In giro per il mondo, con in testa i Paesi anglosassoni, di crowdfunding si parla ormai da anni: è divenuto il canale di finanziamento principale per le startup innovative desiderose di mantenere una propria indipendenza gestionale e, nonostante faccia registrare qualche alto e basso di troppo, riesce a muovere miliardi di dollari e creare migliaia di posti di lavoro. Se nel 2012 il giro d'affari per i progetti finanziati dal basso è stato di 2,7 miliardi di dollari nel 2012, nel 2013 il settore ha fatto registrare un incremento dell'81%, muovendo capitali per 5,1 miliardi di dollari e il trend di crescita per l'anno in corso non sembra essere molto differente. Considerando che ogni 37mila dollari (circa) investiti nel crowdfunding si dovrebbe creare un nuovo posto di lavoro, negli ultimi 2 anni e mezzo il finanziamento dal basso ha dato lavoro a oltre 200mila persone.
Nonostante qualche ritardo iniziale e qualche rallentamento accumulato per strada, il finanziamento dal basso sta prendendo piede anche nel nostro Paese. Dall'ottobre 2012 (quando negli Stati Uniti già si macinavano miliardi di dollari) la stringa crowdfunding italia inizia a fare capolino nelle ricerche Google, crescendo rapidamente ed esponenzialmente sino a raggiungere i massimi delle ultime settimane. Nello stesso tempo sono nate e hanno preso piede moltissime piattaforme made in Italy per il crowdfunding di progetti e idee di startup nostrane.
La situazione in Italia
Anche se la prima piattaforma di crowdfunding italiana apre i battenti nel 2005 (Produzioni dal Basso, tutt'oggi attiva), il boom di progetti finanziati si ha a partire dalla seconda metà del 2012. Lo si evince dai dati presentati da Daniela Castrataro, tra i maggiori esperti italiani di crowdfunding, nel corso della quinta edizione della “Borsa della Ricerca”, evento tenutosi lo scorso maggio a Bologna. Se il finanziamento dal basso ha permesso di raccogliere 30 milioni di euro e di finanziare diverse migliaia di progetti, ben 18 milioni (il 60%) sono arrivati negli ultimi due anni: dall'ottobre 2012 al dicembre 2013 sono stati raccolti finanziamenti per 7 milioni di euro, mentre negli ultimi mesi sono arrivati altri 11 milioni. A ciò è corrisposto l'aumento delle piattaforme online che permettono di raccogliere finanziamenti per progetti innovativi: se nell'ottobre 2013 se ne contavano 27 e 14 in fase di creazione, a distanza di soli sette mesi sono diventate 41 con 13 in fase di attivazione: anche in questo caso un incremento sensibile, a testimonianza che il settore è in continua evoluzione.
Le piattaforme italiane
Delle quarantuno piattaforme italiane attive a maggio 2014, ben diciannove si fondano sul modello reward-based, dove i finanziatori ricevono una ricompensa non monetaria in seguito della loro donazione. Nove, invece, sono donation-based: i finanziamenti sono a fondo perduto e il donatore non riceve nulla in cambio. Non mancano (anche se sono solamente due) le piattaforme equity-based, dove i finanziatori acquisiscono parte del capitale azionario della società (solitamente una startup) corrispondente alla donazione effettuata. È in questo comparto che si registrano le novità più interessanti per i mesi a venire: nove delle tredici piattaforme di donazione in fase di realizzazione sono specializzate nel crowdfunding equity-based e la Consob (l'Autorità di Controllo delle società quotate in Borsa) ha recentemente promulgato una direttiva che ne regolamenta il funzionamento. Si tratta del primo del genere in Europa e tra i primi in tutto il mondo e, una volta tanto, il nostro modello viene portato come esempio un po' ovunque (Stati Uniti compresi). Due piattaforme si sono specializzate nel crowdfunding lendind-based: prestiti tra privati con restituzione della somma maggiorata dagli interessi. Le restanti undici piattaforme adottano un modello ibrido, fatto per la gran parte di reward-based e donation-based.
