Il cookie pledge è una proposta di legge avanzata dalla Commissione Europea che punta a ripensare l’impostazione e il caricamento di banner e pop-up sui siti Internet.
L’obiettivo del cookie pledge è rendere gli utenti consapevoli delle politiche di profilazione in atto ed eliminare la cosiddetta cookie fatigue: la difficoltà di comprensione che porta migliaia di persone ad accettare i cookie senza un adeguato livello di consapevolezza.
Quali sono i problemi di cookie e profilazione
Quando si parla di Internet, i cookie non hanno niente a che vedere coi biscotti. Si tratta infatti di file di testo che vengono installati dall’utente nel momento in cui l’utente accede a un sito.
I cookie permettono ai server di ottenere informazioni utili in ottica di profilazione: ad esempio il tipo di attività che l’utente compie su una pagina web. O magari il tempo di permanenza all’interno della pagina in questione.
La normativa europea sulla gestione dei cookie rientra all’interno del cosiddetto GDPR: il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, che si pone come obiettivo primario la tutela della privacy online.
Per legge i cookie devono essere accettati dall’utente: ragion per cui i siti visualizzati per la prima volta presentano dei banner o dei pop-up dedicati.
In linea di principio l’utente dovrebbe leggere i testi all’interno dei banner e scegliere se accettare o meno la cookie policy (e di conseguenza la sua profilazione). Ma esistono diverse criticità da tenere in considerazione.
Il primo problema è che i testi in questione sono spesso poco chiari. Il secondo è che molti siti aprono banner e pop-up dedicati ai cookie ogni volta che viene caricata una nuova pagina.
Il risultato è che moltissimi utenti fanno clic o tap sul pulsante di nome Accetta semplicemente per procedere con la navigazione e senza avere reale cognizione di quello che hanno accettato.
Cosa propone la prima bozza del cookie pledge
Le difficoltà descritte nei capoversi precedenti sono note col nome di cookie fatigue; il cookie pledge punta a superare la cookie fatigue dando all’utente maggiori strumenti di comprensione e orientamento con l’obiettivo finale di tutelare la privacy online di chi naviga.
Il primo punto fondamentale della proposta ruota attorno alla necessità di semplificare i testi di banner e pop-up, eliminando tutte le informazioni non strettamente necessarie.
Il cookie pledge vuole inoltre contrastare una tendenza in espansione negli ultimi anni. Molti siti infatti ormai chiamano l’utente a una scelta tra due strade: da una parte l’accettazione della cookie policy, dall’altra la sottoscrizione di un abbonamento a pagamento al sito o la pagina web in questione.
La proposta punta a eliminare questa dicotomia e a rendere obbligatoria una terza via di navigazione: che non preveda l’accettazione forzata di una profilazione e che magari proponga inserzioni pubblicitarie non troppo invasive.
Un ultimo aspetto da tenere in considerazione: il cookie pledge vorrebbe impedire ai server di proporre lo stesso banner più di una volta ogni 365 giorni.
Una richiesta già presente nel Digital Markets Act: il regolamento sui mercati digitali, valido in tutta l’Unione Europea a partire dal 2023.