C'è chi ragione sull'opportunità di dare loro uno smartphone o un tablet tra le mani. Chi, invece, pensa che i social network non solo siano dannosi per il loro processo di apprendimento, ma rappresentino un pericolo concreto e costante per la loro incolumità. Tanto fisica, quanto psichica. E dire che loro sarebbero la generazione dei cosiddetti nativi digitali, ovvero qui bambini e quei ragazzi abituati ad avere a che fare con computer, laptop, smartphone, tablet e app sin dai primissimi istanti della loro vita.
Se utilizzati adeguatamente e con i giusti accorgimenti, però, anche i dispositivi elettronici di ultima e ultimissima generazione e le app possono avere un alto valore educativo. E lo stesso vale per i social network.
Instagram per bimbi
Nei giorni passati la software hosue britannica Mind Candy, già sviluppatrice dell'applicazione che raccoglie giochi per bambini Moshi Monster, ha rilasciato Popjam, social network per bambini e ragazzi dai 7 ai 12 anni di età. La rete sociale, che ha immediatamente conquistato l'appellativo di Instagram per bimbi, permette di iscriversi esclusivamente se si hanno dai 7 ai 12 anni e consente di creare disegni, immagini e foto da condividere poi con tutti gli altri iscritti.
Esattamente come accade nel social di condivisione fotografica acquistato più di dodici mesi fa da Mark Zuckerberg, i piccoli utenti Popjam potranno seguire i profili dei loro amici o di altri utenti, condividendo, commentando o realizzando piccole “opere d'arte” in risposta a quelle pubblicate dai chi si segue.
Educazione al primo posto
“Ciò che abbiamo imparato nei sei anni spesi nello sviluppare e perfezionare Moshi Monster è quanto i bambini amino passare il loro tempo creando, condividendo e mettendo in mostra le loro piccole opere d'arte” afferma Michael Acton Smith, Chief Executive Officer di Mind Candy e papà di entrambe le applicazioni. La società inglese vuole sfruttare (nell'accezione positiva del termine) questa particolare predisposizione dei bambini per migliorarne le capacità di apprendimento. “Apprezziamo in maniera particolare – continua il CEO della software house britannica – l'idea di poter migliorare le capacità dei bambini mettendo a loro disposizione degli strumenti digitali ed elettronici che siano capaci di stimolarli e poi vedere di cosa sono capaci”.
Focus sulla sicurezza
AL di là di tutti gli aspetti positivi, community del genere nascondono moltissime insidie. Una su tutte: garantire la sicurezza di tutti i piccoli iscritti. Può accadere, infatti, che pedofili e malintenzionato si fingano minorenni per potersi “infiltrare” e rubare foto, dati e informazioni personali sugli iscritti. Da Mind Candy arrivano rassicurazioni in merito. “Popjam sarà come un giardino recintato dove i bambini potranno fare i bambini”. Tutti i contenuti saranno moderati e filtrati: i selfie, ad esempio, saranno ammessi solo se adeguatamente “coperti” da stickers, animazioni e disegni che nascondano la reale identità dei soggetti. A capo del team di revisori troviamo Rebecca Newton, esperta di community digitali da anni al fianco della software house britannica nel “controllo delle operazioni”. “Siamo consci del fatto che la creazione di community del genere nasconda insidie di ogni tipo. Allo stesso modo siamo fermamente convinti che senza una rete sociale come Popjam gli under 13 continuerebbero a iscriversi ad altri social network come lo stesso Instagram, Snapchat e Tumblr, con tutti i rischi che ne conseguono”.