Il World Wide Web nacque nel 1991 su iniziativa di Tim Berners-Lee e un altro manipolo di ricercatori del CERN di Ginevra. Il loro scopo era di creare una piattaforma dove studiosi di tutto il mondo (in particolare quelli del CERN, naturalmente) potessero condividere liberamente i loro risultati di ricerca e confrontarsi sui possibili risvolti per il futuro. Nel giro di pochi mesi, quasi per un processo di "evoluzione naturale", la ragnatela di siti e collegamenti ipertestuali (hyperlink) divenne più grande e più varia, ospitando portali e pagine riguardanti gli argomenti più disparati. Il web, però, non perse mai la sua caratteristica più preziosa: l'essere un luogo dove poter esprimere liberamente la propria opinione, le proprie idee e le proprie creazioni (scientifiche, intellettuali o artistiche che fossero).
Ad oltre 20 anni da quei primi passi, la situazione è un po' cambiata. Può capitare – e capita più spesso di quanto si possa credere – che siti web e contenuti video o multimediali siano resi accessibili su base geografica: gli internauti provenienti da una certa area geografica o da un certo Paese sono liberi di accedere a filmati e video in streaming, mentre ad altri internauti è impedita questa possibilità..
Come e perché limitare
I motivi di queste limitazioni sono legati principalmente a questioni di copyright: può darsi, ad esempio, che si stia tentando di accedere a una piattaforma di streaming on demand attiva in un Paese differente da quello da cui si sta navigando oppure ad un video su YouTube non disponibile per la nazione di provenienza.
In alcuni casi, la "censura" può arrivare direttamente dal Governo centrale, interessato a limitare la libertà dei propri cittadini di accedere a determinati contenuti non graditi all'amministrazione stessa. In questi casi spesso si procede a bloccare l'accesso, agli abitanti di un determinato Paese, a contenuti antigovernativi, ad esempio blog, pagine dedicate sui social network e/o filmati web di denuncia o propaganda, che mettano in cattiva luce l'operato del Governo stesso.
Il meccanismo su cui si basa questa operazione è piuttosto semplice da spiegare e comprendere. Tutte le risorse connesse alla Rete (server, computer, stampanti, NAS e così via) sono identificate univocamente per mezzo degli indirizzi IP: ad ogni LAN o ad ogni punto di accesso corrisponde un indirizzo di rete che ha le funzioni di "domicilio" di quella determinata risorsa. Gli indirizzi IP, naturalmente, non sono assegnati a caso: gli oltre 4 miliardi di "domicili virtuali" sono dapprima suddivisi per blocchi e successivamente ogni blocco assegnato a una nazione differente. In questo modo, limitare la visione dello streaming di una partita o di un evento televisivo è piuttosto : l'accesso al portale (o al singolo contenuto multimediale) è permesso solo agli indirizzi provenienti da un singolo "blocco nazionale", mentre tutti gli altri IP ne restano al di fuori. Oppure, viceversa, l'accesso ad certa risorsa web può essere negato soltanto agli indirizzi IP appartenenti ad una certa nazione o gruppo di nazioni. Esempi in questo senso possono essere: impedire che un sito di propaganda antigovernativa sia visualizzabile dall'interno del paese al quale si riferisce oppure il caso delle pagine di ricerca di Google che sono "epurate" di alcuni contenuti, per i quali è stato richiesto il "diritto all'oblio", ma soltanto per i navigatori appartenenti all'intera Unione Europea.
Come vedere i video con restrizioni legate al Paese
Se proprio si avesse la necessità di dover accedere a questi contenuti, ci sono alcune tecniche informatiche che consentono di aggirare le limitazioni e visionare ugualmente lo streaming desiderato. Volendo spiegare brevemente ciò che accade in questi casi si potrebbe dire che avviene uno "scambio di domicilio": si fa in modo che il proprio computer (o smartphone o tablet) risulti "domiciliato" in una delle nazioni in cui il contenuto è disponibile, o per i quali l'eventuale "blocco" non vale, e il gioco è fatto. Bisogna, però, porre molta attenzione: facendo ricorso a questi "espedienti" si potrebbero violare le leggi sulla protezione del copyright del proprio Paese.
