Quante volte ti sei sentito dire “Smettila di giocare con quel computer che tanto non risolverai mai nulla”? Tante? Bene, ora potrai prenderti la tua rivincita. Perché è dai giochi per computer che sono arrivati importanti risultati nel campo della lotta ai tumori e al virus dell’HIV.
E tutto grazie al concetto di gamification applicato alla ricerca medica. Per gamification si intende l’utilizzo delle meccaniche e delle dinamiche dei videogiochi in contesti totalmente estranei. Nel campo della ricerca scientifica, così come nei social network, sono stati applicati principi e dinamiche come livelli da superare, classifiche da scalare e premi da ottenere. Il tutto per fidelizzare l’utente, creare reclutamento e risolvere problemi.
Proprio il gamification applicato alla ricerca scientifica e alla scienza medica sta mostrando il suo lato migliore. Ne sono testimonianza i risultati a dir poco eccezionali raggiunti da due progetti.
Il primo è stato portato avanti dall’Università di Washington in collaborazione con la community di Fold.it. Da decenni la comunità scientifica cercava di decifrare la possibile struttura molecolare dell’enzima retrovirale proteasi (M-PMV in gergo medico), uno degli agenti responsabili della diffusione del virus dell’HIV. La miglior configurazione possibile era quella che necessitava del minor quantitativo di energia per essere formata e, nonostante tutte le risorse economiche, informatiche e sanitarie impiegate non si era mai riusciti a cavare il proverbiale ragno dal buco. La comunità di gamers di Fold.it ha impiegato circa 10 giorni per risolvere questo intricatissimo puzzle, dimostrando capacità analitiche anche superiori a quelle dei supercomputer.
Il secondo progetto, invece, vede impegnato nella ricerca contro il cancro il Cancer Research UK con un consorzio di società informatiche. Questo gruppo di ricercatori è impegnato nello studio delle tare genetiche responsabili dello sviluppo del tumore e delle possibili “contromosse” da adottare. Una ricerca vastissima, che richiede l’analisi di una quantità enorme di dati. Anche in questo caso, si è deciso di ricorrere al gamification per ottenere la collaborazione del maggior numero di utenti possibili e tentare di ridurre al minimo il tempo necessario a portare a termine le ricerche. Qualcosa di analogo era stato già tentato dal Cancer Research UK lo scorso anno. Nell’ottobre del 2012, infatti, venne lanciata la piattaforma Cell Slider, che doveva servire a studiare la configurazione dei tessuti e delle cellule tumorali tramite l’analisi di immagini e fotografie. Nel giro di pochi mesi sono state già analizzate oltre 800 mila immagini e si spera che un analogo successo si ripeta con il nuovo gioco, che dovrebbe chiamarsi GeneRun.
2 aprile 2013