Il nostro Pianeta ruota intorno al Sole e questo causa le stagioni, che tutti ben conosciamo. Ma quello che non tutti sanno è che, nel frattempo, il Sole non è esattamente "fermo": ha un suo ciclo, che dura circa 11 anni, durante il quale il suo campo magnetico si ribalta e i poli magnetici nord e sud si scambiano la posizione. Tutto questo modifica l'attività solare, come dimostrano le forti variazioni nel numero di macchie solari che compaiono ciclicamente sulla superficie della nostra stella. A metà ciclo solare corrisponde l'attività solare massima, con un numero più elevato di macchie e perturbazioni.
Di tutto questo l'uomo non si è minimamente accorto per millenni, fino al 1755, anno in cui gli scienziati hanno iniziato a tracciare i cicli solari. Oggi siamo a cavallo tra i cicli 24 e 25 (dal 1775 ad oggi) e l'ultimo anno di attività massima del Sole che abbiamo registrato è stato il 2014. Perché oggi è importante tracciare l'attività solare e i cicli del Sole? Perché le macchie solari, le esplosioni che avvengono sulla superficie del Sole e le espulsioni di massa coronale (cioè le espulsioni di materiale dalla corona del Sole verso l'esterno) sono fenomeni che causano variazioni al vento solare. E il vento solare può diventare un grosso problema per la nostra società, ormai fortemente basata sulla tecnologia.
Le conseguenze delle tempeste solari
Il vento solare causato dalle perturbazioni sulla superficie del Sole già descritte (che a loro volta dipendono in gran parte dal ciclo solare) produce un flusso di particelle cariche di energia che riescono a sfuggire alla gravità del Sole e iniziano a vagare ad altissima velocità nello spazio, "investendo" tutto ciò che incontrano. Quando il vento solare investe il nostro pianeta, se è molto forte, può causare una tempesta solare che disturba temporaneamente il campo magnetico della Terra.
Di solito passano 24-36 ore tra una espulsione di massa dalla corona del Sole all'arrivo del vento solare sulla Terra e questo fenomeno, mediamente, dura 24-48 ore. Ma alcune tempeste solari particolarmente intense possono durare anche molti giorni, come quella che nel 1989 ha investito parte del pianeta Terra, in corrispondenza dei cieli del Québec in Canada, causando una aurora boreale enorme, che fu visibile fino in Texas e in Florida. L'energia che investì il Québec fu talmente alta da fare esplodere un trasformatore della rete elettrica gestita da Hydro-Québec, causando un blackout che lasciò al buio sei milioni di persone, per nove ore.
Cicli solari: cosa rischiamo
Il vento solare colpisce la Terra ogni giorno, ma noi neanche ce ne accorgiamo. Questo perché, in condizioni normali, l'energia contenuta in questo flusso invisibile di particelle che si sono staccate dal Sole non è dannosa per le persone, gli animali e neanche per le apparecchiature elettroniche.
Ma, come abbiamo già visto, l'attività solare non è costante ma fluttua in base a precisi cicli e ci sono momenti in cui è molto più intensa. Nei momenti di maggiore attività, quindi, qualcosa effettivamente rischiamo e non solo sulla Terra, ma già nello spazio. I nostri satelliti artificiali, sia quelli per le telecomunicazioni commerciali sia quelli scientifici e militari sono i primi ad essere investiti dalle tempeste solari e, effettivamente, durante questi fenomeni possono capitare dei malfunzionamenti più o meno gravi alle delicatissime attrezzature di bordo. Lo stesso si può dire per la Stazione Spaziale Internazionale ISS, anch'essa piena zeppa di apparecchiature scientifiche delicatissime. Nel 2014, in occasione dell'ultimo picco di attività solare registrato, la NASA fu costretta a rimandare il lancio nello spazio di un carico di rifornimenti per la Stazione spaziale internazionale. Sempre in quella occasione furono lasciati a terra alcuni aerei, e altri furono dirottati su rotte meno colpite dai venti solari, per timore di malfunzionamenti ai radar che avrebbero potuto mettere a rischio la vita di centinaia di passeggeri a bordo.
I dispositivi più sensibili alle tempeste magnetiche solari sono senza dubbio i trasmettitori e i ricevitori radio e le apparecchiature elettriche ad alta tensione. Questo vuol dire che, in caso di tempesta solare ben più forte di quelle a cui siamo oggi abituati, potrebbero saltare le telecomunicazioni radio a lunga distanza e potrebbero verificarsi numerosi blackout come quello in Québec del 1989. Gli scienziati, per fortuna, ritengono che le possibilità di aumenti improvvisi e così forti dell'attività solare siano improbabili.
4 maggio 2020