L’app IO è un software mobile gratuito, che permette ai cittadini italiani di interagire rapidamente con diversi servizi legati alla Pubblica Amministrazione: a partire dal pagamento del bollo auto o delle multe. Fino ad arrivare alla registrazione dei propri dati personali per usufruire del cashback o di altre iniziative di Stato.
L’app IO è stata sviluppata e continua a venire gestita da PagoPA: il sistema di pagamento a disposizione dei cittadini italiani che devono versare somme a favore della Pubblica Amministrazione.
Dal mese di giugno gli utenti si stanno imbattendo nelle campagne promozionali Firma con IO, che presentano una nuova funzionalità dell’app legate alla firma da smartphone. Imparare come firmare un documento dal proprio smartphone con IO è davvero molto semplice. Basta aprire l’app e seguire le istruzioni del caso.
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1. Cos’è Firma con IO
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Grazie a Firma con IO gli utenti possono utilizzare l’app della Pubblica Amministrazione per siglare documenti con una firma elettronica qualificata: una firma digitale, che però ha valore legale assolutamente paragonabile a quello della classica firma autografa.
Grazie a Firma con IO gli utenti possono firmare un documento da smartphone. E allo stesso tempo i vari enti del territorio possono velocizzare la raccolta delle firme dei cittadini grazie alla digitalizzazione.
Le tipologie di documento che accettano la firma da smartphone con app IO sono già molteplici: si pensi in tal senso alla sopracitata Pubblica Amministrazione, ma anche al mondo accademico. Gli utenti ricevono una richiesta di firma di documento direttamente sul proprio device, attraverso l’app IO.
La firma viene poi apposta utilizzando un sistema di autenticazione che potrebbe variare in base allo smartphone o al sistema operativo in uso: si va dal riconoscimento biometrico all’utilizzo di un codice di sblocco.
Il documento firmato viene inviato all’ente che lo ha richiesto, ma resta anche nella disponibilità dell’utente. Per visionarlo è sufficiente accedere nuovamente all’app IO e scegliere se visualizzarlo, stamparlo o scaricarlo sulla memoria del dispositivo. -
2. Come viene creata una richiesta di firma da smartphone
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Dopo avere fornito alcune indicazioni di massima su Firma con IO, è possibile entrare nel merito delle singole operazioni da seguire per effettuare una firma da smartphone.
Come già accennato nei capoversi precedenti, una prima parte del lavoro è a carico esclusivo dell’ente o della Pubblica Amministrazione che deve entrare in contatto con l’utente.
Il primo step consiste nella preparazione di un documento da inviare in firma, che va poi esportato in una tipologia di formato PDF tra le seguenti: PDF standard, PDF/A-2A, PDF già firmato con firma PAdES.
Successivamente enti e PA devono creare un dossier digitale: una specie di contenitore in cui vengono identificati tutti i dati e i metadati relativi alla documentazione. Ad esempio il tipo di documento che sta venendo: una richiesta di borsa di studio, piuttosto che un contratto di assunzione. Ma anche i dati relativi al cittadino cui viene richiesta la firma.
La terza e ultima fase a carico degli enti è la richiesta formale della firma, che comincia con il recupero dell’ID del cittadino: un codice univoco di identificazione, legato al Codice Fiscale, che permette di evitare errori o scambi di persona. Per ottenere questo codice potrebbe essere necessario disporre di identità SPID.
Questa fase prevede anche una serie di passaggi tecnici formali: ad esempio la creazione della cosiddetta Signature Request e il caricamento di tutti i documenti di cui sopra. L’iter da parte degli enti si conclude con l’invio di una richiesta di firma, che l’utente potrà visualizzare direttamente all’interno dell’app IO. -
3. Come firmare un documento da smartphone
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Dopo che l’ente ha creato e inviato correttamente un documento e una richiesta di firma digitale, si entra nel merito delle operazioni che spettano al singolo cittadino.
La prima cosa da fare è aprire l’app IO, a cui è possibile accedere attraverso le proprie credenziali SPID: il Sistema Pubblico di Identità Digitale italiano, che prevede l’utilizzo di uno username e di una password da sostituire ogni tot mesi.
L’accesso viene gestito da una serie di provider autorizzati, che utilizzano sistemi di autenticazione e verifica differenti: a partire dall’invio di una One Time Password (OTP) tramite app o SMS, fino ad arrivare allo sfruttamento del riconoscimento biometrico o dell’impronta digitale.
Il messaggio ricevuto su IO conterrà un pulsante o un link su cui cliccare per accedere direttamente al documento. La tipologia di contenuto da cliccare, così come la CTA di invito alla firma può cambiare in base alla PA o all’ente che ha creato la pratica e inviato il documento.
A questo punto il cittadino non fare altro che leggere il documento, facendo attenzione che non ci siano errori o incongruenze. Dopodiché si procede con la firma elettronica qualificata FEQ, che può venire effettuata in modi differenti: attraverso il riconoscimento biometrico, ma anche tramite l’inserimento del codice di blocco dell’app IO.
La FEQ è una firma digitale riconosciuta e non va confusa con una firma elettronica generica. In Italia il termine firma digitale viene indicato per tutti quei corrispettivi virtuali che abbiano lo stesso valore legale di una firma autografa.
Al contrario la firma elettronica non necessariamente prevede meccanismi di validità di sorta. Quando si parla di firma elettronica bisogna distinguere infatti tra firma elettronica semplice e avanzata. La prima può corrispondere anche alla scansione di una firma autografa e non ha una validità universalmente accettata. La seconda invece soddisfa i requisiti del Regolamento eIDAS ed ha effetto giuridico.
La firma elettronica qualificata ha però un valore superiore addirittura rispetto a quello della firma elettronica avanzata. La FEQ infatti può essere utilizzata anche in tutta una serie di atti in cui la FEA non ha validità: ad esempio gli atti pubblici immobiliari.
Per saperne di più: Cos'è lo SPID: la guida completa