La dislessia è un disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo e, se non individuata in tempi brevi, può ridurre la capacità di apprendimento di chi ne è colpito. La dislessia fa parte di quelli che sono considerati come Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA) e fino a poco tempo fa erano gli insegnanti i primi ad accorgersi del problema notando una lettura faticosa o estremamente lenta di un alunno. Al giorno d'oggi, però, la tecnologia può aiutare a effettuare una diagnosi precoce. Usando un sito o un'applicazione, infatti, possono essere i genitori stessi infatti ad effettuare un primo screening in caso di sospetta dislessia nei loro bambini.
Stando ai dati sulle certificazioni DSA forniti dal servizio statistico del MIUR i ragazzi affetti da dislessia in Italia sono quasi 2 milioni. Nella scuola Primaria il numero di alunni a cui viene individuata una forma di dislessia è pari al 3,2% del totale. Insomma, si tratta di un disturbo abbastanza comune che però può essere superato tranquillamente se diagnosticato in tempo e non confuso con una distrazione o una scarsa attitudine del bambino allo studio. Proprio per questo, la Fondazione TIM in partnership con l'Associazione Italiana Dislessia, l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, l'Istituto Superiore di Sanità e l'Istituto di Scienze Applicate & Sistemi Intelligenti del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Messina in collaborazione con il Ministero della Salute e il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca ha deciso di realizzare la piattaforma Dislessia 2.0.
Attraverso questo portale per genitori, insegnanti e pediatri sarà possibile in pochi secondi fare un primo screening gratuito per individuare uno o più sintomi legati a un disturbo dell'apprendimento come la dislessia. Inoltre, il portale orienta anche le famiglie verso le 5.000 scuole già certificate come "Amiche della Dislessia". Ossia quegli istituti che hanno adottato degli strumenti per favorire l'apprendimento degli alunni in casi di dislessia.
La situazione nelle scuole italiane
Iniziative come quelle portate avanti dalla Fondazione TIM sono utili non solo per i genitori che devono affrontare un problema il più delle volte sconosciuto, ma anche per dare sostegno alle istituzioni scolastiche. Spesso, problemi di questo tipo vengono confusi con disturbi alla vista oppure viene imputato all'alunno uno scarso impegno durante le ore di lezione. Inoltre, non tutti sono a conoscenza degli strumenti didattici utili per l'insegnamento a un bambino dislessico. Alla fin fine, la dislessia è un disturbo del neurosviluppo che comunque non va a inficiare sullo studio se l'alunno viene invogliato ad apprendere nel giusto metodo.
Come funziona il portale Dislessia 2.0
Il portale per aiutare gli alunni affetti da dislessia è sviluppato in tre diverse aree. Nella prima sezione i bambini dai sette anni in su, i ragazzi e anche gli adulti possono eseguire dei test, che consistono in alcune prove di lettura, in maniera tale da individuare o meno alcuni segnali legati al disturbo. In caso di lievi difficoltà di lettura dimostrate durante lo screening verremo indirizzati ad alcuni esercizi per migliorare la nostra capacità di lettura attraverso una serie di strumenti e "trucchi" utili se siamo leggermente dislessici. Al contrario se dallo screening emerge che abbiamo un livello di dislessia più importante il sito ci consiglierà una serie di strutture specializzate vicino a noi dove andare a fare dei controlli più approfonditi e personalizzati. Lo scopo del sito è anche quello di evitare alle famiglie i costi delle visite specialistiche in caso non ci siano dei chiari segnali di una dislessia.
L'altra sezione della piattaforma Dislessia 2.0 è dedicata all'applicazione Smart@pp che servirà ai pediatri per far fare degli esercizi con tablet e smartphone ai bambini fino ai tre anni per riuscire a capire se ci possono essere dei segnali di una dislessia. Lo strumento è stato realizzato in collaborazione con logopedisti e neuropsichiatri ed è molto affidabile. Una diagnosi così precoce aiuterà a risolvere alcuni problemi di apprendimento ancor prima dell'iscrizione a scuola da parte del bambino.
Infine, l'ultima sezione del portale Dislessia 2.0 è dedicata al progetto scuole "Amiche della Dislessia". Il portale permette ai genitori di capire quali sono le oltre 5mila scuole che si sono formate per aiutare l'apprendimento dei bambini dislessici sparse in tutto il territorio italiano. Circa il 60% di tutte le scuole statali italiane ha almeno un insegnate che si è formato per andare incontro all'eventualità di un alunno con dislessia. La certificazione è stata raggiunta tramite un programma e-learning, per un totale di 5 milioni di ore di formazione, che dal 2016 ha coinvolto 170 mila insegnanti e 6.000 istituti.
4 ottobre 2018