Il G.Fast è una tecnologia appartenente alla famiglia delle linee Digital Subscriber Line (xDSL, la stessa dell'ADSL, dell'HDSL e della VDSL2 per intendersi) in grado di fornire elevate velocità di connessione su doppini in rame di lunghezza contenuta. Si tratta, infatti, di una delle soluzioni che gli operatori telefonici adottano per portare la connettività alla banda ultralarga (velocità di connessione superiore ai 10 megabit al secondo) a utenti privati e aziende senza che sia necessario stendere la fibra ottica per ogni singolo cliente.
"Rivale" diretta della tecnologia VDSL2 enhanced, il G.Fast si contraddistingue per altissime velocità di connessione nelle immediate vicinanze dell'armadio stradale, ma anche da una particolare "propensione" del segnale a degradarsi altrettanto velocemente. Si configura, così, come una tecnologia adatta per utenti situati a una distanza massima di 150 metri dall'armadio dove sono installati gli apparati di comunicazione, ma poco performante in caso di connessioni distanti più di 200 metri.
Cos'è G.Fast
Standardizzata nel dicembre 2014 dall'ITU-T (acronimo di International Telecommunication Union – Telecommunication Standardization Bureau), il G.Fast è, come detto, una tecnologia della famiglia xDSL (i dati, nel tratto finale, viaggiano dunque su normale doppino telefonico) e può essere vista come una delle evoluzioni della connettività VDSL2 (l'altra è la già citata VDSL2 enahnced). Progettata inizialmente per essere utilizzata solamente per utenti posti in un raggio di circa 100 metri dal punto di distribuzione, si sta evolvendo per garantire velocità di connessione elevate anche su distanze maggiori.
Lo sviluppo iniziale di G.Fast (il cui nome è, a sua volta, un acronimo e sta per Fast access to subscriber terminal, mentre la G indica la sua appartenenza al gruppo "G" delle raccomandazioni dell'ITU-T) è stato curato all'interno del progetto Fttdp (Fiber to the distribution point) del Braodband forum. In linea teorica, la velocità della connessione G.Fast varia da un minimo di 150 megabit al secondo a un massimo di 1 gigabit (valore combinato di velocità di download e velocità di upload), ma quest'ultimo valore è teoricamente raggiungibile solo a pochi metri di distanza dall'armadio di strada.
Come funziona G.Fast
La maggior velocità, almeno nelle brevissime distanze, che il G.Fast è in grado di assicurare rispetto a tecnologie concorrenti (come VDSL2 e VDSL2 enhanced), è dovuta alla maggior ampiezza di banda di cui questa tecnologia può godere. Mentre l'ADSL2 funziona sulla banda di frequenze dei 2,2 megahertz e la VDSL2 enhanced arriva ai 35 megahertz, il G.Fast lavora anche su frequenze 106 megahertz e 212 megahertz. In parole povere il suo punto di forza sta nel fatto che può trasportare dati usando un "tubo" ben più largo rispetto alle altre tecnologie DSL meno evolute e da qui la sua superiorità.
Se il vectoring consente di evitare rumori e interferenze causate dai cavi in rame che formano il doppino, il G.Fast deve fare i conti anche con i possibili disturbi derivanti dalla sovrapposizione con le frequenze della radio FM. Per evitare che ciò accada, gli standard G.Fast prevedono che lo spettro di potenza del segnale trasmesso sia generato in maniera differente rispetto a quello delle radio.
Le migliori performance sono garantite anche dalla diversa architettura del G.Fast rispetto a tecnologie concorrenti. La sua implementazione, infatti, richiede l'installazione di un DSLAM, grande poco più di una scatola di scarpe, in corrispondenza con il punto di distribuzione (non a caso si parla di connettività Fttdp) della rete telefonica: si tratta dell'infrastruttura gerarchicamente successiva al cabinet o armadio di strada e, di fatto, quella più vicina all'utente finale. In questo modo, supponendo di portare un cavo in fibra ottica direttamente fino al DSLAM, la banda totale che questo offrirebbe sarebbe utilizzata per fornire il servizio a pochissime utenze (solo quelle nelle immediate vicinanze del punto di distribuzione), facendo sì che la velocità finale per l'utente sia più elevata.
Nonostante ciò, la qualità del segnale degrada velocemente e già a poche centinaia di metri di distanza dal punto di distribuzione la velocità di connessione è più che dimezzata rispetto al massimo teorico (le velocità massime si riducono a 500, 200 e 150 Mbit/s su tratti lunghi rispettivamente 100, 200 e 250 metri).
La modulazione dei dati è affidata alla OFDM (Modulazione Discreta Multitono), così come accade nella VDSL2 e nella gran parte delle alternative all'ADSL. Il G.Fast, inoltre, implementa il Duplex a divisione temporale, mentre VDSL2 e ADSL adottano il Duplex a divisione in frequenza. Nel primo caso, la banda da allocare alle operazioni di download e upload è variabile nel tempo (a seconda dei carichi di lavoro richiesti) e la sua gestione è affidata al Time Division Multiplexig. Ciò permette al G.Fast di adattarsi più velocemente alle esigenze dell'utente senza che si corra il rischio di un sovraccarico di banda che faccia rallentare l'intero traffico, sia in download sia in upload. Nel secondo caso, invece, la banda assegnata al download e all'upload è fissa e i dati in upload e download viaggia su due frequenze distinte e separate. Ciò permette di ridurre le interferenze tra le due modalità di trasmissione dati, ma allo stesso tempo è meno efficiente rispetto alla divisione temporale.