Tutti nelle vita ne abbiamo fatto almeno uno: si prende lo smartphone, si imposta la fotocamera anteriore (o, con un po' di abilità, si può anche utilizzare quella posteriore) e si scatta la foto. Nel giro di una decina di secondi è possibile realizzare decine di selfie, modificarli e condividerli sulle varie piattaforme social cui si è iscritti (Instagram in primis, ma senza disdegnare Twitter e Facebook).
Inutile dire che, data l'estrema semplicità e rapidità di esecuzione, il selfie ha immediatamente raggiunto un successo incredibile (anche per merito di alcune star e celebrità statunitensi), divenendo parola dell'anno nel 2013 e aprendo le porte a nuovi settori di mercato. Dalle applicazioni per scattare i selfie agli accessori per autoscatti digitali sempre perfetti (il selfie-stick prima di tutti, ma non solo) passando per smartphone progettati per rendere più semplici i selfie (come il Lumia 730, lo HTC Desire EYE e lo Huawei P7), negli ultimi due anni più di qualcuno è riuscito a costruire (anche in maniera indiretta) un vero e proprio impero economico su questa moda.
Ora che i selfie sono addirittura in grado di condizionare marketeer e pubblicitari, stanno andando incontro a una sorta di “evoluzione della specie” che ne permette la ramificazione e la suddivisione in tante piccole specie. Ne sono un esempio gli ormai celeberrimi belfie, i wealfie e gli ultimi arrivati: i dronie.
Cosa sono i dronie
Come lascia intendere il termine, i dronie non sono altro che filmati “in soggettiva” realizzati da una prospettiva aerea con il supporto di una action cam (se una GoPro, ancora meglio) e di un drone. Concettualmente semplice, il dronie (neologismo che nasce dall'unione delle parole drone e selfie) si esplica in due forme: o come semplice scatto fotografico realizzato da un'altezza di diversi metri o come un filmato della durata di diverse decine di secondi. In quest'ultimo caso, tutto prende il via con una ripresa in primo piano del pilota del drone, con il piccolo mezzo volante che si allontana velocemente per riprendere tutto il panorama dall'alto.
Con il passare delle settimane e dei mesi, il dronie si è evoluto sino a contaminare altre forme “cinematografiche”. Ne è un esempio il filmato - a metà tra il diario personale e la promozione turistica - realizzato dal filmaker e blogger statunitense (ma di chiare origini messicane) Alex Chacon per raccontare il suo viaggio nella regione centroamericana di Veracruz. Tra terrazzamenti e piramidi di chiara influenza Maya, paesaggi mozzafiato e palazzi dall'architettura coloniale, il giovane blogger racconta le meraviglie della regione messicana armato solamente del suo drone e della sua action cam.
Natale volante
Così come i selfie e i belfie, però, anche i dronie hanno radici statunitensi: la moda, infatti, è esplosa al di là dell'Oceano a metà 2014, ma c'è voluto poco più di un anno prima che riuscissero a far breccia anche nel cuore dei geek europei. Merito, in quest'ultimo caso, delle festività natalizie: il Natale 2014 ha visto l'esplosione - commerciale, ovviamente - dei droni, atterrati sotto gli alberi di Natale di moltissime persone. Solo a questo punto la moda del dronie ha potuto trovare terreno fertile nel quale crescere e prosperare.
Il primo a provare l'ebrezza dello scatto in volo è stato Amit Gupta, ingegnere indiano trapiantato nella Baia di San Francisco e fondatore del portale di e-commerce Photojojo (come lascia intendere il nome, vende accessori per fotocamere digitali). Un pomeriggio, mentre testava il suo drone nuovo zecca sulle colline nei dintorni di San Francisco, Amit Gupta posiziona la fotocamera in modo da riprendere dall'alto il suo gruppo di amici e il panorama alle loro spalle: nasce così il primo dronie della storia (anche se il termine dronie è stato coniato, tra i commenti del video, da Alexandra Dao). Ovviamente, Amit non si è fatto scappare l'occasione, pubblicando sul suo portale la guida al dronie perfetto e mettendo in vendita un kit ad hoc per realizzare filmati in soggettiva a regola d'arte.
Come scattare un dronie
Come visto, realizzare un dronie sembra un lavoro da niente. Non è affatto così: come spiega lo stesso Amit Gupta (al momento un vero e proprio guru della materia) sono necessarie ore e ore di pratica prima di poter riuscire a padroneggiare alla perfezione la tecnica. Serve, innanzitutto, un drone dotato di GPS, in modo da poter controllare con precisione decollo e successiva “fuga” verso l'alto del quadricottero.
Stando a Gupta, che sull'argomento ha scritto e pubblicato anche una breve guida, per poter realizzare un dronie perfetto sarebbe necessario fare qualche ora di volo di pratica con il drone, compiendo evoluzioni “a otto” in aria così da riuscire a controllare perfettamente la stabilità del mezzo. Una volta raggiunta la piena padronanza del quadricottero, ci si potrà divertire a realizzare immagini e filmati in soggettiva di ogni tipo, avendo cura di scegliere un pomeriggio poco ventoso e un punto di decollo dal quale è possibile dominare tutto il panorama.