Una delle domande più comuni quando si parla di energia elettrica è come calcolare il consumo medio di una famiglia.
Chiaramente, la questione non è così immediata come può sembrare e prima di approfondire la cosa bisogna considerare una serie di fattori diversi come il numero di persone in casa, quanto tempo passano all’interno dell’abitazione e i dispositivi che utilizzano.
Perciò è chiaro che non esiste una risposta precisa alla domanda, ma esistono tutta una serie di “ipotesi” che si possono fare per scoprire il consumo medio di una famiglia e, considerando anche il prezzo dell’energia ed eventuali aumenti, cercare di avere una stima più o meno precisa dei costi, così da non avere brutte sorprese in bolletta. Scopriamo di più.
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1. Come si calcola il consumo medio di una famiglia
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Come appena detto per avere una stima dei consumi di energia elettrica all’interno di una casa bisogna, per prima cosa, considerare il numero di persone che compongono la famiglia.
È chiaro che un nucleo familiare di due persone ha consumi notevolmente più bassi rispetto a una famiglia con quattro o cinque persone.
Oltre a questo bisogna considerare anche quanto tempo queste persone passano in casa. Ad esempio in inverno, tra scuola e lavoro, le ore di permanenza nell’abitazione si riducono in mezzo alla settimana per tornare a crescere nel weekend. In estate, salvo il periodo delle vacanze, la permanenza all’interno dell’abitazione potrebbe aumentare.
Anche qui è evidente che più una casa è vissuta e più aumentano i consumi.
Naturalmente ci sono molte altre variabili da considerare: la prima fra tutte è rappresentata dalle abitudini dei consumatori, tra chi è più attento e cerca di risparmiare energia preziosa e chi, invece, è un po’ più distratto.
A questo bisogna aggiungere anche il quantitativo di elettrodomestici in casa e la loro classe energetica che per i dispositivi più vecchi potrebbe far aumentare a dismisura in consumi con il conseguente arrivo di bollette salatissime.
Infine, bisogna considerare anche il periodo dell’anno, ad esempio in estate con l’utilizzo di condizionatori i consumi possono crescere notevolmente. Stesso discorso in caso di inverni particolarmente rigidi.
È chiaro, quindi, che non è semplice fare una stima precisa. Diciamo, però, che conoscendo i consumi dei singoli dispositivi in casa e conoscendo il tempo di utilizzo si potrebbe fare una semplice moltiplicazione (e successivamente una somma dei consumi di tutti i dispositivi) e avere quantomeno un’idea approssimativa dei propri consumi, anche se come appena visto sono molti i fattori da tenere presenti.
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2. Elettrodomestici, quali sono quelli che consumano di più
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Pur non potendo fare una stima precisa dei consumi di una famiglia è possibile conoscere quanta energia richiedono i singoli elettrodomestici (un dato che di solito è riportato sulle istruzioni) e identificare, quindi, quali quelli più avidi di corrente, da usare oculatamente per non far lievitare le bollette.
Sicuramente tra i dispositivi con i consumi maggiori c’è lo scaldabagno elettrico (1.200/1.500 kWh all’anno).
Decisamente importanti anche i consumi di un climatizzatore che, pur essendo utilizzato per un periodo limitato (salvo che non venga acceso anche per l’aria calda) di 4/5 mesi, consuma circa ai 450 kWh ogni anno.
Subito dopo troviamo lavatrice, asciugatrice, microonde e lavastoviglie, con una richiesta di corrente che arriva fino a 200/300 kWh annui. Seguno nella classifica i forni elettrici (circa 100/110 kWh all’anno).
Chiaramente non bisogna dimenticare frigorifero e freezer che, per ovvie ragioni, sono in funzione h24 e 365 giorni l’anno. Un consumo che non si può eliminare e che si attesta intorno ai 300 kWh ogni anno.
In questi calcoli bisogna anche considerare la classe energetica dei suddetti elettrodomestici che, nel caso dei prodotti più recenti, avrebbero consumi notevolmente inferiori rispetto ai device più datati.
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3. Consigli per il risparmio energetico
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Quello sul risparmio energetico è un discorso fondamentale che non corrisponde solo con un risparmio economico ma tira in ballo anche il discorso sulla sostenibilità.
Perciò la cosa più giusta da fare, sarebbe prendere coscienza delle proprie abitudini ed, eventualmente, cambiarle in meglio così da consumare risorse in modo consapevole.
Sono molti i consigli degli esperti per ridurre gli sprechi e i costi dell’energia elettrica in bolletta: nel caso di impianti di riscaldamento/raffrescamento elettrici, ad esempio, il suggerimento è quello di non arrivare mai sopra i 19° in inverno e mai sotto i 25° in estate, avendo cura di spegnere l’impianto quando non ci sono persone in casa.
Anche un uso consapevole degli elettrodomestici può portare a un buon risparmio energetico e, in questo senso, la soluzione migliore è quella di non esagerare e, se possibile, far lavorare lavatrici, asciugatrici e lavastoviglie solo quando sono piene.
Come già detto, il discorso sulla classe energetica dei dispositivi presenti in casa è molto importante e, valutando l’acquisto di prodotti più recenti, si possono abbattere notevolmente i consumi.
Anche l’illuminazione domestica non va trascurata e, oltre alla classica raccomandazione di spegnere le luci quando non c’è nessuno nella stanza, è preferibile acquistare luci LED molto meno avide di corrente e molto più efficienti.
Altro dettaglio fondamentale quando si parla di risparmio energetico: i dispositivi in stand-by che, come ben noto, sono colpevoli di circa il 30% del consumo annuo di energia.
La soluzione al problema è quello di spegnere completamente il device o, eventualmente, staccare la spina e riattaccarla al bisogno.
Insomma, non sprecare energia è possibile e con le giuste accortezze e tanta pratica, anche il costo della bolletta diventerà gradualmente più basso.
Per saperne di più: Energia elettrica, le nuove tecnologie all'insegna della sostenibilità e del risparmio energetico