Che l'anima open source di Android sia una delle caratteristiche più apprezzate dai fan del sistema operativo del robottino verde è un po' il segreto di Pulcinella dell'universo mobile. Il sistema operativo creato da Google all'interno dell'Android Open Source Project lascia agli utenti grandi margini di personalizzazione, sia grafica sia “strutturale”. Il risultato più importante e visibile di questa politica sono le ROM, versioni personalizzate di Android create da sviluppatori indipendenti a partire dal codice sorgente di Android.
Miui ne è un esempio pratico. Xiaomi nacque nel 2010 proprio per creare una versione personalizzata e destinata al mercato cinese di Android. Da allora la società di Lei Jun ne ha fatta di strada, ma Miui è un po' il fiore all'occhiello dell'intera linea produttiva. CyanogenMOD è un'altra versione “modificata” di Android, molto più famosa e utilizzata – quanto meno in Europa e negli Stati Uniti – rispetto alla versione realizzata da Xiaomi.
La storia
La prima versione di CyanogenMOD venne rilasciata nella seconda metà del 2009. Circa un anno prima, con il rilascio dello HTC Dream, venne scoperto il modo per accedere in modalità root ad Android: in questo modo gli utenti avevano a disposizione i mezzi per modificare o addirittura rimpiazzare la versione di Android installata sul loro dispositivo.
CyanogenMOD nacque dal lavoro dello sviluppatore JesusFreke (questo il nickname con il quale era conosciuto all'interno della comunità Android) e successivamente migliorata da Cyanogen (altro nome in codice). Da qui il nome CyanogenMOD. La ROM, tra le più complete e duttili allora realizzate, divenne ben presto molto famosa nella comunità di sviluppatori che gravitava nell'universo Android. Ne vennero realizzate differenti versioni per molti modelli di smartphone e ben presto si creò una piccola comunità di programmatori, chiamata CyanogenMOD Team (nome in codice Team Douche), che lavorava esclusivamente sullo sviluppo di nuove versioni della ROM.
Come molti altri progetti open source, lo sviluppo di CyanogenMOD segue le direttive del sistema di revisione distribuito. Ogni nuova funzione o risoluzione di un problema conosciuto viene caricata su Gerrit, la piattaforma gestita da Google per la revisione del codice sorgente Android. Chiunque può testare le nuove funzioni o le soluzioni dei bug ed esprimere la propria opinione in merito e, se la comunità ha espresso il suo parere favorevole, verranno inserite in una nuova release.
Le caratteristiche di CyanogenMOD
La duttilità e la velocità sono, probabilmente, le caratteristiche salienti di ogni ROM Android che si rispetti. E CyanogenMOD non fa eccezione. Nelle sue varie release, CyanogenMOD si adatta alla perfezione sulla gran parte degli smartphone Android, dai più vecchi e malandati a quelli ultimo grido. Anche l'ultima release – la CyanogenMOD 10.1, basata su Android 4.2.2 – gira senza problemi su dispositivi vecchi di qualche anno, permettendo a chiunque di avere a disposizione uno smartphone magari vecchio di qualche anno ma con un sistema operativo sempre aggiornato.
Tra le caratteristiche principali dell'ultima release troviamo la possibilità di personalizzare il lock screen, aggiungendo nuovi collegamenti alle app più utilizzate: in questo modo gli utenti vi potranno accedere senza bisogno di dover sbloccare lo smartphone. Notevoli progressi sono stati fatti anche sul piano della sicurezza: l'utente potrà amministrare autonomamente i permessi concessi alle applicazioni installate, decidendo se un'applicazione può o meno accedere alla propria rubrica o se può utilizzare la connessione dati senza l'autorizzazione dell'utente stesso.
Altre modifiche sono state apportate alla personalizzazione grafica della MOD. L'utente potrà modificare la barra di stato, aggiungendo o eliminando elementi; potrà costruirsi da sé un tema grazie al Theme Engine; personalizzare il numero e le icone delle applicazioni visualizzate; assegnare colori e funzioni differenti alla lucina di notifica presente in ogni dispositivo e molto altro ancora.
Le ultime dal CyanogenMOD team
Nelle ultime settimane L'universo CyanogenMOD è stato investito da due novità di grosso conto. Da un lato la comunità di sviluppatori indipendenti e volontari che sinora si era occupata dello sviluppo della MOD si è costituito in scoietà. Grazie ai fondi raccolti – circa 7 milioni di dollari – in un round di finanziamento potrà continuare a sviluppare e distribuire gratuitamente la sua versione modificata di Android, avendo alle spalle una base economica ed organizzativa più strutturata.
Dall'altro lato, il Team Douche si prepara a rilasciare una seconda versione della sua MOD. CyanogenMOD, infatti, si dividerà in due diverse release: la community edition e la PRO. La prima sarà la “solita” release, indicata per gli utenti più “smanettoni” e avvezzi a programmare e gestire autonomamente codici sorgenti; la seconda, a dispetto del nome, è invece indicata per un'utenza con meno competenze informatiche e quindi con meno necessità di personalizzazione. “Non tutti – si legge nel blog ufficiale del team - non ha bisogno di root o modificare i DPI. Ha bisogno di qualcosa che resterà aggiornato, protetto e che funzioni senza dover configurare trenta diverse impostazioni. Quelle voci ci saranno ancora, e potrà abilitare facilmente il root se lo vorrà, ma non è necessario per godersi l'esperienza CM”.
23 ottobre 2013