ancora non possiamo controllare. Per questo, quando un nostro caro muore improvvisamente, potremmo trovarci a fare i conti con delle impellenze che non avevamo messo in conto. Una di queste, tra le più arzigogolate e in un certo fastidiose, è quella relativa al trattamento dei dati personali

La legislazione di questi casi è affidata al Decreto Legge 196 del 2003, ovvero il "Codice in materia di protezione dei dati personali". L'articolo 9, comma terzo, regola l'accesso ai dati personali da parte di "chi ha un interesse proprio, o agisce a tutela dell'interessato o per ragioni familiari meritevoli di protezione". In ambito europeo, un ruolo molto importante è stato svolto dall'ENISA (Agenzia Europea per la Sicurezza delle Reti e dell'Informazione), che nel corso della sua attività ultradecennale ha sempre promosso la difesa e la sicurezza dei dati sensibili.

Ed è sempre il decreto legge 193/03 (e sempre l'articolo 9) a regolare l'accesso anche a quelli che potremmo definire i nostri dati personali virtuali. Con la crescente diffusione di social network e servizi di posta elettronica, il web viene riempito dai dati sensibili di miliardi di persone (basti pensare, ad esempio, che il solo Facebook ha oltre un miliardo di utenti). Tra questi, troviamo sicuramente quelli degli oltre 40 milioni di italiani che, mensilmente, accendono alla Rete. Cosa succede a questi dati, se l'utente dovesse morire? Come si comportano i vari Facebook, Twitter e Google (e derivazioni varie) dopo che un loro utente è morto? In parole più semplici: cosa accade alla nostra eredità digitale? E chi potrà gestirla?

Cosa succede all'account Facebook quando si muore

 

facebook

 

Quando si parla di dati online e di eredità digitale, molto probabilmente il primo servizio online che viene in mente è Facebook. Tra foto, video, post e condivisioni varie, il social network di Mark Zuckerberg può essere considerato una sorta di miniera (e al tempo stesso, cassaforte) di dati personali da "difendere" anche nel momento in cui non saremo più in vita. Nel corso degli anni, Facebook ha sviluppato un'articolata "legislazione" che consente di gestire i dati dei nostri cari nel caso in cui fossero morti.

Attraverso un apposito form, infatti, i parenti o cari di una persona possono comunicare a Facebook l'avvenuto decesso e decidere cosa farne dell'account. Basterà collegarsi a questa pagina, indicare alcune informazioni personali basilari, comunicare la propria scelta relativa al "futuro" del profilo (si può scegliere di chiuderlo, oppure rendere l'account commemorativo (una sorta di bacheca chiusa, nella quale amici e conoscenti possono ancora lasciare messaggi per la persona scomparsa) o, ancora, chiedere e inviare informazioni a Facebook relativamente alla persona scomparsa.

L'utente, comunque, ha la possibilità di stabilire una sorta di successione digitale quando è ancora in vita. Spulciando all'interno del proprio profilo, infatti, è possibile individuare la sezione dedicata al Contatto erede. Come specificato da Facebook, la persona indicata nel form sarà incaricata di gestire il nostro profilo nel caso in cui si muore e sarà in grado di compiere alcune azioni basilari (fissare dei post in alto, cambiare immagine profilo e accettare nuove amicizie). La scelta del contatto erede resterà "anonima" sino al momento in cui l'account non sarà trasformato in profilo commemorativo: solo a quel punto si saprà di aver ottenuto "l'eredità digitale" di Facebook di un proprio caro.

Cosa succede all'account Google quando si muore

 

google

 

Il motore di ricerca per eccellenza è un altro "peso massimo" quando si parla di dati online e della loro protezione. All'interno di un account Google, infatti, trovano spazio (tra le altre cose) la posta elettronica personale, dati e informazioni relative alle nostre ricerche web, post di blog (tramite la piattaforma Blogger), post social (Google+), dati di utilizzo dello smartphone (l'account Google è legato a doppio filo allo smartphone Android), posizione e ricerche "geografiche", documenti di lavoro (Google Drive) e fotografie (Google Foto).

