Il trend degli ultimi anni ha visto le vendite online aumentare sempre di più, richiedendo alle aziende e anche ai piccoli professionisti di migliorare la logistica della gestione dei magazzini e delle spedizioni. Con l’arrivo di lockdown e restrizioni per la pandemia da Covid-19, lo shopping online è ulteriormente aumentato. Le persone cercavano in rete e negli e-commerce ciò di cui avevano bisogno, così da poter uscire di casa il meno possibile.
Dalla spesa alimentare fino ad abiti e dispositivi tecnologici: tutto il necessario per vivere in casa o lavorare in smart working doveva, e deve ancora, essere acquistato online.
Nella catena di fornitura e distribuzione, però, qualcosa si è rapidamente inceppato e sono iniziate le difficoltà a trovare beni e dispositivi. Se da un lato lo shopping online aumentava, dall’altro le aziende che producono i beni chiudevano per Covid-19: la catena di fornitura e distribuzione ha così rallentato a livello globale, tanto che anche trovare una scheda grafica è diventato difficile nel 2021. Ecco cosa è successo e cosa dobbiamo aspettarci in futuro.
Covid-19: gli effetti su shopping online e supply chain
Le vendite online hanno potuto contare negli ultimi anni di un sistema sempre più efficiente che riguardava sia la fornitura dei beni e prodotti, che la loro consegna. Con l’arrivo della pandemia da Covid-19, la vita quotidiana è cambiata a livello globale. Lo shopping online è aumentato in maniera esponenziale, soprattutto quello relativo ai mobili per l’home office e ai dispositivi elettronici per la crescita dello smartworking.
Parallelamente all’aumento della domanda di prodotti e beni, c’è stato un rallentamento nelle catene di forniture e distribuzione.
Anche la supply chain ha dovuto fare i conti con le restrizioni imposte per il Covid-19, tra chiusure aziendali, difficoltà a reperire le materie prime e a sostenere i ritmi di produzione pre-pandemia. Gli effetti si sono fatti sentire anche sulle spedizioni, con un innalzamento dei costi e un aumento dei tempi di consegna. A livello globale, la catena di fornitura e distribuzione non ha potuto sostenere la domanda crescente, avviando una vera e propria crisi che ha travolto soprattutto il settore tecnologico.
Gli effetti della pandemia sul settore tecnologico
Uno degli effetti più gravi della pandemia nel settore tecnologico è stata la carenza di semiconduttori. Con la chiusura delle grandi fabbriche è diminuita la disponibilità di componenti elettroniche, mentre la domanda di device continuava ad aumentare, tra didattica a distanza per le scuole di ogni grado e smart working dei lavoratori.
Il risultato è stato presto la mancanza di chip e di componenti per la realizzazione di CPU e GPU, rendendo di fatto difficile reperire qualsiasi tipo di prodotto.
La crisi non riguarda solo i produttori di smartphone, tablet, PC e console di gaming, ma chiunque utilizzi un chip per i propri device. Ad esempio, dispositivi per la smart home, come frigoriferi e lavatrici intelligenti, o ancora per l’automotive, con sensori per la guida delle auto e sistemi di guida autonoma.
La situazione ha provocato diversi danni anche alle compagnie più grandi. Sony ha potuto produrre solo un numero limitato delle console next-gen PlayStation 5, ammettendo di non riuscire a trovare le componenti per poter realizzare abbastanza pezzi rispetto alla richiesta. Stessa situazione riguarda Microsoft con le su Xbox, mentre la Nintendo dopo rinvii e ritardi, ha scelto di lanciare una Nintendo Switch con un chipset del modello precedente. Anche Apple nel 2020 e 2021 ha registrato gli stessi problemi, rinviando il lancio dei dispositivi di punta come l’iPhone 12, mentre i nuovi iPhone 13 sono disponibili in numero limitato.
Catena di fornitura e distribuzione: le prospettive
A quasi 2 anni dall’arrivo della pandemia, la catena di fornitura e distribuzione stenta ancora a riprendersi. Le restrizioni dettate dal Covid-19 si sono lentamente e le fabbriche hanno ricominciato a produrre beni e prodotti a pieno regime, mentre le spedizioni sono state sbloccate e stanno pian piano riprendendo il ritmo.
Tornare alla normalità e ai livelli pre-pandemia per la catena di fornitura e distribuzione non sarà però immediato, soprattutto a livello globale.
Questo perché la pandemia ha evidenziato i limiti della supply chain, e anche se la produzione è rientrata a regime, ci vorrà tempo per rimettersi in paro con il dislivello che la situazione ha creato. Per quanto riguarda la crisi dei chip, secondo le aziende produttrici bisognerà attendere almeno fino alla prima metà del 2023 affinché si torni alla normalità. Gli analisti, invece, parlano anche del 2024.