L'ultima a mostrare cosa è possibile fare se gli spettacoli dal vivo incontrano e si sposano con l'alta tecnologia è stata Lady Gaga. Nel corso della 58esima edizione dei Grammy Awards, tenutasi il 15 febbraio 2016 presso lo Staples Center di Los Angeles, la cantante di origine italiana ha voluto omaggiare David Bowie riproponendo alcuni dei suoi più grandi successi. Nulla di eccezionale, penserete. Forse perché non avete visto cosa accaduto sul palco losangelino.
Lo spettacolo di Lady Gaga
I primi 50 secondi dell'esibizione di Lady Gaga sono un vero e proprio concentrato di alta tecnologia applicato ai concerti (e in generale al mondo dello spettacolo). Sfruttando le migliori tecnologie Intel (dall'Intel Core i7 al modulo Intel Curie, passando per i superprocessori della serie Xeon), Lady Gaga ha esordito "indossando" una pelle virtuale che le ha fatto assumere le sembianze del celebre cantante britannico. Un makeup digitale, capace di rispondere al più piccolo degli spostamenti della testa di Lady Gaga e adattarsi alle forme (sempre cambianti) del suo viso. L'esordio, da solo, varrebbe il biglietto di ingresso a uno dei tanti concerti tenuti dalla cantante: una colata di makeup digitale che scende dalla fronte e le copre per intero la parte destra del viso, adattandosi perfettamente a tutte le sinuosità del volto. Guardare per credere.
Gli effetti speciali, però, non sono finiti qui. Allo stesso modo, infatti, anche la conclusione è da applausi. Sulle note conclusive di Hero compare sul palco anche David Bowie. O, per meglio dire, compare l'ologramma del cantante britannico, che accompagna Lady Gaga verso la conclusione del suo show.
Gli ologrammi ai concerti
Non che gli ologrammi sul palco di un concerto siano una novità, ovviamente. Già in altre occasioni si era fatto ricorso a questo "trucchetto" per resuscitare cantanti scomparsi improvvisamente. Ne è un esempio l'esibizione virtuale di Michael Jackson nel corso dei Billboard Awards del 2014. Sfruttando dei proiettori olografici di ultima generazione, il cantante statunitense si è "esibito" sul palco sulle note di Slave to the Rythm, mandando letteralmente in estasi il pubblico in sala e quello a casa.
Di qualche anno prima, invece, l'esperimento condotto dal rapper Snoop Dogg nel corso di Coachella 2012. In quella occasione, sul palco è salito Tupac, rapper morto nel corso di una sparatoria in quel di Los Angeles. Nonostante la tecnologia un po' "acerba", l'esibizione dei due rapper ha stupito il pubblico, rimasto letteralmente a bocca aperta per tutta la durata del duetto.
Wham city lights
Coniugare hi-tech e spettacolo, però, non vuol necessariamente dire spendere centinaia di migliaia di dollari. A volte basta un normale smartphone per coinvolgere il pubblico in un concerto irripetibile. L'app Wham City Lights, ad esempio, permette di creare una scenografia visiva di grande impatto a costo praticamente zero.
L'app, infatti, risponde alle vibrazioni della musica e colora lo schermo dello smartphone a seconda del ritmo e della melodia "ascoltata". Se il cantante inviterà gli spettatori a scaricarla prima dei concerti, sarà in grado di controllare migliaia di smartphone con la sola forza della propria voce e delle proprie melodie.