Server Proxy
Il primo metodo, il più semplice e immediato da mettere in atto, prevede l'utilizzo di un server proxy attraverso il quale far transitare la propria connessione e risultare come se si navigasse da una nazione estera. Sfruttando una folta rete di server dislocati in tutto il mondo, un servizio proxy è in grado di nascondere l'indirizzo IP originario di un internauta e assegnargli arbitrariamente un "domicilio virtuale" in un altro Paese. La facilità di configurazione e utilizzo, però, ha un costo: le connessioni sotto server proxy sono lente e instabili, rendendo difficoltosa la navigazione. Nel caso in cui si voglia proseguire su questa strada, è possibile installare alcune estensioni per browser che permettono di "alterare" la propria identità web, fingendo di essere quello che non si è.
Hola è una delle più famose e utilizzate. Disponibile su Firefox, Chrome, Windows, OS X e Android, permette di agganciarsi con semplicità a un proxy server e visualizzare streaming fino a poco prima vietati. Tutto ciò che si deve fare è installare l'estensione, scegliere uno dei Paesi nella lista e iniziare a navigare con un indirizzo IP di quella nazione: tutte le porte che sembravano chiuse si apriranno improvvisamente. Proxmate svolge le stesse funzioni anche se ha un processo di installazione un po' più complicato – specialmente su Chrome. Il suo funzionamento e la sua configurazione,come del resto anche Hola, non richiedono invece particolari abilità informatiche.
VPN
Allo stesso modo, anche le VPN (acronimo di Virtual Private Network) consentono di aggirare le restrizioni geografiche e poter vedere video o ascoltare musica altrimenti "irraggiungibili" dal luogo in cui ci troviamo. Le VPN, oltre a creare un "tunnel" virtuale attraverso il quale far transitare in maniera crittografata i dati della nostra connessione Internet, consentono di mascherare il proprio indirizzo IP con uno di nostra scelta, solitamente estero. Scegliendone uno di una nazione non interessata al blocco geografico dei contenuti, potremmo accedere al video o alla traccia musicale in completa libertà.
Anche se è possibile creare una VPN in casa sfruttando un computer inutilizzato (come un vecchio Mac, ad esempio), online è possibile trovare diversi servizi che offrono VPN gratis (o quasi), sia per PC sia per smartphone Android e iOS. TunnelBear, ad esempio, mette a disposizione un pacchetto di 500 megabyte di navigazione VPN gratis ogni mese: basta scaricare l'estensione per il browser che si utilizza (o l'app per smartphone), creare un account e avviare il servizio ogni volta che se ne ha bisogno. Dall'interfaccia utente, piuttosto semplice, si potrà anche scegliere l'indirizzo IP di un Paese straniero, così da poter aggirare le restrizioni geografiche per video e canzoni. Utilizzando il browser Opera, invece, non si avranno restrizioni: l'utente potrà navigare liberamente sotto VPN tutto il tempo che vuole, senza preoccuparsi di un limite temporale o di dati. Certo, la scelta degli IP geografici è limitata a una manciata di Paesi, ma si tratta comunque di una scelta più che sufficiente.
DNS tunneling
Rispetto al proxy server, la tecnica del DNS tunneling permette di ottenere prestazioni migliori e più affidabili. Questo perché, creando una sorta di "tunnel protetto" all'interno del Domain Name System, tutte le richieste in arrivo ai siti "schermati" sembreranno arrivare dalla stessa area geografica, ovvero quella in cui è collocato il DNS server "d'appoggio". In questo caso la navigazione sarà diretta e non transiterà su siti o server esteri, assicurando prestazioni migliori e maggiore affidabilità.
Servizi di questo genere, però, richiedono il pagamento di un abbonamento mensile che si aggira, per i servizi più basilari, attorno ai 5 dollari al mese.
14 dicembre 2017