Tutti sanno cosa sia un marchio, un brand. Basta pensare a Coca Cola, Nestlé, McDonald per farsene un'idea. O, per restare in ambito tecnologico, Apple, Google, Facebook, Microsoft e Samsung. Questo termine, però, sta sempre più entrando a far parte del lessico quotidiano, abbandonando il “recinto” del marketing commerciale ed entrando a far parte di quello della promozione personale e lavorativa.
In casi come questi si parla di personal branding: pensare a sé stessi come se si pensasse a un marchio o un brand e mettere in atto, soprattutto sul web, tutte quelle azioni che si intraprenderebbero per promuovere un prodotto sul mercato. Insomma, pensare e agire come un marketeer, ma per promuovere le proprie qualità (soprattutto lavorative).
Cos'è il personal branding
Se la promozione di un brand passa attraverso l'individuazione dei punti di forza del prodotto da pubblicizzare, il personal branding non è poi così differente. Si parte dall'individuazione delle proprie qualità che ci distinguono in modo univoco (personalità, attitudine lavorativa, skill professionali, conoscenze, competenze, ecc.), creando una sorta di marchio personale da comunicare nella maniera più efficacie possibile. Si utilizzano, quindi, gli strumenti tipici del marketing per aumentare la propria visibilità e la propria credibilità come esperto di un settore.
Personal branding e web
In questo processo di autopromozione, il web (e in particolare il web 2.0 e i social netowrk) gioca un ruolo fondamentale. Quando ci si candida per una posizione lavorativa, è praticamente certo che il responsabile delle risorse umane - se non addirittura il CEO o il Presidente della società per la quale si vorrebbe lavorare - inserirà il nome su Google alla ricerca di informazioni utili (e non è escluso che, periodicamente, lo facciano anche all'interno della società per cui già lavorate). Fondamentale, quindi, avere un'ottima web reputation, per non compromettere sin dall'inizio le possibilità di essere assunti.
Riuscire ad emergere dalla massa, però, non è semplice. Vista la mole crescente di informazioni personali presenti online - merito dello user-generated content, ma non solo - si rischia di finire nel mucchio e fi passare inosservati davanti agli occhi di un recruiter troppo poco attento. Molti consigliano di essere sé stessi e di non atteggiarsi a qualcun altro; di comportarsi seguendo la netiquette e non strafare; di legare il proprio nome a qualche settore in particolare e mettere in risalto le proprie qualità; di controllare periodicamente la propria web reputation. Tutto ciò, però, potrebbe non essere sufficiente.
I primi passi per costruire il proprio personal branding online
Prima di procedere all'azione, infatti, ci sono alcune mosse “propedeutiche” che aiuteranno a spianare la strada all'autopromozione e al successo personale. Prima di tutto è fondamentale ideare un “brand mantra”, una sorta di breve frase che racchiuda l'essenza stessa del proprio brand. Tutti i marchi ne hanno uno - il Think different di Apple, il Dove c'è Barilla c'è casa, Fun family entertainment di Disney e così via - ed è necessario quanto meno pensarne uno per sé.
Fatto questo, ci saranno altri quattro passaggi preparatori:
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Stabilire il proprio appeal emozionale. Porsi domande quali “Come stanno gli altri con me?”, “Come è lavorare con me?” e “Quali parole userebbero gli altri per descrivermi?”. Una volta scovate, anche a grandi linee, le risposte, individuare alcune parole chiave più significative
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Stabilire la propria descrizione. Individuato il lato “emotivo” del proprio brand, bisognerà mettere insieme una descrizione che faciliti il più possibile il lavoro di chi cerca di capire chi siamo e cosa vogliamo. Gli elementi scovati in precedenza, serviranno come ossatura generale della descrizione: bisognerà dire chi si è e qual è il proprio passato formativo e professionale, quali le proprie qualità, i propri punti deboli e cosa si sta facendo per migliorarsi
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Stabilire la funzione. A questo punto si dovrà dire, chiaro e tondo, cosa si vuole fare. Sarà necessario, quindi, esplicitare il proprio settore professionale, il ruolo svolto sinora e quale si vorrebbe svolgere. Il recruiter dovrà capire perché avete risposto all'annuncio e qual è il valore aggiunto che si potrebbe dare alla nuova azienda
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Mettere tutto insieme. Come per ogni ricetta, una volta che si hanno a disposizione tutti gli ingredienti, sarà necessario impastarli e amalgamarli per bene. Anche nel caso del personal branding sarà necessario prendere tutti gli elementi individuati sinora e “mescolarli” con cura, per realizzare una presentazione autentica di sé. Una sorta di testo pubblicitario di sé (senza esagerare, l'autoincensamento non è solitamente ben visto), dove emergano i propri punti di forza e il contributo che si potrebbe dare alla crescita societaria
Il ruolo di LinkedIn
Come confermano diverse ricerche di settore, LinkedIn è il miglior social network possibile quando si tratta di web reputation e personal branding. Merito dell'immensa vetrina professionale che il social network di Reid Hoffman mette a disposizione, ma non solo. Non sarà sufficiente mettere in mostra il proprio profilo professionale, ma si dovranno saper utilizzare tutti gli strumenti che LinkedIn offre, uno su tutti, il Resume Builder.
Resume Builder permetterà di creare curriculum vitae utilizzando i dati presenti nel profilo e personalizzandoli a seconda della posizione per cui si dovrà rispondere.