Un nuovo aggiornamento ha arricchito Google Translate con più di 100 nuove lingue, tra cui cinque dialetti italiani: il friulano, il siciliano, il veneziano, il lombardo e il ligure.
Il segreto dietro questa prova di forza da parte del software di casa Mountain View sembra essere l’integrazione con l’intelligenza artificiale: più precisamente con un modello linguistico di nome PaLM 2.
Utilizzando i Large Language Models, Google punta a integrare ancora migliaia di lingue, tra cui idiomi che rischiano di scomparire. Allo stesso tempo, ad oggi il nuovo Google Translate integrato con l’AI commette ancora qualche errore di troppo: basti pensare che alcuni dei dialetti italiani annunciati, purtroppo, non esistono (per il momento).
Quali sono i dialetti italiani traducibili da Google Translate
Un nuovo aggiornamento di Google Translate permette a uno dei servizi più famosi del mondo di capire e tradurre anche i dialetti italiani: più precisamente il lombardo, il friulano, il siciliano, il ligure e il veneto.
A questi si aggiunge un pacchetto ben più ricco, fatto da oltre 100 nuove lingue, comprendenti idiomi minoritari. Tant’è che diversi esperti linguisti stanno ringraziando pubblicamente il colosso di Mountain View, per un servizio che potrebbe tutelare lingue e dialetti di tutto il mondo, che altrimenti rischiano ogni giorno di più di scomparire.
Tra le lingue più diffuse che entrano ufficialmente nel “roster” di Google Translate è possibile citare per lo meno il cantonese, parlato da oltre 80 milioni di cinesi, e il punjabi, parlato soprattutto in India e Pakistan.
Tra quelle meno note al grande pubblico è invece possibile citare il tamazight e il tok pisin: il primo è una particolare lingua berbera, diffusa prevalentemente in nordafrica. Il secondo è invece una lingua creola, che si basa sull’inglese e che si è diffusa soprattutto in Papua Nuova Guinea.
In che modo l’AI sta rivoluzionando Google Translate
L’ingresso di nuove lingue in Google Translate che rappresentano oltre 600 milioni di parlanti nel mondo è legato a doppia mandata ai progressi fatti dall’intelligenza artificiale.
Il servizio di traduzione è infatti stato integrato con il nuovo PaLM 2: un Large Language Model (LLM) sviluppato da Google, che ha aiutato Translate a capire lingue correlate tra loro a tempo di record.
Ma non finisce qui. Grazie all’AI infatti il team di Google è convinto di poter integrare almeno altre 1.000 lingue al suo Translate. Un’altra operazione a tutela della diversità culturale nel mondo, nonostante qualche sbavatura qua e là.
E qui è possibile tornare ai dialetti italiani, o presunti tali, aggiunti di recente. Da una parte friulano e siciliano sono riconosciute come lingue e non come dialetti. Dall’altra ligure e lombardo, tecnicamente, non esistono in quanto dialetti.
Google Translate di fatto riporta inflessioni, parole, modi di dire e accenti che sicuramente sono affini alle regioni in questione. Ma, al tempo stesso, in Liguria e Lombardia non è (ancora) stato individuato un dialetto vero e proprio, egualmente diffuso su tutto il territorio.
Sarebbe dunque stato più corretto parlare di milanese, piuttosto che di spezzino. Ma, chissà, magari un domani l’intelligenza artificiale riuscirà a entrare più approfonditamente nel merito delle questioni linguistiche.
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