Alle volte bistratta, considerata come se fosse la sorella "brutta" della realtà virtuale. Ma non è così. Anzi. Stiamo parlando della realtà aumentata, tecnologia molto spesso associata alla VR e di cui è considerata una sorta di sorella minore. Come se le due tecnologie potessero in qualche modo essere accomunate. In entrambi i casi è possibile utilizzare un visore per sfruttare la tecnologia (nella realtà virtuale è obbligatorio, mentre nella realtà aumentata, come vedremo, lo si usa solo in casi speciali), ma le similitudini finiscono qui. Nonostante da diversi anni si continua a dire che la realtà virtuale sarà "the next big thing", si tratta ancora di una tecnologia che ha bisogno di molto tempo per diventare a misura d'uomo. La realtà aumentata, invece, è già pronta per essere utilizzata dalle persone nella vita di tutti i giorni. E in molti casi già lo facciamo senza che ce ne accorgiamo. Un esempio? Pokemon Go, il videogame che ha riscritto la storia dei giochi per smartphone, utilizza la realtà aumentata per mostrare i Pokemon sullo schermo del dispositivo.
Oltre che su smartphone e tablet (sia Google sia Apple hanno rilasciato una piattaforma che permette agli sviluppatori di realizzare facilmente applicazioni per telefoni Android e iOS), la realtà aumentata sta mostrando le sue potenzialità anche nel mondo del lavoro. Negli ultimi anni sono partiti molti progetti per implementare l'augmented reality anche all'interno delle fabbriche. Dopo i primi esperimenti falliti del Google Glass, nuove startup stanno sperimentando degli smart glass che aiutano gli operai nella catena di montaggio facilitando il loro lavoro e aumentando la produzione e la sicurezza. Ma non solo. La realtà aumentata può essere utilizzata anche all'interno degli uffici trasformando le scrivanie in dei veri e propri computer: per gestire le pagine del browser o i programmi che si stanno utilizzando basta toccare gli ologrammi sulla scrivania. Ecco come la realtà aumentata cambierà il mondo del lavoro.
La scrivania diventa un computer
Sono diversi i dispositivi creati dalle startup per rendere gli uffici sempre più smart. E la realtà aumentata è la tecnologia più utilizzata. Alla Carneige Mellon University hanno brevettato Desktopography, una lampadina "particolare" capace di proiettare sulla scrivania dell'ufficio una serie di programmi utili per il lavoro. Ad esempio, se si deve scrivere una e-mail, senza dover utilizzare la tastiera fisica, si potrà battere sulla tastiera virtuale che apparirà sulla scrivania. Desktopgraphy supporta anche altri programmi che renderanno il lavoro molto più semplice e smart. La lampadina è composta da un proiettore e da una fotocamera che riesce a capire se sulla scrivania sono presenti degli oggetti che ostacolano la proiezione della tastiera o delle applicazioni di Desktopgraphy.
Un'applicazione moto simile è Workspace, sviluppata dalla software house Meta. Per utilizzare Workspace, però, è necessario usare un visore per la realtà aumentata o uno smart glass. Grazie a Meta, i lavoratori potranno controllare il computer o i macchinari direttamente con le gesture delle mani, senza dover intervenire fisicamente.
KabaQ, il menù in realtà aumentata
Quando si entra in un nuovo ristorante si ha sempre timore che i piatti non soddisfino le proprie aspettative. KabaQ cerca di risolvere questi problemi e di semplificare la vita dei ristoratori. L'applicazione utilizza una particolare tecnologia che scannerizza i piatti e permette ai clienti di visionarli prima di arrivare al ristorante. Il tutto avviene grazie alla realtà aumentata: basta scaricare l'applicazione disponibile sui market online e le persone possono avere un'idea approfondita su come saranno i piatti. Un servizio che può cambiare il mondo della ristorazione e rendere i menu veramente interattivi.
Caschetti intelligenti
Una delle grandi sfide per la realtà aumentata sarà di riuscire a semplificare la vita di coloro che lavorano all'interno delle catene di montaggio. Alcune grandi aziende dell'automotive stanno sperimentando dei particolari elmetti che proiettano tramite degli ologrammi la posizione esatta dove montare il pezzo. In questo modo, oltre a velocizzare il lavoro, si riduce anche la probabilità di errore umano e si aumenta la sicurezza del lavoratore.
Gli smart glass
Già qualche anno fa Google ha cercato di lanciare degli smart glass che riproducessero sulle lenti delle informazioni che potessero essere utili alle persone. Si è trattato di uno dei fallimenti più grandi dell'azienda di Mountain View: i Google Glass erano troppo in anticipo rispetto alle esigenze degli utenti e delle aziende. Ma ora i tempi sono maturi affinché gli smart glass si affermino sul mercato. Non è un caso che le grandi aziende della Silicon Valley stiano brevettando i loro primi modelli di occhiali intelligenti. Gli esperimenti di Apple sono già a buon punto e nei prossimi anni dovrebbe presentare il primo modello di Apple Glass. Lo stesso sta facendo Facebook attraverso Oculus, l'azienda acquistata qualche anno fa da Mark Zuckerberg per produrre visori per la realtà virtuale. Google ha addirittura lanciato una seconda versione dei Google glass dedicata esclusivamente al mondo del lavoro. Se gli smart glass riusciranno a farsi apprezzare all'interno delle fabbriche e degli uffici, allora si potrà dire che la realtà aumentata avrà vinto la propria sfida.
12 novembre 2017