Un quadro in movimento, un'opera d'arte che se esposta al MOMA non sfigurerebbe di fianco ad opere di artisti ben più famosi e affermati. Ma non stiamo parlando né di un film, né di un documentario, ma di un videogame. Solitamente il mondo videoludico non viene preso in considerazione per la bellezza delle sue opere, si preferisce puntare su altre caratteristiche come il gameplay, la grafica e la storia. Ma ci sono dei titoli che esulano da tutto ciò e che bisogna valutarli sotto altri punti di vista. E The Last Guardian, ultima opera del maestro Fumito Ueda, fa parte di questa categoria. Il videogame è stato annunciato per la prima volta sette anni fa, ma ha visto la luce solo nel dicembre del 2016, dopo varie vicissitudini con protagonista Fumito Ueda e Sony. Il videogame ha attraversato ben due generazioni di console e sotto molti punti di vista ha una storia simile a Final Fantasy XV, altro titolo che è uscito dopo dieci anni dal primo annuncio.
Non è semplice recensire un videogame come The Last Guardian. Tutti i parametri che si utilizzano solitamente per una recensione sono inapplicabili: The Last Guardian è una gemma che dividerà sicuramente il mondo dei gamer, ma che per la sua poesia è impossibile da confrontare in qualsiasi altro videogame uscito in questa stagione. È un gioco giapponese, con tutte le caratteristiche che questo aggettivo porta con sé, soprattutto nel mondo videoludico. Forse il paragone con uno dei tanti film di Miyazaki può essere eccessivo, ma la poesia è la stessa. The Last Guardian racconta l'amicizia tra un bambino e un animale mitologico, a metà tra un gatto, un cane e un uccello. Il giocatore sarà chiamato a portare a termine degli enigmi e ad affrontare delle sfide molto particolari, che permetteranno al bambino e all'animale di stringere un rapporto ancora più forte. Soffermarsi sul gameplay è quasi superfluo, The Last Guardian non presenta grandi battaglie o scontri corpo a corpo, ma è semplicemente il racconto di un'amicizia, quella tra uomo e animale, con tutti i risvolti psicologici che può avere. Ed è proprio su questo punto che Fumito Ueda vuole focalizzare l'attenzione: dovrà essere il rapporto tra uomo e animale, tra uomo e natura su cui le prossime generazioni dovranno far riferimento. Il Mondo, per come lo abbiamo conosciuto fino ad adesso è in pericolo, toccherà a noi salvarlo.
Come detto in precedenza, The Last Guardian è un titolo che creerà delle divisioni nel mondo dei gamer, ma anche all'interno della critica specializzata. Delle dinamiche di gioco tipiche della PlayStation 3 riproposte in un periodo in cui il mondo videoludico si aspetta tutt'altro dai videogams. E per questo motivo The Last Guardian non può far felici tutti. Nonostante tutti i problemi riguardanti un gioco "tecnicamente vecchio", le recensioni e i voti sono abbastanza positivi. The Last Guardian è pronto a meravigliare e a stupire tutti coloro che sono alla ricerca di una poesia videoludica. Per scoprire cosa ci offre The Last Guardian non vi resta che leggere la nostra recensione.
Alla riscoperta della natura
In questa recensione troverete pochissimi spoiler, solamente qualche accenno alla storia. Sarebbe veramente difficile raccontare tutte le peripezie che i gamer affronteranno nei panni del bambino.
Dopo ICO e Shadow of the Colossus, The Last Guardian è la perfetta conclusione della trilogia dei videogame sviluppati da Fumito Ueda: il gioco segue le stesse linee narrative e ne sembra la naturale conclusione. The Last Guardian è un lungo flashback in cui il bambino protagonista della storia racconta la sua amicizia con Trico, l'animale mitologico che lo seguirà per tutta l'avventura. Il bambino si risveglia da un sonno profondo avendo perso la memoria e si trova di fronte a sé un animale ferito, che si contorce e che non riesce a liberarsi delle catene che lo tengono prigioniero. Da qui inizia il videogame: il giocatore dovrà conquistare piano piano la fiducia di Trico, prima liberandolo e guarendo le ferite e successivamente cercando di addestrarlo. Sarà una dura lotta che durerà all'incirca una dozzina di ore, ma alla fine ogni giocatore, ogni ragazzo, ogni uomo potrà trarre le sue conclusioni.
Ben presto Trico diventerà il nostro miglior amico e ci sarà d'aiuto per superare ostacoli d'acqua, per scalare monumenti maestosi e qualsiasi ostacolo che troveremo lungo la strada. The Last Guardian metterà anche a dura prova l'intelligenza del giocatore: infatti, il videogame è un platform con puzzle che nella seconda parte diventano piuttosto impegnativi da risolvere.
La maestosità delle rovine
Ambientato in un mondo onirico, The Last Guardian affascina il gamer con le sue rovine maestose che ricordano una delle tante meraviglie presenti sulla Terra, da Petra a Palmira. Nonostante un livello tecnico molto inferiore rispetto ai videogame usciti negli ultimi anni, The Last Guardian vi affascinerà con le sue ambientazioni maestose e con dei panorami mozzafiato.