Reward-based
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Eppela. Fondata a metà 2011 da Nicola Lencioni, Eppela permette di finanziare progetti e idee innovativi nel campo dell'arte, della tecnologia, del cinema, dell design, della musica, del fumetto, no profit, moda, scrittura e innovazione sociale
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Musicraiser. Piattaforma reward-based dedicata esclusivamente a progetti musicali, permette di finanziare la produzione di CD, tour promozionali, concerti e videoclip. Musicraiser è stata fondata nell'ottobre 2012 da Giovanni Gulino, cantante di Marta sui Tubi, e dalla dj e producer Tania Varuni
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Kapipal. Piattaforma generalista, strizza l'occhio al finanziamento di progetti personali (come, ad esempio, una festa di compleanno o una lista nozze). Fondata nel 2009 da Alberto Falossi, Kapipal non impone alcuna commissione e si definisce anche la prima piattaforma internazionale a supportare il crowdfunding personale
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Produzioni dal Basso. La prima piattaforma di crowdfunding a nascere in Italia nel 2005, PdB vuole “offrire uno spazio a tutti coloro che vogliono proporre il proprio progetto attraverso il sistema delle produzioni dal basso”. Non prevede alcun costo di commissione, mentre i progetti sono gestiti in completa autonomia dai vari creatori
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Starteed. Fondata a fine 2011, ma lanciata solamente nel settembre 2012, Starteed è una social comunity di fundraiser che aiutano le persone a trasformare in realtà i propri progetti innovativi. Oltre la raccolta fondi, la piattaforma accompagna l'ideatore della campagna anche nelle fasi successive, offrendo supporto nello startup dell'azienda, nella progettazione e realizzazione del prodotto e nella sua commercializzazione
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De Revolutione (DeRev). L'obiettivo che si pone è tutt'altro che banale: creare una piattaforma che “consente di trasformare le tue migliori idee in Rivoluzioni allo scopo di migliorare concretamente il mondo in cui viviamo”. Lanciata nel novembre 2012 da Roberto Esposito, De Revolutione è una piattaforma generalista che ospita, allo stesso tempo, petizioni e raccolte firme per iniziative e progetti di interesse comune
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Cineama. Piattaforma di crowdfunding specializzata nel raccogliere donazioni per progetti in ambito cinematografico. Fondata nel 2011 da Tania Innamorati, Federico Bo, Antonio Badalamenti, Fabrizio Mosca e Savina Neirotti – Cineama unisce crowdsourcing e crowdfunding ed è aperta alla partecipazione e alla collaborazione di registi, attori, scenografi, tecnici e produttori
Donation-based
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Iodono. Nasce nel 2010 da un'idea della società milanese Direct Channel e si evolve velocemente in una piattaforma dedicata al crowdfunding personale. Io dono ha come obiettivo principale quello di permettere alle persone di donare online e di raccogliere fondi per le ONP e per le cause a loro più vicine
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Rete del dono. Nata nel 2011 da un’idea di Anna Maria Siccardi e Valeria Vitali, Rete del dono è una piattaforma che vuole stimolare la crescita del personal fundraising in Italia tramite la raccolta di donazioni per di progetti d’utilità sociale gestiti da organizzazioni non profit
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BuonaCausa. Piattaforma che permette ad associazioni, testimonial, aziende, donatori e attivisti di collaborare su iniziative e progetti di valore sociale. Si tratta di un ethic network dedicato alle buone cause che richiedono sostegno
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Pubblico Bene. Tra i progetti più interessanti di crowdfunding italiano, Pubblico Bene è la piattaforma sperimentale di giornalismo d’inchiesta finanziato dai lettori e basato sulla partecipazione di lettori e giornalisti. L'obiettivo è quello di finanziare “un nuovo modello di informazione indipendente, su base locale, ispirato al modello del community funded reporting”
Equity-based
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Siamosoci. Si autodefinisce un marketplace per startup, un “motore di ricerca che permette agli investitori di trovare aziende di cui comprendono il business”. Rivolto a società per azioni non ancora quotate in borsa, Siamosoci permette di raccogliere fondi per finanziare la crescita e lo sviluppo delle società innovative
Lendind-based
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Prestiamoci. Nasce nel 2010, fondata da Mariano Carozzi, Paolo Galvani e Giovanni Tarditi e permette a privati di raccogliere fondi con cui finanziare idee e progetti grazie a prestiti da altri privati. “Prestiamoci si pone l’obiettivo di promuovere il più possibile lo scambio di denaro tra privati, senza l’intermediazione di banche o altri istituti di credito”