In meno di 24 ore ha scalato le classifiche dell'App Store, raggiungendo agevolmente la vetta delle app gratuite più scaricate su piattaforma iOS. Segno che, anche questa volta, dalle parti di Menlo Park hanno centrato il colpo. Instagram - e quindi Facebook - ha recentemente rilasciato Hyperlapse, applicazione multimediale in grado di realizzare video in timelapse sfruttando la fotocamera dell'iPhone e qualche sensore di movimento nascosto sotto la scocca dello smartphone made in Cupertino. I risultati (come vedremo) sono davvero eccellenti e qualche commentatore si è spinto a dire che è come avere tra le mani un'attrezzatura da 15mila dollari. Niente male, insomma.
Hyperlapse sfrutta gli stessi principi utilizzati dai fotografi per realizzare timelapse, con una grossa differenza. Mentre in quest'ultimo caso vengono scattate centinaia (anche migliaia, in alcuni casi) di fotografie e poi lavorate in post-produzione per dare la sensazione del movimento “a scatti”, Hyperlapse adotta il processo contrario: operare in post-produzione sul video per dare la sensazione di sbalzi tra un'immagine e la successiva.
L'ispirazione
Tutto nasce da Thomas Dimson, ingegnere del software con una spropositata passione per i film e il timelapse. Nel suo anno da senior a Stanford, Thomas guarda per la prima volta Baraka, film girato nel 1992 e che fa ampio utilizzo della tecnica del timelapse: da quel momento in poi, il giovane studente di Scienze Informatiche sogna di poter realizzare, un giorno, un'applicazione in grado di poter riprodurre gli stessi effetti. Fortuna vuole che a Instagram la strada di Dimson incroci nuovamente quella di Alex Karpenko, anche lui ingegnere del software con in tasca una laurea a Stanford e da entrato a far parte della grande famiglia Instagram grazie alla sua startup Luma.
Karpenko, una volta uscito dal celebre college statunitense, aveva creato una tecnologia in grado di stabilizzare immagini riprese tramite la fotocamera dello smartphone. Dimson capisce che la tecnologia sviluppata da Karpenko può tornare molto utile per realizzare il suo sogno: due iniziano a lavorare su un'applicazione fotografica che unisca gli effetti del timelapse alla stabilità di ripresa assicurata dalle steadycam. A gennaio i due scrivono le prime righe di codice e qualche mese più tardi l'applicazione inizia a girare (in versione beta) sugli smartphone degli altri ingegneri di Instagram. I risultati sono così strabilianti che Facebook non tarda a concedere il semaforo verde per la pubblicazione sull'App Store.
Come funziona Hyperlapse
L'immediato successo di Hyperlapse non è dovuto esclusivamente alle sue funzioni. Gran parte della fortuna, infatti, è dovuta a un'interfaccia grafica lineare e semplice e a un funzionamento a dir podo intuitivo. Innanzitutto, non è richiesta alcuna iscrizione: dopo aver concesso le autorizzazioni a utilizzare fotocamera e microfono, gli utenti potranno iniziare a girare i loro video in timelapse. Fatto questo, si passerà alla schermata principale dell'app, dove gli utenti troveranno un solo pulsante per avviare le registrazioni e interromperle: una volta che il video “grezzo” sarà terminato, si potrà passare alla fase di editing.
A differenza di Instagram, dove gli utenti avranno a disposizione decine di impostazioni da modificare, Hyperlapse permette di modificare un unico parametro: la velocità di riproduzione. Gli utenti potranno scegliere di lasciare immutata la velocità scegliendo 1X, oppure rendere il video sino a 12 volte più veloce. Terminata questa operazione, potranno decidere se caricarlo su Instagram o Facebook.
La tecnologia dietro Hyperlapse
Al di là del timelapse, la più grande innovazione che la nuova applicazione di Instagram porta con sé sta nella capacità di realizzare video paragonabili, per stabilità e fluidità, a quelli realizzati da un operatore professionista dotato di una steadycam. Trovando difficile che un normale possessore di iPhone potesse acquistare ul'attrezzatura necessaria, gl ingegneri Instagram hanno preferito “trasferire” una steadycam all'interno del melafonino.
Il segreto è racchiuso nel giroscopio del dispositivo che, tracciando costantemente l'orientamento delle riprese, è in grado di modificare l'orientamento dei frame e allinearli tutti sulla stessa prospettiva. Allo stesso tempo, i frame sono ritagliati dinamicamente, così da assicurare fluidità e stabilità delle riprese.
Niente Android, per il momento
I due ingegneri spiegano anche perché, sinora, non è stato possibile sviluppare Hyperlapse anche per la piattaforma operativa di Google. “Fino a che Google non modificherà le API per l'accesso alla fotocamera e al giroscopio degli smartphone, sarà impossibile replicare gli effetti della nostra applicazione anche su Android”. Da parte loro, Dimson e Karpenko sarebbero entusiasti di poter lavorare a una seconda versione della loro app.
La palla, quindi, passa ora tra le mani di Google: a meno che nelle segrete stanze di Instagram non riescano a trovare una scorciatoia per aggirare l'ostacolo, dovrà essere Big G ad agire e adattarsi alle richieste di Instagram. Altrimenti, gli iPhone (e Apple) avranno il dominio sul mondo dei video in timelapse.