In Breve (TL;DR)
- Google Foto organizza e riconosce automaticamente foto e video, creando album e ricordi personalizzati.
- Offre backup su cloud e strumenti di editing per migliorare e personalizzare i contenuti.
- Le funzioni di ricerca e condivisione semplificano l’accesso e la gestione delle immagini.
Per capire davvero come funziona Google Foto bisogna andare ben oltre il concetto di galleria di immagini o video. Il software permette infatti di accedere a funzionalità molto diverse tra loro: dalla gestione di album e raccolte, alla sincronizzazione automatica e l’archiviazione online.
A ciò si aggiunge un sistema di modifica dei contenuti multimediali molto profondo e integrato con altre app della galassia Google come Lens, ma anche un sistema di backup delle foto che può essere configurato in base alle proprie personali esigenze.
A cosa serve e come funziona Google Foto
Vladimka production/Shutterstock
Google Foto è un software per l’archiviazione, la gestione e la condivisione di immagini realizzato dagli sviluppatori del colosso di Mountain View. A prima vista sembrerebbe una semplice app in cui l’utente può salvare foto e video di vario genere.
In realtà è uno strumento avanzato che garantisce un backup su cloud aggiornato in maniera costante. E a questo Google Foto aggiunge tante altre funzionalità: dal riconoscimento di persone all’interno dei diversi album, alla creazione di raccolte ad hoc.
Per utilizzare Google Foto bisogna accedere a un dispositivo o un dispositivo mobile utilizzando il proprio account Google. Dopodiché è sufficiente aprire l’app per trovarsi di fronte a una schermata che, per certi versi, ricorda la galleria fotografica di uno smartphone.
Tra le novità di Google Foto, l'utilizzo del machine learning per riconoscere gli elementi caricati e aiutare l'utente nella gestione dell'account
Il primo flusso di immagini è l’elenco di tutte le immagini associate all’account che sono state sincronizzate automaticamente: foto e video che vengono organizzati giorno dopo giorno.
Ma l’utente ha anche la possibilità di accedere a Raccolte specifiche: album realizzati in maniera manuale, ma anche gruppo di foto che il software organizza in autonomia a partire da persone o luoghi particolari.
Questo genere di funzionalità è reso possibile da un sistema di machine learning che permette a Google Foto di riconoscere elementi sensibili delle foto assegnando loro dei tag, ma anche di riconoscere e individuare eventuali tag inseriti in precedenza.
Infine spazio ai cosiddetti Ricordi: slideshow di foto e video generati automaticamente da Google Foto, che permettono all’utente di rivivere momenti particolarmente emozionanti della sua vita.
Cosa si può fare con Google Foto
mindea/Shutterstock
La prima funzione da tenere a mente quando si parla di Google Foto è quella di ricerca: un’area del software web e dell’app mobile che permette all’utente di individuare rapidamente i contenuti multimediali salvati.
Selezionando la voce di nome Cerca, rappresentata dalla tradizionale icona a forma di lente di ingrandimento, è possibile filtrare le immagini partendo da una data o una parola chiave di riferimento. In questo senso è possibile seguire i suggerimenti del programma o, in alternativa, utilizzare manualmente la barra di ricerca.
L’utente può poi assegnare tag ulteriori alle foto già salvate, andando ad esempio a creare un album dei Preferiti. O semplicemente inserendo informazioni che permetteranno poi a Google Foto di creare Raccolte o Ricordi successivi.
Tutte le immagini salvate in Google Foto possono essere poi processate con Google Lens: il software che permette di riconoscere punti di interesse, testi o persone ed effettuare ricerche sul web.
A ciò si aggiungono diverse funzionalità legate all’editing e la gestione della singola immagine. È sufficiente aprire una foto per accedere a una sezione di Modifica particolarmente ricca di strumenti.
Le funzioni legate all'editing sono tra le più apprezzate dagli utenti perché consentono loro di modificare le foto in modo facile e veloce
Si comincia con gli effetti generali, che permettono di ottimizzare la foto dandole un tono a scelta: ad esempio vivido, luminoso, dinamico o tempestoso. Si prosegue quindi con voci e comandi specifici, dedicati al ritaglio dell’immagine e alla creazione di collage o video.
Infine spazio a un’area dedicata alla regolazione che permette di settare tantissimi parametri diversi: dalla luminosità alle ombre, dal contrasto alla saturazione, dal punto di bianco al punto di nero, passando per la tinta, l’incarnato, la gradazione di blu e il livello di dettaglio.
In alternativa, gli utenti meno pazienti possono testare il cosiddetto Magic Editor di Google: un singolo clic che permette di ottimizzare l’immagine da più punti di vista, ottenendo un effetto davvero impressionante nel giro di pochi secondi.
Come configurare Google Foto al meglio
Mojahid Mottakin/Shutterstock
Gli elementi da tenere in considerazione quando si parla di configurazione di Google Foto sono soprattutto due: da una parte il backup automatico, che può essere sincronizzato con più o meno software esterni.
Dall’altra la gestione dello spazio di archiviazione legato al proprio account Google.
Un primo settaggio del backup di Google Foto può essere modificato direttamente dalle Impostazioni dell’app. Qui è possibile scegliere se attivare la sincronizzazione automatica in presenza di una connessione Wi-Fi e se mantenere la qualità originale delle foto che verranno archiviate su cloud.
Sempre dalle Impostazioni di Google Foto, è possibile accedere all’area di nome App e dispositivi, che permette di monitorare il livello di sincronizzazione del software con le gallerie del dispositivo in uso.
La sezione App e dispositivi permette inoltre di controllare il livello di memoria utilizzato dal dispositivo e di liberare spazio. In questo senso è utile ricordare che Google Foto dispone di una specie di funzionalità “spazzina”, che elimina automaticamente elementi ridondanti e doppioni.
Di default Google Foto offre un quantitativo di spazio limitato che può essere aumentato sottoscrivendo un piano in abbonamento
Nel caso in cui lo spazio di archiviazione si esaurisca, bisogna invece passare ai settaggi del proprio account Google. Di default il colosso di Mountain View offre 15 GB di memoria a tutti i suoi utenti, ma questa memoria riguarda tutta la suite di programmi.
Per aumentare lo spazio di archiviazione disponibile bisogna sottoscrivere un abbonamento a pagamento: il piano Basic costa 19,99 euro l’anno e mette a disposizione 100 GB di memoria per Google Foto, Google Drive e Gmail.
Il piano Standard costa 29,99 euro l’anno e mette a disposizione 200 GB di memoria. Infine il piano Premium costa 99,99 euro l’anno e mette a disposizione 2 TB di memoria.