Non ci sono solo l'Expo 2015 di Milano o programmi televisivi come Masterchef a ricordarci che il cibo, negli ultimi anni, ha assunto una dimensione tutta nuova. Molto più libero e autonomo, il cibo non è solo mezzo di nutrimento e sostentamento, ma è divenuto anche un fatto sociale, da condividere - in diversi modi - con amici, conoscenti o anche con persone che non si conoscono affatto. E, vale la pena sottolineare, non ci si riferisce solamente al food porn (ovvero la tendenza a presentare in maniera glamour e spettacolarizzata il cibo e condividerlo su reti sociali come Facebook e Instagram), ma a una nuova tipologia di servizi che, sfruttando le potenzialità di web, social network e app per smartphone, permette di trasformare il cibo in un mezzo sociale a 360°.
Social eating
Il cibo è solo una scusa. Un modo per conoscere nuova gente, fare nuove amicizie e passare del tempo insieme. Per organizzare degli eventi di social eating (pranzi o cene, ma anche colazioni, organizzate online da cuochi amatoriali a cui si può prendere parte pagando la propria quota della spesa) è necessario avere sì una grande passione per la cucina e un salone abbastanza ampio, ma anche voler condividere del tempo (oltre al cibo) con dei perfetti sconosciuti.
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Gnammo. Tra le prime piattaforme di social eating italiane, Gnammo conta già decine di migliaia di iscritti e, di conseguenza, decine di migliaia di opportunità di conoscere nuove persone attorno ad un tavolo. Gli utenti si dividono in due categorie: i cuochi e gli gnammers. I primi organizzano le cene, decidendo ora, luogo e menu; i secondi spulciano le offerte disponibili e scelgono la più adatta ai loro gusti (si va dal tipico pranzo domenicale italiano sino alle cene etniche, passando per serate vegan e brunch) e alle loro tasche (prezzi da 10 euro a oltre 30)
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FeedMe. Non solo web. Con FeedMe il social eating si sposta anche sugli smartphone: approfittando della geolocalizzazione, infatti, questa nuovo servizio permetterà di scoprire gli host più vicini e scegliere anche in base alla propria posizione geografica. Il servizio aprirà i battenti il 1 maggio 2015 in concomitanza con la giornata inaugurale dell'Expo 2015 di Milano, ma già da oggi è possibile iscriversi alla piattaforma e ricevere gli aggiornamenti sulla casella di posta elettronica
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People cooks. Il social eating può trasformarsi in social cooking quando i pranzi e le cene in compagnia divengono sostenibili (dal punto di vista economico) per chiunque. Iscrivendosi su People cooks come cuochi si accetta di preparare un pasto completo (primo, secondo, frutta e acqua) per sei euro: una cifra abbordabile (quasi) per chiunque e un'ottima occasione per conoscere nuove persone e pranzare (o cenare) in compagnia anziché da soli
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Ma'Hidden kitchen supper club. Nome piuttosto particolare, ma più che adatto per le cene organizzate da Melissa e Lele nella loro casa di Milano. Lo scopo, come si legge nel sito, è di condividere gli spazi casalinghi, conoscere e parlare con nuove persone e assaggiare dell'ottimo cibo fatto in casa. E offrire una "base" a tutti gli hidden eateries che ci sono in Italia: questo e molto altro su Ma'hidden kitchen supper club. Solo che, in questo caso, anziché appoggiarsi su una piattaforma esterna come quelle appena viste, si fa riferimento a un portale creato ad hoc per organizzare cene a tema
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VizEat. VizEat nasce in Francia, è già diffuso in venti Paesi e ora arriva anche in Italia. La piattaforma di social eating ha un funzionamento simile a quelle già viste: nel caso si voglia diventare host è sufficiente creare un menu, scegliere un giorno e indicare il prezzo; per essere commensali, invece, è sufficiente inserire un luogo e consultare le varie offerte disponibili. Scovata quella giusta, si prenota e si segna la data sul calendario.VizEat è ora disponibile anche tramite app sugli smartphone IOS, per un'esperienza ancora più immediata. Le principali funzionalità a disposizione dei visitatori desiderosi di assaporare tutti gli aspetti del proprio viaggio sono: la geolocalizzazione, per trovare immediatamente posti a tavola liberi vicino dove ci si trova e il filtro tematico, scegliere il tipo di esperienza culinaria. L'app è stata pensata anche per facilitare l'esperienza degli host che tramite la funzionalità di messaggeria potranno mettersi direttamente in comunicazione con i guest e indicare le loro disponibilità e gestire online la prenotazione.
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There's no plate like home. Tutto nasce da un gioco di parole. Non c'è nessun posto come casa ("there is no place like home" in inglese) diventa "non c'è nessun piatto come a casa" ("there is no plate like home" in inglese) nella mente di Andrea e Chiara, che aprono le porte della loro casa sulle colline toscane, facendola diventare il loro home restaurant. Per loro un evento al mese, cui partecipano un massimo di dodici persone, con menu strettamente vegetariano e a km0 preparato in collaborazione con Giulia, chef del Mix Veg Bistrò
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Non solo food. Un nome che rappresenta l'essenza stessa del social eating. Perché il cibo, in questo caso, non è solo cibo ma molto di più. Non solo food è il portale di Lidia ed Enrico, due ragazzi originari di Cesena ma con esperienze di vita a New York ed oggi trapiantati a Milano. E nella loro casa milanese ospitano i loro due eventi di social eating settimanali: la "Colazione della domenica" e la "Burger night", prenotabili ovviamente tramite il loro sito web