Problemi di telecamera
Il videogame è diviso idealmente in due parti: una prima con ambientazioni più chiuse e tetre, mentre nella seconda i paesaggi si aprono e tutto diventa più armonioso e godibile. Nella prima parte si concentrano anche la maggior parte dei problemi di The Last Guardian, che in alcuni frangenti diventa quasi impossibile da giocare. Il giocatore ha la libertà di muovere la telecamera del videogame per scegliere l'inquadratura migliore: l'unico problema è che alcune volte non si riuscirà bene a capire dove andare, anche a causa di spazi stretti e angusti che complicheranno la vita del gamer. Andando avanti nel gioco, invece, tutto diventerà più chiaro e si riuscirà a prendere confidenza anche la telecamera. Nella seconda parte del gioco, il rapporto tra il bambino e Trico diventerà molto più solido e nonostante l'animale sia controllato dall'intelligenza artificiale è molto più semplice tenerlo a bada.
Sul finale del videogame non vi diremo nulla, sarete voi a scoprire cosa vi ha riservato Fumito Ueda.
In difficoltà
Paragonare The Last Guardian con uno dei tanti videogame usciti quest'anno è veramente molto difficile. Il gioco è totalmente differente a tutto ciò che abbiamo visto fino ad adesso. Anche sotto il punto di vista della grafica. Un giocatore attento noterà alcuni dettaglia che fanno capire che lo sviluppo del gioco è iniziato dieci anni fa e poi è stato ripreso. Tecnicamente parlando è inferiore alla gran parte dei grandi titoli apparsi in questo 2016. Ma questo suo essere inferiore non è un segno di debolezza: The Last Guardian deve essere apprezzato per altri motivi. Invece, molto buona la colonna sonora realizzata da Takeshi Furukawa, che accompagnerà il giocatore lungo tutto il viaggio.
Recensioni The Last Guardian
- Multipalyer.it. Un titolo mai banale e con un significato profondo che potrà essere apprezzato da tutti. Antonio Fucito nella sua recensione per il sito Multiplayer.it, mette in evidenza il grande lavoro portato avanti da Fumito Ueda, che dopo ICO e Shadow of the Colossus, presenta un altro grande videogame. Il senso di solitudine che pervade tutto il gioco non potrà far restare indifferente il giocatore: l'amicizia tra l'animale e il bambino è un insegnamento che ci deve far riflettere. Un videogame "vecchio" ma che della sua vecchiaia si fa beffe e si presenta come uno dei titoli più significativi di questo 2016. Antonio Fucito assegna a The Last Guardian un voto di 8,6
- Everyeye.it. Un'avventura che racconta mondi lontani, con un bambino che viaggia sulla schiena di un animale gigantesco e che cerca di addomesticare una bestia che lo vorrebbe sbranare. Citando le parole di Francesco Fossetti, giornalista del sito dedicato ai videogame Everyeye.it, The Last Guardian è un gioco singolare, inconsueto ma allo stesso tempo affascinante. La poesia di Fumito Ueda accompagnerà il giocatore per tutto il gioco e sarà impossibile non restare estasiati "dai versi dell'artista". The Last Guardian è un gioco diverso ma che resta sempre fedele alla sua linea, senza cercare di stravolgere dinamiche di gioco che hanno un loro significato. Per questi motivi Francesco Fossetti assegna al videogame il voto di 8,8
- Spaziogames.it. Un gioco che non darà risposte al giocatore, ma che fornirà tanti spunti diversi per arrivare a una soluzione. The Last Guardian è un gioco enigmatico, ma proprio per questo estremamente affascinante. La storia di un bambino pieno di tatuaggio che si risveglia da un sonno profondo senza memoria, non può che intrigare la mente dei giocatori. Mario Petillo del sito Spaziogames.it evidenzia tutte le debolezze e tutti i punti forti del gioco. La trama ha dei buoni spunti, ma che però non riescono a decollare. Il livello tecnico del gioco è molto inferiore rispetto agli altri videogame usciti quest'anno. In definitiva The Last Guardian è un buon titolo e per questo Mario Petillo gli assegna un giudizio finale di 8
- IGN.it. Trico e The Last Guardian sono in realtà la stessa cosa: testardi, cocciuti, tecnicamente vecchi, ma allo stesso tempo straordinariamente magnifici. È possibile trovare tutte queste antitesi in qualche altor videogame? Molto probabilmente no. The Last Guardian è un gioco coraggioso, perché cerca di scalfire alcune pratiche oramai sedimentate in questi ultimi anni nel mondo dei videogame. Nella sua recensione Mattia Ravanelli del sito IGN.it mette in evidenza i tanti limiti strutturali del gioco, ma The Last Guardian getta il cuore oltre l'ostacolo e fornisce al giocatore un'esperienza indimenticabile. L'unica pecca una telecamera che per la maggior parte del tempo fa le bizze. Alla fine, il giornalista assegna a The Last Guardian un voto di 8,9
- Gamespot.com. Un quadro che ritrae due personaggi diametralmente opposti, ma che grazie alla potenza della comunicazione riescono a entrare in contatto. Potrebbe essere una favola moderna, ma in realtà si tratta di un gioco ambientato in un mondo immaginario. The Last Guardian è l'ultima poesia scritta da Fumito Ueda e secondo Peter Brown del sito Gamespot.com è un gran bel videogioco. Le animazioni sono incredibili, mentre i puzzle che il giocatore dovrà risolvere sono veramente complessi. Il rapporto di amicizia tra Trico e il bambino è una storia che meriterebbe una recensione a parte e una delle storie più emozionanti dell'anno. Per questi motivi, Peter Brown assegna a The Last Guardian il giudizio finale di 9.