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Cos'è e come funziona il geocaching, la caccia al tesoro hi-tech

Nato nel 2000, conta oggi decine di migliaia di appassionati e diversi portali dedicati

Geocaching

 Quale bambino non ha mai immaginato di vestire gli abiti del pirata e avventurarsi, insieme a una fidata ciurma di amici, alla ricerca del tesoro perduto? Alla fine, non ci voleva molto: bastava molta fantasia, un bosco o un giardino abbastanza ampio dove poter nascondere il forziere con le monete d'oro (o cioccolato, a quell'età la differenza non si nota) e una mappa che fornisse le indicazioni per la caccia al tesoro.

Negli ultimi anni si è diffusa una “nuova forma” di caccia al tesoro molto più moderna e tecnologica: si chiama geocaching e conta decine di migliaia di fan in tutto il mondo (molti bambini, ma non solo) pronti a sfidarsi a colpi di indicazioni di GPS.

 

 

La storia del geocaching

La rete satellitare GPS nasce come strumento a servizio delle forze armate degli Stati Uniti e degli eserciti Alleati per la localizzazione dei mezzi militari nemici e amici. La tecnologia si sviluppa rapidamente e, grazie ai 32 satelliti geostazionari che compongono il sistema GPS, diviene sempre più precisa e accurata. Nel 2000 l'allora Presidente degli Stati Uniti d'America Bill Clinton decide di “liberalizzare” l'uso del GPS disabilitando il selective availability, il sistema di disturbo che impediva ai rilevatori civili di avere lo stesso grado di precisione dei rilevatori militari.

Quello stesso giorno (3 maggio 2000), Dave Ulmer, cittadino statunitense residente a Portland, decide di recarsi nelle campagne che circondano la sua città natale per nascondere uno scatolone contenente libri, videocassette ed un bloc notes con una penna. Ulmer, esploratore amatoriale e gran camminatore, pubblica le coordinate geografiche del nascondiglio sul newsgroup "sci.geo.satellite-nav", insieme ad un messaggio dal titolo "The Great GPS Stash Hunt". Nel corpo del messaggio Ulmer spiega quale sia la ratio della sua idea: vedere quante persone riescono a ritrovare la scatola (“stash” in inglese) nei giorni successivi.

 

Il luogo dove venne posizionato il primo cache

 

Un'idea tanto apprezzata che nel giro di poche ore decine di appassionati, armati di tracker GPS, sono già alla ricerca dello scatolone nelle campagne di Portland. Nei giorni successivi gli stash nascosti nelle campagne statunitensi crescono in maniera esponenziale, tanto che il “movimento Stash” comincia a prendere forma e darsi regole interne. Il 30 maggio Matt Stum, altro frequentatore della newsroom "sci.geo.satellite-nav", propone di sostituire stash con cache e di adottare il nome “Geocaching” per descrivere il gioco. L'accoglienza è un po' contrastata, ma il 2 settembre 2000 il portale geocaching.com fa la sua comparsa online.

Il funzionamento del gioco

Il geocaching unisce attività all'aria aperta (camminate e caccia al tesoro) ad attività più vicine a quelle di un geek. Per giocare, infatti, è necessaria una connessione al web grazie alla quale reperire su siti “specializzati” (Geocaching.com e Open Caching sono due dei portali più utilizzati) tutte le informazioni necessarie per avventurarsi alla ricerca del cache (“contenitore” in inglese).

 

Rilevatore GPS

 

I protagonisti della caccia al tesoro si dividono in due ruoli: da un lato abbiamo gli hiders (“coloro che nascondono” in italiano) e i seekers (“coloro che ritrovano” in italiano). I primi dovranno nascondere il cache, segnare le coordinate geografiche (latitudine e longitudine) rilevate con un dispositivo GPS e riportare tutte le informazioni utili al ritrovamento sul portale web prescelto: in questo modo ogni cache avrà una pagina web a lui dedicata dove poter trovare le coordinate e le caratteristiche del nascondiglio e alcuni indirizzi che possano facilitarne l'individuazione. I secondi, dopo aver individuato il cache “più interessante”, dovranno sfruttare tutti gli indizi a disposizione per rintracciarlo; in questa loro “opera” potranno aiutarsi con appositi rilevatori GPS oppure utilizzare delle applicazioni per smartphone e tablet legate ai vari portali di geocaching.

 

Smartphone e app per geocaching

 

Una volta avvenuto il ritrovamento, il seeker riporta nel logbook data e ora del proprio rilevamento e, se vuole, può prendere un oggetto contenuto nella scatola, lasciandone uno proprio. Data la natura hi-tech della caccia al tesoro, il ritrovatore dovrà riportare i dati del proprio ritrovamento anche sulla pagina web del cache, corredando il tutto di foto e altri elementi utili a “verificare” l'impresa. Molto importante fornire alla comunità informazioni utili non solo al ritrovamento del cache, ma anche sullo stato di conservazione della scatola e degli oggetti che contiene.

Tipologie di geocaching

  • Tradizionale. Si tratta del geocaching più praticato. Tutto ciò che serve è una scatola impermeabile e un buon luogo dove nasconderla: a questo punto si potrà dare avvio alla caccia al tesoro, indicando le coordinate del cache

 

Contenitore geocaching

 

  • Multi-cache. Una vera e propria caccia al tesoro articolata in più tappe. Le coordinate che si indicano nel portale, infatti, serviranno a trovare solamente il primo cache, contenente altre informazioni e indicazioni utili a trovare gli altri indizi. Alla fine della caccia, si riuscirà ad arrivare al cache tradizionale

  • Mistery/puzzle. Il funzionamento ricorda quello del multi-cache, solo che le indicazioni per raggiungere il cache principale sono date sotto forma di indovinello o rompicapo. In questo caso, dunque, non conta solamente la capacità di orientarsi in mezzo alla natura, ma anche la capacità di risolvere problemi ed evitare tranelli

  • Event cache. Nel corso di un event cache, strano a dirlo, non ci sarà nessun cache da ritrovare. Le coordinate geografiche saranno accompagnate da una data e un orario, trasformando la caccia al tesoro in un grande raduno di geocacher, un'occasione per incontrare altri appassionati e stringere amicizie

  • CITO event cache. Anche in questo caso la community di geocacher si ritrova in un punto ad un'ora e una data stabilite. A differenza dell'event, però, in questo caso i cercatori di cache si daranno da fare per ripulire da immondizia e rifiuti di vario genere il luogo di ritrovo selezionato (CITO è un acronimo che sta per cache in trash out)

A cura di Cultur-e
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