Rispetto alle altre nazioni europee, in Italia i pagamenti digitali non godono di ottima salute, né fama. Spesso e volentieri, infatti, i pagamenti via smartphone o smartwatch devono scontrarsi con ritrosie e reticenze legate ai timori di possibili furti di denaro e identità. Eppure, nella stragrande maggioranza dei casi, questa tipologia di pagamenti assicura standard di sicurezza superiori rispetto ai contanti.
Cosa si può pagare con i pagamenti digitali
Diverse le transazioni che, già oggi, possono essere concluse grazie a smartphone e smartwatch vari. Sfruttando i terminali POS abilitati, ad esempio, gli utenti possono pagare per i loro acquisti, di qualunque genere, nei punti vendita più disparati. Per lo più, però, i pagamenti con il telefonino sono utilizzati per il parcheggio sulle strisce blu, il biglietto dell'autobus e dei mezzi pubblici in genere, il conto del car sharing, le bollette della luce e del gas e, con una frequenza sempre maggiore, il caffè al bar o il conto al ristorante.
I consigli per pagamenti digitali sicuri
Con un paniere di possibili utilizzi in continua espansione, i pagamenti digitali diventano sempre più appetibili agli occhi di hacker e malviventi (più o meno) comuni. Per questo motivo, si consigli di mantenere gli occhi ben aperti. Come detto, però, gli standard di sicurezza sono molto elevati e garantiscono l'utente sin dal momento dell'iscrizione. Molte app per il pagamento con lo smartphone, infatti, si accertano della reale identità di chi si sta iscrivendo confrontando le foto dei documenti con immagini live dalla fotocamera: il riconoscimento, insomma, è "certificato" dai selfie.
Standard di sicurezza simili anche quando si dovrà pagare per l'acquisto fatto. Prima di ogni pagamento digitale l'utente dovrà autenticarsi inserendo la password scelta in fase di registrazione, mentre ogni singolo pagamento dovrà essere utilizzato inserendo un codice numerico frutto di un'applicazione per la verifica a due passaggi o con la scansione delle impronte digitali del dito (in futuro, probabilmente, si passerà per la scansione dell'iride o grazie al battito cardiaco).
È importante, nell'ottica di proteggere sia la propria identità sia il proprio denaro, conservare in maniera adeguata anche il PIN numerico che in alcuni casi si riceve in fase di registrazione. In caso di smarrimento sarà necessario denunciare il fatto alle autorità competenti e avvisare il gestore del servizio, così da bloccare sul nascere possibili pagamenti non voluti.
Apple Pay, Google Pay, Samsung Pay: sono sicuri?
Un discorso a parte meritano i sistemi di pagamento digitali Apple Pay, Google Pay, Samsung Pay e simili. Tutti questi sistemi hanno in comune il fatto che è possibile registrare in un portafogli virtuale tutte le nostre carte ed eseguire pagamenti contactless senza neanche tirar fuori la carta. Prima di autorizzare il pagamento questi sistemi richiedono una forma di identificazione, molto spesso biometrica (sblocco facciale o con l'impronta digitale). Di conseguenza sono molto difficili da violare e l'unico vero rischio è quello di un attacco "man in the middle" in cui l'attaccante è fisicamente vicino a noi mentre stiamo pagando con uno smartphone e un POS abilitato. Apple sta per lanciare, poi, la sua carta di credito Apple Card che avrà meccanismi di sicurezza ancora più difficili da violare.
Bonifici online: la nuova direttiva PSD2
Da metà settembre 2019 è entrata in vigore anche in Italia la nuova direttiva europea sui pagamenti digitali PSD2 (Payment Services Directive 2). Con la PSD2 c'è stato anche un importante cambiamento in fatto di sicurezza per i bonifici online: l'addio ai token, cioè le chiavette fisiche che generavano un codice a tempo da inserire per autorizzare la transazione. Adesso per autorizzare un pagamento è necessario utilizzare due fattori: uno può essere l'impronta digitale o un PIN, il secondo è un codice generato in tempo reale, che si riceve sul proprio smartphone. Ogni codice generato può essere utilizzato per una sola operazione, quindi anche nella peggiore delle ipotesi un hacker può eseguire un solo bonifico dal nostro conto al suo.
Cosa fare in caso di furto di smartphone o smartwatch
Non trovate più smartphone o smartwatch e temete che qualcuno possa utilizzarlo per acquisti da migliaia e migliaia di euro? In casi come questi, prima di tutto, non ci si dovrà far prendere dal panico e si dovrà agire più in fretta possibile. Sarà necessario provare a localizzare il dispositivo con una delle tante app a disposizione (Trova il mio iPhone se si possiede un dispositivo della mela morsicata e Android gestione dispositivo per i telefonini con sistema operativo del robottino verde), così da verificare quale sia l'ultima posizione nota e accertarsi che se lo smartphone sia stato effettivamente rubato.
Se la verifica dovesse dare esito negativo (il dispositivo è stato effettivamente trafugato) si dovrà procedere con il blocco e la cancellazione del contenuto della memoria. In entrambi i casi si può far ricorso alle già citate Trova il mio iPhone e Android gestione dispositivo, dotate entrambe di strumenti e comandi ad hoc. In alternativa, si potrà chiedere il blocco dello smartphone al proprio operatore telefonico comunicandogli il codice IMEI del dispositivo.
Consigli simili se vi chiedete cosa fare in caso di furto di carta di credito. Prima di tutto dovrete bloccare i pagamenti chiamando il numero verde messo a disposizione dalla banca o del circuito internazionale che ha emesso la carta. In secondo luogo dovrete recarvi in un Commissariato di Polizia o presso una Caserma dei Carabinieri e denunciare la scomparsa o il furto della stessa.
14 ottobre 2019