Con il voto unanime della Camera (432 voti favorevoli e un astenuto) è stata approvata la legge che mira a contrastare il fenomeno del cyberbullismo, che negli ultimi anni ha colpito un numero sempre più elevato di minori. Con la diffusione di smartphone e computer fin dalla più tenera età, il fenomeno del bullismo si è spostato dalle aule della scuola alle piattaforme social della Rete. WhatsApp, Facebook, Instagram e applicazioni di messaggistica sono diventati gli strumenti preferiti dai cyberbulli per fare pressione sui propri compagni di scuola. Secondo una ricerca condotta dal Telefono Azzurro insieme all'istituto Doxa Kids, il 14% dei ragazzi è stato vittima di azioni di cyberbullismo, mentre la Rete non viene vista come un luogo sicuro, anzi è terreno fertile per episodi di hate speech (discorsi che mirano a denigrare una persona e ad aumentare il pregiudizio) legati soprattutto al colore della pelle, alla razza e all'orientamento sessuale. I dati del Telefono Azzurro vengono confermati anche da Save the Children, che insieme all'istituto IPSOS ha portato avanti un'indagine sul bullismo online. Un ragazzo su dieci ha subito azioni di cyberbullismo, mentre il 21% è a conoscenza di persone vittime del bullismo online. Una situazione che negli anni è andata peggiorando in conseguenza del maggior utilizzo di smartphone e tablet da parte dei più giovani. Il dato più preoccupante, però, è il 30% dei bambini che sui social hanno letto almeno una volta un commento violento.
La legge contro il cyberbullismo mira a prevenire le azioni violente grazie all'aiuto della scuola. Inoltre, nel caso in cui un ragazzo venga ritenuto colpevole di bullismo informatico non ci sarà nessuna azione penale (a meno che non commetta un reato penalmente rilevante), ma verrà richiamato dal questore, insieme alla sua famiglia, e otterrà un ammonimento ufficiale. I minori avranno anche la possibilità di richiedere ai gestori dei siti internet di oscurare contenuti particolarmente violenti.
Cosa prevede la legge contro il bullismo online
Dopo un iter legislativo durato tre anni, il Parlamento italiano ha approvato la legge che mira a prevenire atti di cyberbullismo. Per la prima volta in Italia si dà anche una definizione univoca al fenomeno: per bullismo online si intende "qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito dei dati personali in danno di minorenni, nonché la diffusione di contenuti online il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo".
La legge è stata pensata da un lato per prevenire atti di bullismo online (e in questo campo la scuola avrà un ruolo fondamentale) e dall'altro lato per dare la possibilità alle vittime di chiedere l'oscuramento dei contenuti violenti. I ragazzi con più di 14 anni potranno inviare una richiesta ai gestori del sito per chiedere l'eliminazione di un video, di un messaggio o di una foto particolarmente violenti. Questa azione potrà essere fatta anche senza l'aiuto dei genitori. Se entro 48 ore il gestore del portale non avrà eliminato il contenuto, il minore potrà fare richiesta al Garante della Privacy che avrà altre 48 ore per intervenire. La richiesta al Garante della Privacy, però, la si dovrà fare insieme ai propri genitori. Dalla definizione di gestori sono esclusi gli access provider, i cahe provider e i motori di ricerca.
Prevenzione a scuola
Per prevenire il bullismo telematico, la legge assegna alla scuola un ruolo fondamentale. In ogni istituto ci dovrà essere un professore che dovrà organizzare eventi contro il cyberbullismo e corsi da far seguire ai propri colleghi. Inoltre, il preside dovrà informare immediatamente i genitori del cyberbullo per informarli delle azioni del proprio figlio e dovrà attivare delle azioni di prevenzione. La scuola dovrà organizzare dei corsi e dei convegni che insegnino ai ragazzi l'uso consapevole di Internet: in questi casi si potrà richiedere anche l'aiuto delle Forze dell'Ordine.
Ammonimento ufficiale
Se l'azione compiuta dal bullo non è penalmente rilevante, il ragazzo non avrà nessuna condanna, ma sarà chiamato dal questore, insieme ai propri genitori, e riceverà un ammonimento ufficiale che cesserà i propri effetti solo quando il minore diventerà maggiorenne.
Presso la Presidenza del Consiglio, invece, sarà istituito un tavolo tecnico che monitorerà il fenomeno attraverso una banca dati e dovrà sostenere le iniziative delle scuole nella prevenzione al bullismo informatico.