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Cos'è il VOIP e come funziona

Nata a inizio Anni '90, questa tecnologia ha conosciuto un vero e proprio boom a partire dall'inizio del 2000, con gli applicativi di messaggistica istantanea

Chiamata da PC

Il VoIP è un esempio classico di tecnologia che praticamente nessuno conosce, ma quasi tutti usano. L'acronimo sta per Voice Over Internet Protocol e, per farla molto breve, può essere tradotto con la possibilità di fare telefonate tramite Internet (utilizzando i protocolli di comunicazione TCP/IP) e non tramite il normale telefono di casa, e quindi tramite la rete telefonica tradizionale (PSTN). Ma se la facciamo così breve non abbiamo descritto quasi nulla del VoIP, perché con questo standard di comunicazione oggi si fa molto, ma molto di più.

Telefonate, anche internazionali, invio di messaggi, di file multimediali, videochiamate, sono tutte cose che si possono fare tramite VoIP. Qualcuno ha detto WhatsApp? Qualcun altro ha pensato a Facebook Messenger? Oppure a FaceTime, Skype o Zoom? E che dire di Telegram? Esatto, tutti questi servizi online si basano, esclusivamente o in parte, proprio sul VoIP.

Quando è nato il VoIP

Le radici del VoIP affondano negli Anni '90, quando iniziò lo sviluppo dell'Internet commerciale che conosciamo oggi. La sua prima applicazione la dobbiamo alla società israeliana VocalTec, che nel 1993 presentò un software chiamato VocalChat, considerato il primo sistema VoIP della storia. VocalChat permetteva a due PC di essere usati per fare telefonate inviando i dati tramite una rete LAN/WAN. Ma serviva ancora dell'hardware specifico, perché il segnale analogico della voce doveva essere convertito in digitale e "pacchettizzato".

Chiamata VoIP

Nel 1994 fu aggiunto il supporto al funzionamento anche al di fuori delle reti private, cioè tramite Internet, e nel 1995 il Wall Street Journal pubblicò un articolo di quasi una pagina, a firma del corrispondente Bill Bulkeley, dal titolo "Ciao mondo! Le chat vocali su Internet". VocalTec, nel frattempo, aveva lanciato il suo "Internet Phone", il primo software VoIP commerciale della storia. Nei decenni successivi la tecnologia di VocalTec è stata ulteriormente sviluppata ed estesa, fino a diventare il potente protocollo che è oggi.

Alla base del VoIP moderno c'è la trasmissione di pacchetti di dati, in modalità full-duplex. Cioè in entrambe le direzioni, contemporaneamente, altrimenti si dovrebbe aspettare che uno dei due interlocutori finisca di parlare (e i suoi pacchetti di dati siano arrivati a destinazione) affinché l'altro possa rispondere. Per questo motivo per lungo tempo il VoIP è stato una bellissima tecnologia, ma poco utilizzata dal grande pubblico al di fuori delle veloci reti private: servivano connessioni Internet più performanti rispetto alle velocità di poche decine di Kb/s in uso a quei tempi, che arrivarono a partire dall'ISDN.

Chiamata di lavoro

Questa connessione, in particolare, aveva una caratteristica adattissima al VoIP: era simmetrica, con due linee (una per i dati in entrata, una per i dati in uscita) e aveva una larghezza di banda di 64 kbit/s. Quanto bastava per "comprimere" meno l'audio e aumentare la qualità della voce fino a farla sembrare indistinguibile da quella di una telefonata classica. E, infatti, con la diffusione delle linee ISDN iniziò anche l'offerta commerciale di linee telefoniche aggiuntive in tecnologia VoIP, ideali per le attività commerciali e per gli studi dei professionisti. Il vantaggio era chiarissimo: si potevano fare telefonate illimitate senza pagarle, essendo sufficiente pagare il costo mensile di una connessione ISDN (che, all'epoca, non costava poco, ma pensate a quante chiamate partono ogni giorno da uno studio associato di avvocati, o commercialisti, ed il risparmio diventa subito chiaro).

Da quel momento in poi le potenzialità del VoIP crebbero parallelamente alla banda dati disponibile, fino alle applicazioni che conosciamo oggi: non solo telefonate, ma anche messaggi, invio di file, videochiamate. Alla base di tutto ciò, però, c'è sempre la stessa idea di base di VocalTec: prendere le informazioni, trasformarle e comprimerle in pacchetti dati e inviarle direttamente da un utente all'altro senza passare da un server centrale.

Chiamata da PC

Il VoIP è sicuro?

In teoria il VoIP è uno dei metodi per scambiare voce e file più sicuri, perché nella maggior parte dei casi i dati viaggiano da un terminale all'altro senza passare da una struttura di commutazione all'interno della quale potrebbe avvenire una intercettazione. I moderni sistemi VoIP, inoltre, applicano una robusta crittografia end-to-end ai pacchetti scambiati e questo rende tollerabile anche il fatto che la comunicazione sia gestita da una azienda, come Facebook, Google o Microsoft. Tra il dire e il fare, però, c'è di mezzo il mare: la violazione dei dati è sempre possibile e infatti, in passato, se ne sono registrate alcune.

Ci sono poi alcuni servizi di comunicazione VoIP, come Zoom, che sono nati senza crittografia end-to-end e che l'hanno aggiunta solo dopo aver raggiunto svariati milioni di utenti (Zoom, nello specifico, ha iniziato a implementarla dopo l'acquisizione di Keybase, a maggio 2020).

Chiamata in ufficio

VoIP: pro e contro

Il più grande pregio del VoIP è che è di semplice utilizzo, economico e, ormai, altamente affidabile. Oggi è anche flessibile e potente, perché permette di trasmettere ben più della nostra voce. È anche facilmente scalabile al crescere degli utenti e, mediamente, ha una sicurezza elevata. Infine, il VoIP lo si può usare da praticamente tutti i dispositivi connessi ad Internet e dotati di un microfono e un altoparlante (ad esempio le chiamate dirette da smart speaker sono anch'esse chiamate VoIP).

I contro del VoIP hanno a che fare principalmente con la sicurezza (o, meglio, con la nostra privacy) ma sono sempre molto relativi: dipendono solo dal servizio VoIP che stiamo usando. Alla fin fine sono sempre dei dati che ci appartengono e che stiamo inviando tramite il servizio di una Tech Company (della quale ci possiamo fidare oppure no) in maniera del tutto simile a ciò che già facciamo con i nostri post sui social network o alle nostre e-mail.

A cura di Cultur-e
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