Si parla di smart home ogni qualvolta un utente utilizzi uno o più dispositivi che sfruttano l’Internet of Things per comunicare tra loro. Al tempo stesso però non sempre la configurazione complessiva di questi dispositivi è necessariamente “intelligente”.
Spesso infatti capita che l’utente debba sincronizzare il singolo oggetto smart con una sua app di riferimento, rischiando di perdere il controllo della casa nel momento in cui dispositivi e programmi continuano ad aumentare.
Per fortuna esistono delle soluzioni software sviluppate proprio per rispondere all’esigenza di monitorare e configurare un’intera smart home all’interno di un unico luogo virtuale.
È il caso ad esempio di Amazon Alexa, Google Home e Apple HomeKit, ma anche di alcune app sviluppate da terze parti che puntano sulla possibilità di integrare al loro interno smart device differenti.
Grazie a queste soluzioni l’utente utilizza un unico programma per gestire la sua casa, ma non solo. Può anche creare delle automazioni, in modo da collegare l’attivazione di uno smart object a quella di un altro, o di collegare più dispositivi a condizioni altre specifiche.
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1. Smart Home: come usare Alexa
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Gestire i propri dispositivi smart con Alexa è sempre più facile e non è necessario acquistare un dispositivo Echo per assicurarsi della compatibilità. L’app è disponibile sia per i dispositivi Android che per iPhone e iPad ed è sufficiente scaricarla e installarla, poi procedere con la configurazione.
Alexa consente di organizzare i propri device intelligenti in Gruppi: ad esempio, si può impostare la divisione per stanze della casa, in modo che tutti i dispositivi del salone o della cucina siano configurabili e controllabili assieme.
Inoltre, gli utenti che dispongono di uno smart speaker o uno smart display della gamma Echo, possono creare delle routine con cui automatizzare i diversi controlli.
Per poter usare Alexa come unica app, bisogna verificare la compatibilità dei propri dispositivi intelligenti: questo vuol dire controllare che ciascuno di questi supportil’assistente vocale per la smart homedi Amazon.
Dopodiché, una volta connessi i device alla connessione Wi-Fi domestica, è sufficiente aprire l’app, fare tap sulla scheda di nome Dispositivi e aggiungerli uno ad uno.
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2. Smart Home: come usare Google Home
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Google Home è la soluzione sviluppata dal colosso di Mountain View che permette di gestire e automatizzare i dispositivi smart presenti in casa: un disponibile sia per i dispositivi Android, che iPhone e iPad.
Dopo avere scaricato Google Home, l’utente può creare delle stanze virtuali in cui inserire i diversi deviceintelligenti di cui dispone. Ma anche creare delle routine, in modo da interagire con tutta la smart home attraverso la propria voce e Google Assistant.
Inoltre, i possessori di Google Nest possono configurarlo e utilizzarlo come un comodo hub con cui gestire la casa domotica: ad esempio chiedendo allo smart speaker di accendere o spegnere le luci di una stanza, piuttosto che di attivare o disattivare un elettrodomestico.
Non tutti i dispositivi intelligenti sul mercato possono essere gestiti con Google Home, dunque è bene verificare la compatibilità del singolo oggetto smart prima del suo acquisto.
Detto ciò, l’aggiunta di un nuovo dispositivo smart a Google Home è semplice: dopo aver aperto l’app, è sufficiente fare tap sull’icona “+” posizionata nell’angolo in alto a sinistra della schermata. Apparirà una lista dei diversi device connessi alla rete Wi-Fi e qui l’utente potrà selezionare tutti quelli da aggiungere al controllo da remoto.
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3. Smart Home: come usare Apple HomeKit
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HomeKit è la soluzione Apple pensata per il controllo dei dispositivi smart della propria casa con un’unica app. Il software è preinstallato su iPhone e iPad e supporta il controllo di tutti i dispositivi smart compatibili con la piattaforma di riferimento.
Anche Apple HomeKit consente di organizzare i device smart presenti in casa dividendoli per stanze, di creare routine per le automazioni, di aggiungere nuove case e di invitare altre persone a controllare i dispositivi della propria.
Un altro punto di forza di HomeKit è sicuramente la sua perfetta integrazione con l’ecosistema Apple. Ad esempio gli utenti possono usare l’app per controllare i loro dispositivi smart non solo da iPhone o iPad, ma anche da Apple Watch o tramite l’assistente vocale Siri.
Uno svantaggio è invece il basso livello di integrazione con hardware e software targati Android. Per questo motivo è sicuramente utile verificare la compatibilità dei propri dispositivi smart.
Per aggiungere un dispositivo compatibile ad Apple HomeKit è bisogna innanzitutto aprire l’app, fare tap sull’icona “+” e scansionare il QR Code presente sul dispositivo. Dopodiché è sufficiente seguire le istruzioni per completare la configurazione automatica.
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4. Altre soluzioni per gestire la propria smart home con un’unica app
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Dopo avere analizzato nel dettaglio le soluzioni di domotica proposte da Amazon, Google ed Apple, spazio ad altre app di domotica che promettono di integrarsi con gran parte degli smart objects disponibili sul mercato.
Nest è un’app molto apprezzata dagli appassionati di case smart, che si integra con diversi elettrodomestici ed è pensata per essere utilizzata in modo indipendente da più utenti.
Anche Domotica Undici punta sulla quantità di dispositivi smart compatibili, considerato che permette sia di monitorare l’illuminazione delle diverse stanze che di accedere ai sistemi di allarme o quelli di irrigazione.
Stringify viene apprezzata soprattutto per la configurazione di automazioni che coinvolgano diversi device smart: si pensi in tal senso alla possibilità di regolare la temperatura in base all’apertura delle finestre o ai diversi momenti temporali della giornata. Infine, Tado è un’app disponibile sia su Android che su iPhone, che dispone di un numero di funzionalità minori rispetto alle altre, ma che può essere utilizzata in maniera completamente gratuita.