Sarà stato, magari, per l'ondata di fake news che ha travolto un po' tutti i social network a partire dal 2016 e minaccia di influenzare le elezioni politiche un po' ovunque in tutto il mondo. O per la continua evoluzione di intelligenza artificiale e machine learning, che promettono di rendere sempre più autonomi e "intelligenti" robot e macchine di varia natura (come le auto a guida autonoma o i robot dell'industria 4.0, tanto per fare due esempi).
Qualunque sia la ragione – o, più presumibilmente, le ragioni – che le hanno spinte, sono sempre di più le università degli Stati Uniti che offrono corsi di morale e di etica agli studenti delle facoltà scientifiche e . Lo scopo, sottolineano le istituzioni universitarie statunitensi, è fornire strumenti utili e adeguati per valutare quale possa essere l'impatto e gli eventuali pericoli, a medio lungo termine, di alcune delle innovazioni tecnologiche più promettenti.
Insomma, un po' come accade nelle facoltà di Medicina e Chirurgia, nelle quali ai giovani studenti del primo anno viene insegnato "Primum, non nocere", ossia "Per prima cosa, non nuocere".
Scoprire il "lato oscuro" della tecnologia
Le prime Università a proporre corsi di morale ed etica legati all'intelligenza artificiale, alla robotica e all'informatica in generale saranno alcuni degli atenei più prestigiosi degli Stati Uniti. A partire dal semestre primaverile del 2018, Harvard e Massachusetts Institute of Technology offrono un corso congiunto di etica e governance dell'intelligenza artificiale, che si propone di investigare lo sviluppo e la proliferazione di algoritmi di intelligenza artificiale e machine learning utilizzati in processi di decision making, mentre a Stanford il corso è in fase di sviluppo ed è previsto nel calendario del prossimo anno accademico. "Dobbiamo quanto meno insegnare ai nostri studenti – afferma Laura Norén, ricercatrice presso il Center for Data Science della New York University – che c'è un lato oscuro nell'idea che bisogna avanzare sempre più velocemente. Anche se è possibile creare patch per una o più vulnerabilità presenti nei software che creiamo, non possiamo fare lo stesso con le persone nel caso in cui un programma ne danneggi la reputazione o faccia loro del male".
Perché studiare morale ed etica nelle facoltà di informatica e ingegneria
Una delle principali ragioni che stanno spingendo le Università statunitensi a insegnare etica e morale a futuri programmatori o ingegneri informatici è legata proprio alla crescente importanza e popolarità che algoritmi di machine learning stanno acquisendo in vari settori. Programmi e software di questo genere, infatti, sono in grado di influenzare la società umana – si pensi, come già detto prima, al caso delle elezioni politiche e della campagna elettorale – e di alterarne alcuni processi decisionali.
L'idea di fondo è quella di educare la prossima generazione di ingegneri, sviluppatori e anche politici nel considerare i possibili effetti "collaterali" di prodotti hi-tech mentre sono ancora in fase di sviluppo. Prima, insomma, che arrivino sul mercato. "La tecnologia – afferma il prof. Mehran Sahami dell'Università di Stanford – non è neutrale come si potrebbe pensare. Qualunque decisione si prenda, se sviluppare o meno un determinato dispositivo o strumento hi-tech avrà ricadute sociali ed è necessario tenerne conto in fase di progettazione".
17 febbraio 2018