Se fino a qualche anno fa le stampanti 3D erano affare di pochi eletti a causa di costi elevati sia per l'acquisto, sia per la manutenzione del dispositivo e l'acquisto dei "consumabili", oggi sono molte di più le persone che possono acquistare - e utilizzare - un stampante tridimensionale e realizzare da sé oggetti di plastica di ogni dimensione, forma e colore. Nonostante il calo dei prezzi, c'è chi preferisce affidarsi totalmente al fai da te, costruendo anche la stampante.
I kit per costruire stampanti 3D sono sempre di più e si trovano a prezzi sempre più bassi ed accessibili. Tutto ciò di cui c'è bisogno è una buona manualità e un po' di pazienza per capire come vanno assemblati i vari pezzi. Fatto ciò si dovrà solo dare sfogo alla propria creatività e inventiva.
Il progetto RepRap
Tra i vari progetti in via di sviluppo, RepRap è quello in fase più avanzato e maggiormente diffuso. Dispositivo open source sviluppato inizialmente negli Stati Uniti e ora diffuso in tutto il mondo, RepRap è un acronimo e sta per Replicating rapid prototyper, prototipatore replicatore rapido in italiano.
Così come ogni altra stampante tridimensionale oggi in commercio, RepRap permette di realizzare oggetti in plastica grazie alla sovrapposizione di strati di materiale plastico uno sull'altro nella giusta sequenza. Il risultato saranno tazze, monili, soprammobili, statue della stessa consistenza di un mattoncino Lego.
La stampante replicante
La più grande differenza tra le stampanti 3D commerciali e RepRap sta nella capacità di quest'ultima di autoreplicarsi. Oltre ad oggettistica ogni genere, RepRap può produrre i pezzi necessari alla costruzione di una seconda stampante dello stesso genere.
Scaricando i progetti dal sito web del progetto, si potranno produrre in serie - o quasi - un numero illimitato di nuove stampanti tridimensionali. Basterà una sola stampante per produrne un numero illimitato senza paura di infrangere alcun brevetto.
La stampante open source
Le peculiarità di questo progetto non finiscono di certo qui. Oltre ad essere completamente replicabile utilizzando un'altra stampante 3D, RepRap è anche open source. Questo vuol dire che il processo di replica può essere messo in atto da chiunque, senza la necessità di pagare alcunvhé per la licenza. Non solo: gli “smanettoni” potrebbero anche trovare delle migliorie da applicare ai progetti originali e pubblicarle a loro volta online a disposizione di tutta la comunità. Le stampanti 3D della serie RepRap, quindi, sono in continua evoluzione e in continuo miglioramento, così come accade per un progetto software open source.
Come costruire una stampante 3D con Rep Rap
Nel caso si debba costruire una stampante 3D bisogna prima di tutto procurarsi un kit di montaggio. Essendo un progetto open source non esiste un unico sito di e-commerce dove comprare tutti i pezzi da assemblare. Una pagina wiki sul portale del progetto, aiuta a districarsi nella giungla di store elettronici, fornendo agli utenti tutte le informazioni necessarie per procedere all'acquisto.
Una volta entrati in possesso del kit di assemblaggio, si potrà seguire una delle tante guide presenti online. Alcune vengono fornite - anche queste con licenza GNU - dai progettisti di RepRap. Per ognuno dei modelli del progetto - Prusa Medel, Wallace, RepRapPro Huxley, MendelMAx, Original Mendel e RepRapPro Tricolour Mendel - sono disponibili guide e modelli di assemblaggio adatti anche ai meno avvezzi alla tecnologia. Ciò che serve, come detto, è un po' di manualità e tanta pazienza.
Gli altri progetti
RepRap non è l'unico kit che permette di costruirsi una stampate tridimensionale in casa. Molti altri hanno tentato di seguire la stessa strada passando per il crowdfuding di Kickstarter. Due, in particolare, hanno richiamato l'attenzione degli utenti della piattaforma di finanziamento sociale: Peachy Printer e Printrbot.
La prima, a fronte di un finanziamento richiesto di 50.000 dollari canadesi, ha raccolto ben 651mila dollari canadesi; per la seconda erano richiesti 25.000 dollari, alla fine ne sono stati raccolti oltre 800 mila. Segno, evidentemente, che esiste un mercato delle stampanti 3D da costruire pezzo dopo pezzo come si fa con i mattoncini Lego. Un mercato ad oggi vergine e inesplorato, ma che potrebbe ben presto affollarsi di nuovi competitor.