Il confine tra vita reale e vita digitale si assottiglia sempre di più. I punti di contatto tra l'una e l'altra diventano sempre di più, tanto che a volte finiscono con il sovrapporsi. Per questo motivo, eventuali problemi o brutte figure rimediate attraverso uno dei propri account social – Facebook o Twitter, ad esempio – si può ripercuotere sulla propria reputazione personale.
È necessario, quindi, adottare alcune strategie comunicative che permettano di difendere e preservare la propria reputazione, sia online sia nella vita reale.
Come comportarsi per preservare la reputazione online
Sui social network può capitare che ci si lasci trasportare dalle situazioni e si finisca con il fare considerazioni un po' troppo al di sopra delle righe. Battute e scherzi possono trasformarsi, agli occhi di qualcuno, in offese più o meno pesanti, andando magari a compromettere su rapporti personali di lungo corso. In altri casi potrebbe addirittura mettere in pericolo il posto di lavoro: i social network vengono utilizzati sempre più spesso per controllare la reputazione di un possibile candidato o di un proprio dipendente. Basta una parola fuori posto – magari una considerazione poco carina nei confronti della società o del capo – e si viene fatti fuori.
Quando si posta qualcosa sui social network – ad esempio una foto su Twitter, un aggiornamento di stato su Facebook, un video su Google+ – si deve quindi fare molta attenzione. Prima di scrivere qualcosa bisogna pensarci su più e più volte, soppesando bene ogni parola che si utilizza. In questo senso assumono grande rilevanza le impostazioni della privacy. Impostandole in maniera adeguata, si può fare in modo che determinati aggiornamenti vengano visualizzati solo da alcune persone e non da altre, riuscendo così a “salvarsi la faccia”. E la reputazione. Una soluzione estrema, invece, potrebbe essere quella di scremare pesantemente la lista di amici su Facebook o delle persone che ci seguono su Twitter. In questo modo, scrivendo solo per alcuni “fidati” lettori si potrebbe scrivere in tutta tranquillità e senza alcun freno.
Le risorse web
Se non ci si vuole fidare di sé stessi – qualche atteggiamento sui generis può capitare a tutti – ci si può affidare ad uno dei tanti strumenti presenti in Rete. Alcuni di questi richiedono un po' di pratica, ma una volta che si è acquisita una certa manualità permettono di dare una “ripulita” ai propri account social – come Facebook e Twitter – e difendere la reputazione online.
Uno tra i più potenti e innovativi è Persona, recentemente lanciato dall'omonima start-up.
Come funziona Persona
Persona permette di monitorare in tempo reale cosa accade sui nostri profili social. Nel caso in cui ci siano post o discussioni fraintendibili che ci riguardano, il servizio ci avvertirà, così che si possa intervenire e sistemare la situazione. Non solo: Persona verificherà tutti i vecchi post pubblicati dai nostri account e verificherà per ognuno di essi se ci siano termini equivoci o fraintendibili. La verifica sarà effettuata sulla base di alcune parole chiave presenti nel database di Persona: tutti quei post contenenti parole ritenute offensive o degradanti – offese a sfondo razziale o sessuale, riferimenti a violenze, droga, alcol o sesso, ecc. - verranno “messi da parte”.
Al termine della scansione tutti questi post – di Facebook, Twitter, Google+ o LinkedIn – verranno visualizzati per un'ulteriore revisione da parte dell'utente. Ogni post potrà essere cancellato definitivamente o lasciato così com'è. Può capitare, infatti, che alcuni post vengano estrapolati da un contesto più ampio – non tenuto in considerazione da Persona – e cambino totalmente di significato. In casi come questi si può andare ad incidere sul “vocabolario” di Persona, inserendo in una white list di parole “tollerabili” alcuni dei termini utilizzati dal servizio per la scansione.
Anche se ci sono ancora dei punti da rivedere, Persona è un servizio davvero molto utile per preservare la propria reputazione online. Con il passare del tempo ci si può pentire di quanto detto in passato e si è sempre in tempo per correre ai ripari.
20 dicembre 2013