Fino a pochi anni fa erano dei semplici esecutori. Niente di più e niente di meno che dei grandi magazzini dove andare, scegliere il modello preferito e portarne a casa la quantità desiderata. Un po’ romanzato, ma efficacie per far capire che in Cina la produzione dell’elettronica di consumo andava avanti così. I grandi marchi statunitensi, europei e anche giapponesi arrivavano con i loro progetti e i loro modelli, li mettevano in produzione in una delle tante fabbriche sparse sul territorio cinese, infine applicavano il loro brand sui prodotti e li vendevano sui mercati di riferimento, ricavando profitti astronomici. I cellulari, i televisori, i frigoriferi, i condizionatori e tutti gli altri prodotti hi-tech provengono in gran parte da uno dei tanti distretti industriali dell’immensa Repubblica Popolare Cinese, dove la manodopera costa poco (se confrontata con quella occidentale) e la produzione va avanti a ritmo serrato senza mai fermarsi. Ora, però, è in atto un’inversione di tendenza. Non solo più spettatori, ma anche attori protagonisti: così anche sui mercati occidentali stanno iniziando ad affermarsi moltissimi brand cinesi, sconosciuti ai più fino a poco tempo fa. Marchi come ZTE, Huawei, Hisense, Haier e TCL sono ormai presenti in tutti i megastore di elettronica d’Italia e continuano a rosicchiare fette di mercato ai loro concorrenti più famosi.
Prendete, ad esempio, il caso di ZTE e Huawei. Entrambe fondate nella seconda metà degli anni ’80 ed entrambe con il loro quartier generale nella regione dello Guangdong (a Shenzhen, per la precisione), stanno diventando assolute protagoniste del mercato degli smartphone. Esaminando i dati di vendita rilevati da IDC e relativi al IV trimestre 2012 si ha un’immagine ben definita degli sviluppi futuri di questo settore. Tra i primi cinque produttori al mondo troviamo sia Huawei (al terzo) che ZTE (quinto) in netta crescita rispetto a 12 mesi fa. Huawei, ad esempio, fa registrare un incremento di quasi il 90% annuo, mentre ZTE sfiora il 50. Insomma, nel presente competono quasi ad armi pari con i rivali statunitensi (Apple) e coreani (Samsung), ma il futuro sembra essere ad appannaggio dei due produttori cinesi.
Tendenze di crescita e penetrazione analoga sono fatte registrare anche dalle altre società cinesi. Haier, ad esempio, è il leader nel mercato dei condizionatori (nel 2011 aveva una percentuale di mercato del 16,5%) e, secondo il rapporto Euromonitor Global Major Appliance Brand 2011, è il primo produttore mondiale di elettrodomestici, con uno share di mercato del 7,8%. Anche TCL e Hisense non sono da meno. La prima è nella top-25 per i produttori di elettrodomestici mondiali e nel 2011 hanno conquistato la quarta posizione tra i produttori di televisori (appena alle spalle di Samsung, LG e Sony).
E se fino a qualche anno fa il made in China era sinonimo di scarsa qualità, ora le cose stanno cambiando anche sotto questo punto di vista. I prodotti di questi cinque marchi si affermano sul mercato non solo per i prezzi più che concorrenziali, ma anche perché riescono a produrre prodotti di ottima fattura e qualità.
7 febbraio 2013