Un'eredità digitale molto "pesante", la cui gestione è stata recentemente ridefinita da Google stessa. Seguendo un po' le orme di Facebook, Big G dà la possibilità all'utente di indicare un contatto fidato cui "lasciare in eredità" i nostri dati e le nostre informazioni. Tutto avviene tramite la sezione Gestione account inattivo: da qui un utente può indicare una persona da contattare nel caso in cui il proprio profilo resti inattivo per un lungo periodo di tempo (sarà l'utente stesso a indicare quanto sarà lungo questo periodo).

Da Gestione account inattivo si potrà indicare il nome dell'erede digitale, segnalando due modalità di contatto differenti (posta elettronica e numero di cellulare), e scegliere il periodo di inattività dopo il quale Google potrà contattare la persona indicata. Il doppio contatto è necessario per garantire che solo la persona di fiducia possa accedere effettivamente alle nostre informazioni, mentre il periodo di inattività sarà calcolato da Google tenendo conto di qualunque tipologia di interazione resa possibile da un account Google (dall'accesso alla posta elettronica ai check-in Android, passando per le ricerche fatte attraverso il motore di ricerca.

Trascorso il lasso di tempo indicato, Google dichiarerà "morto" il vostro account e invierà un messaggio di posta elettronica e un SMS alla persona indicata: con i dati presenti nelle due comunicazioni, il contatto erede potrà scaricare l'archivio dei nostri dati e informazioni raccolte negli anni da Big G. Allo stesso tempo, il profilo sarà cancellato, così che più nessuno potrà accedervi.

Nel caso in cui l'utente non indichi un contatto-erede, toccherà a Big G decidere cosa fare dei dati nel caso in cui parenti o conoscenti si facciano vivi per chiedere l'accesso all'account Google. Prima di tutto, è bene specificare che la società di Mountain View non fornirà né la password né consentirà ad altre persone di accedere a un account: nel caso in cui si dimostri la morte di un proprio parente (con certificato di nascita e morte e documenti che attestino i rapporti di parentela), Google potrà decidere di mettere a disposizione i dati in suo possesso e farli così scaricare. Si tratta, però, di una decisione tutt'altro che scontata o automatica.

Cosa succede all'account Instagram quando si muore

 

instagram

 

Rispetto alla "casa madre" Facebook, la gestione degli account di persone decedute da parte di Instagram è molto più semplificata. In questo caso, infatti, l'utente non potrà indicare un proprio erede digitale, ma toccherà ai cari (o semplici conoscenti) segnalare alla rete sociale fotografica che il "proprietario" di un profilo è morto. A questo punto si potrà chiedere di rendere l'account Instagram commemorativo, oppure richiederne la cancellazione. In entrambi i casi sarà necessario fornire informazioni dettagliate relativamente alla persona scomparsa: nel caso di account commemorativo, sarà sufficiente indicare un articolo di giornale che attesti l'avvenuto decesso; per far cancellare account Instagram, invece, si dovranno inviare vari documenti (il certificato di nascita e morte e un documento che attesti di essere l'erede digitale di una persona deceduta) prima di ottenere la rimozione.

Cosa succede all'account Twitter quando si muore

La gestione dell'account di una persona deceduta da parte di Twitter è molto simile a quella appena vista per Instagram. Nel caso della piattaforma di microblogging, però, i cari potranno chiedere solamente la rimozione dell'account da Twitter, mentre l'eredità digitale andrà – di fatto – persa. Quello che si deve fare sarà compilare questo form in ogni suo campo e attendere che i gestori della rete sociale inviino un'email contenente la procedura per la rimozione: si dovranno fornire varie informazioni (come il certificato di morte e un documento che attesti la parentela o di essere il rappresentante legale della persona deceduta) prima di riuscire a ottenere quello che si vuole.

Cosa succede all'account Microsoft quando si muore

Come specificato in questa risposta a un quesito posto al team di assistenza del gigante di Redmond, per recuperare i dati dell'eredità digitale di un account Microsoft (di cui fanno parte, oltre alla casella di posta elettronica, anche i salvataggi Xbox, file di Onedrive e documenti di Office.com) sarà necessario "autenticarsi" come parente della persona deceduta inviando una email all'indirizzo msrecord@microsoft.com e fornire dati e informazioni richieste (certificato di morte, un documento che dimostri il rapporto di parentela con il defunto e altro). A questo punto i tecnici Microsoft analizzeranno la vostra richiesta e valuteranno se potrà essere accolta o meno.

 

8 ottobre 2017

A cura di Cultur-e
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