Prima l'Apple TV. Poi l'Amazon TV (nome in codice Fire TV). E ora anche il Google TV. O, per meglio dire, l'Android TV. La cosiddetta “guerra dei salotti”, quella che i giganti dell'hi-tech combattono a colpi di media player e dongle TV si arricchisce quindi di un altro protagonista: il gigante californiano ha infatti presentato la sua “scatoletta” televisiva pronta a contendere alle due rivali più agguerrite – Apple e Amazon, per l'appunto – il trono di regina della casa.
Dalla sua annuale conferenza programmatica, Google esce quindi con novità sostanziali in un po' tutti i settori. Non solo Android L e il nuovo Chromecast: la casa di Mountain View vuole espandere la propria area di interesse nel campo dei dispositivi indossabili, in quello delle automobili, nel fitness e molto altro ancora.
Fenice dalle ceneri
Android TV non è il primo tentativo di Big G di sfondare nel settore dei set-top box. Nel 2010, dalla collaborazione del gigante di Mountain View con Intel, Sony e Logitech, nacque Google TV, dispositivo dalle alterne basato su processori Intel Atom e sistema operativo sviluppato ad hoc dal gigante delle ricerche web. Google sembra aver imparato dai propri errori e si ripresenta ai nastri di partenza con un dispositivo rinnovato nelle funzionalità e nei componenti interni. Android TV, più che una nuova piattaforma di intrattenimento, dovrebbe essere un dispositivo che riunisce funzionalità “prese in prestito” da altri device con il solo scopo di rendere più semplice il “consumo” di show televisivi, film, album musicali e videogames. “Stiamo dando ai televisori la stessa attenzione che abbiamo concesso tempo fa a smartphone e tablet” ci ha tenuto a sottolineare David Singleton, tra gli ingegneri a capo dello sviluppo di Android, nel corso del Google I/O 2014.
Trasformando, ad esempio, gli smartphone e i tablet Android in telecomandi per il controllo del nuovo set-top box. Android TV, inoltre, supporterà a pieno l'ultima versione di Chromecast – presentata sullo stesso palco pochi minuti più tardi – e potrà essere utilizzata per effettuare lo streaming e il mirroring degli smartphone o tablet Android supportati.
Semplicità
La parola d'ordine che sembra aver guidato i progettisti Google nello sviluppo del nuovo dispositivo televisvo è semplicità. L'interfaccia grafica e i comandi sono stati studiati appositamente affinché l'utente possa trovare con facilità i contenuti che più interessano. Gran parte della schermata principale è occupata dai suggerimenti basati su serie televisive, film e tracce musicali già “consumati”, mentre la ricerca di nuovi contenuti multimediali è affidata all'integrazione con Google Now.
Utilizzando lo smartphone o il tablet l'utente potrà controllare la piattaforma hardware e software con semplici comandi vocali. L'indicazione “Breaking Bad” o “Big Bang Theory”, ad esempio, condurrà l'utente nelle sezioni del Google Play Store dedicate alle due celebri serie televisive statunitensi. Se, invece, si volessero cercare sul web i cartoni animati dello scorso anno, basterà dettare il comando allo smartphone (qualcosa del tipo “I migliori film d'animazione del 2013”) e attendere che la ricerca dia i suoi frutti.
Piattaforma familiare
Le analogie tra Android TV e il resto dei prodotti marchiati Big G non si ferma di certo al nome. La piattaforma di sviluppo utilizzata per realizzare app per il nuovo set-top box è la stessa impiegata dagli sviluppatori per realizzare applicazioni per smartphone e tablet del robottino verde. Gran parte dei contenuti presenti sul Google Play Store, quindi, sono compatibili e installabili su Android TV, videogames compresi.
Grazie al joypad incluso, gli utenti potranno controllare i protagonisti dei loro giochi preferito come se stessero utilizzando una normale console. Grazie all'integrazione con la piattaforma Google Play Games, inoltre, si potranno condividere i risultati migliori online e sfidare i propri amici androidiani a fare meglio.
Piattaforma orfana
Al momento Google non si è lasciata sfuggire molto sulle specifiche tecniche della sua “scatoletta” televisiva. Segno che, al di là del sistema operativo, ci sono ancora molti particolari da limare. Probabile, però, che il gigante di Mountain View adotti la stessa tattica messa in atto nel campo degli smartphone e dei tablet: concedere il sistema operativo in licenza gratuita e dare la possibilità ai produttori hardware di utilizzarlo sui loro dispositivi.
Non è un caso, quindi, che si vociferi che Sony e Sharp stiano lavorando su smartTV che montano Android TV; mentre produttori come ASUS, LG e Razr sono già a buon punto nello sviluppo di un set-top box simile a quello mostrato nel corso del Google I/O 2014.