Il caso esplose in tutta la sua dirompenza un anno fa. Anche in Italia. Decine e decine di personaggi famosi (personaggi dello spettacolo come Beppe Grillo e Justin Bieber, politici come Obama, Romney, Bersani e Renzi, sportivi come Valentino Rossi, LeBron James ecc.) contavano tra le fila del loro account Twitter centinaia (in alcuni casi migliaia) di follower falsi, molti dei quali – pare – acquistati da agenzie specializzate. La ricerca che evidenziò questo malcostume scoperchiò il proverbiale vaso di Pandora, anche se con risultati controversi.
Il mercato dei bot (non dei Buoni Ordinari del Tesoro, ma dei software che generano e controllano decine e decine di false identità virtuali) è ancora floridissimo e, secondo i due ricercatori italiani Andrea Stroppa e Carlo De Micheli, ha un valore che si aggira tra i 40 e i 360 milioni di dollari annui. Sempre secondo i due ricercatori, sarebbero ben 20 milioni gli account gestiti tramite bot. Sorge spontanea, a questo punto, una domanda: come trovare i fake follower e distinguerli da quelli in carne e ossa?
Ci sono vari metodi, dai più avanzati a quelli più old style. La prima mossa consiste nel verificare l’attività degli account più sospetti. Solitamente i follower falsi non hanno una foto del profilo o comunque ne hanno una molto generica, dalla quale difficilmente li si può individuare con certezza. A questo si affianca l’assenza della descrizione personale, fatto alquanto inusuale per un account corrispondente a una persona in carne e ossa. Ma il fake follower si riconosce anche per il numero e il tipo di tweet che invia. I cinguettii inviati dal bot, infatti, sono solitamente molto “standard”, poco fantasiosi e auto-promozionali o a scopo pubblicitario. E soprattutto sono tantissimi. Altro campanello di allarme sta nel numero di follower e following. Mentre questi ultimi sono tantissimi, i primi sono pochi o addirittura pochissimi.
Se poi si vuole avere una verifica “incrociata” sul numero di follower falsi che “infestano” il proprio profilo o il profilo di una star, si può utilizzare una delle tante risorse che la rete mette a disposizione. FakeFollowers, Twitter Audits e Status People sono tre servizi molto simili tra loro che ci permettono di trovare i bot su Twitter. Basta iscriversi, inserire il nome profilo che si vuole controllare e, nel giro di qualche istante, avremo a disposizione l’analisi completa dell’account, con percentuale dei follower falsi, di quelli inattivi e di quelli “genuini”.
30 aprile 2013